di Eugenio Felice
Amazon ormai è da febbraio che consegna a domicio anche frutta e verdura. Ne abbiamo parlato in diverse occasioni. È estate ed è periodo di meloni. Siamo stati ieri nel punto vendita di Dueville (Vicenza) di Alì (aderente a Selex Gruppo Commerciale) e abbiamo trovato gli stessi meloni che vende il colosso dell’e.commerce a Milano: meloni retati Lorenzini. Da Alì sono del segmento alto di gamma, con tanto di fascetta I Freschissimi. Il prezzo? 2,5 euro al chilo da Alì, 4,89 euro al chilo da Amazon. Praticamente il doppio, per avere lo stesso melone, che viene dal medesimo produttore mantovano. Amazon difetta poi in informazione, come avevamo già scritto: l’origine è “Italia, Brasile, Marocco o Senegal a seconda della stagione”. Fantastico.
Una parte dei costi di trasporto sono allora “nascosti” nei prodotti messi in vendita da Amazon? Come si può stabilire il prezzo “giusto”? Forse chi si è abituato a fare acquisti on line non riesce a valutare correttamente il prezzo di vendita dell’ortofrutta? Perché attenzione, qui parliamo dello stesso identico prodotto. Ma siamo così sicuri che l’acquirente medio degli store “tradizionali” sappia valutare e “leggere” i prezzi dell’ortofrutta? O guarda l’aspetto dei prodotti nel punto vendita e il sapore a casa e sono questi fattori che lo spingono all’acquisto più del prezzo? Perché le catene ultimamente parlano tanto di qualità ma la maggior parte di loro alla fine comunica al consumatore puntando su sconti, promozioni e prezzi bassi o “affettati” – vedi ultimo spot TV di Conad.
Quindi: è cara Amazon o sono “tirati” e al limite del low cost i prezzi dell’ortofrutta nei punti vendita fisici?
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