Dalla Redazione
È dicembre. Ci troviamo in Sicilia con una temperatura primaverile quando uno dei migliori produttori di agrumi della Sicilia ci mostra il suo smartphone con una foto di arance, tanto belle fuori quanto rosse dentro. “Sono delle Tarocco prodotte in Spagna. Guardale bene, sono perfette“. Ed è così, seduti al tavolino di un bar a pochi passi dal mare, con davanti lo stretto di Messina, che ci cade una delle poche certezze che avevamo nella vita. Ebbene sì, le arance non diventano rosse solo alle pendici dell’Etna grazie a quello specifico microclima. La stessa varietà Tarocco può diventare rossa anche in Spagna, che da due anni manda a inizio campagna, quando da noi le arance sono ancora senza pigmentazione, anche nei Mercati all’ingrosso del nord Italia, a partire da Milano, con quotazioni interessanti e superiori al prodotto italiano.
Si parla di investimenti ingenti, per quanto non siamo ancora riusciti a raccogliere i dati precisi. La spiegazione è semplice, come ci spiega un altro commerciante di Milano: “C’è mercato. Sia in Italia che in Europa. Per gli spagnoli non è tanto un modo di fare concorrenza agli italiani, ma un modo per diversificare la loro offerta, dando qualcosa di nuovo, che il mercato europeo conosce poco, proprio per le lacune di noi italiani, che non siamo stati in grado di valorizzare questa varietà unica. Anche in Sudafrica stanno investendo sulle arance pigmentate, con la Navel Cara Cara”. Ma chi produce queste arance in Spagna? Nientemeno che la Anecoop – fatturato oltre i 500 milioni di euro per 700 mila tonnellate di prodotto – attraverso la cooperativa Frutaltea di Alicante, che è appunto una delle 71 cooperative socie di Anecoop.
Quindi si apre un nuovo capitolo per le arance rosse siciliane. E a nostro avviso vanno considerati gli aspetti positivi. Perché gli spagnoli potranno riuscire dove i siciliani hanno fallito: creare il mercato delle arance pigmentate in Europa, stimolando una domanda che poi sarà interessata anche alle altre provenienze, per avere un’alternativa al benchmark, che probabilmente sarà dato dal prodotto spagnolo. Inoltre l’iniziativa spagnola potrà favorire – sarebbe auspicabile – una riorganizzazione dell’offerta siciliana. Staremo a vedere…
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