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                      Amazon fa la spesa da Whole Foods? La borsa ci crede. Anche Kroger interessata

                      Abbiamo già scritto sulle difficoltà di Whole Foods Market: quella che è considerata la migliore catena distributiva d’America per esperienza di acquisto e qualità dell’offerta, in particolare nel bio e nell’ortofrutta, sta vivendo da sei trimestri consecutivi un calo nelle vendite. Una crisi d’identità che il recente format 365 non sembra aver risolto. La settimana scorsa il titolo ha fatto un balzo del 10 per cento a Wall Street sulle voci di un possibile takeover da parte di Amazon, sempre più interessata agli store fisici, o di Kroger, secondo distributore sul mercato americano dietro a Walmart, o ancora di Albertsons. Solo a gennaio Alibaba aveva annunciato l’acquisizione della catena distributiva cinese Intime per 2,6 miliardi di dollari

                       

                      di Eugenio Felice

                       

                      Whole-FoodsIl 27 marzo le azioni di Whole Foods Market valevano alla borsa di Wall Street 28,53 dollari. Poi gli strappi al rialzo, con la chiusura il 19 aprile a 34,91 dollari (vedi grafico). In 20 giorni equivale a un +22 per cento. Il rialzo è dovuto alle voci di un interessamento da parte di Amazon, campione dell’e-commerce, oppure di Kroger, secondo distributore degli Stati Uniti dietro a Walmart. In realtà parliamo solo di un recupero delle quotazioni, perché nell’ottobre 2013 valevano 63 dollari, quasi il doppio rispetto ad oggi. Nel 2013 del resto si parlava solo dei successi di Whole Foods, la verità sul rallentamento delle vendite – da sei trimestri consecutivi – doveva ancora venire a galla.

                       

                      Un cambiamento nelle strategie e nel management lo ha chiesto anche il fondo Jana Partners che nelle scorse settimane è entrato nel capitale di Whole Foods. Negli ultimi due anni le vendite stanno sottoperformando e pur se i bilanci sono ancora in utile, per gli analisti è necessario un intervento drastico per tornare di nuovo ad essere i numeri uno. Lo stesso hedge fund ha chiesto di valutare l’opportunità di una vendita. Intanto, secondo il Chicago Tribune, che cita fonti interne che vogliono rimanere anonime, Amazon starebbe valutando l’acquisizione di Whole Foods anche se il valore di mercato di 10,7 miliardi impone prudenza anche al gigante dell’e-commerce.

                       

                      Negli ultimi tempi il gruppo del biologico sembra arrancare con previsioni di crescita a lungo termine solo del 2,5 per cento, contro il 10 per cento di molti rivali. Soprattutto la clientela più giovane pare meno fedele della generazione precedente, che qui per la prima volta ha conosciuto il kale e la busta della spesa di tela. L’offerta dei competitor poi, a partire proprio da Kroger, si è allineata in termini qualitativi e assortimentali a quella di Whole Foods, ma con prezzi decisamente più competitivi. C’è il rischio quindi che la per la mitica catena, dove il personale è giovanissimo e “funky”(niente facce da commessi), il business model non sia più profittevole nel breve termine.

                       

                      Whole Foods ha fatturato nel 2016 (l’anno fiscale terminato lo scorso settembre) 15,7 miliardi di dollari, in rialto del 2,2 per cento sull’anno precedente. A parità di perimetro però le vendite negli store sono calate del 2,5 per cento. Il fatturato medio a settimana per negozio è di 682 mila dollari. L’Ebitda è stato di 1,4 miliardi e l’utile netto di 507 milioni – pari al 3,2 per cento delle vendite – in calo rispetto ai 536 milioni del 2015. Fondata nel 1978 a Austin in Texas, oggi Whole Foods conta 464 punti vendita tra Stati Uniti, Canada e Regno Unito, impiega 87 mila persone ed è considerata la catena di supermercati leader negli alimenti naturali e biologici.

                       

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