Dalla Redazione
È ufficiale: dopo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, il gruppo chimico-farmaceutico tedesco Bayer ha confermato che sono avvenuti i primi contatti con il colosso delle sementi e dei prodotti chimici Monsanto in vista di una possibile fusione. La notizia è stata confermata da entrambe le aziende. Certo è che, nel caso di una fusione, nascerebbe il più grande fornitore al mondo di prodotti chimici per l’agricoltura e semi da colture: un colosso da circa 67 miliardi di dollari di fatturato.
Il 23 maggio, dopo le specupazioni degli ultimi giorni e su richiesta degli stakeholder, ha emesso una nota secondo la quale l’offerta dei tedeschi sulla rivale americana è di 62 miliardi di dollari in contanti, equivalenti a 122 dollari ad azione, un prezzo superiore del 37 per cento rispetto alla chiusura del 9 maggio scorso. Nell’offerta è compreso anche un debito netto di 9 miliardi di dollari. L’acquisizione permetterebbe al gruppo tedesco di rafforzarsi nell’attività della Life Science con posizioni di leadership nei suoi segmenti principali, e creare tra i maggiori business biotecnologici al mondo.
Monsanto è leader mondiale nella produzione di sementi per le colture (suo il marchio Seminis), comprese quelle geneticamente modificate e ha una lunga storia nella produzione di prodotti chimici come il glifosato (erbicida) di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi (leggi news). Nel 2015 ha realizzato un fatturato superiore ai 15 miliardi di dollari con un utile netto di 2,3 miliardi. Ancora più alti i numeri dell’aspirante acquirente: l’anno scorso, Bayer, che rimane un player di primo piano nel settore farmaceutico, poteva vantare un giro d’affari per 46 miliardi di dollari e utili per 4,1 miliardi.
La Borsa, tuttavia, non ha reagito bene all’offerta di Bayer. Il giorno dopo la diffusione della notizia il colosso farmaceutico tedesco ha perso il 6,55% sulla piazza di Francoforte e il giorno della diffusione dei dettagli dell’offerta ha perso ulteriormente terreno. Secondo gli operatori, infatti, il mercato teme che l’acquisizione sia troppo onerosa per Bayer, pesando sul rating sul credito. Inoltre, si legge in un articolo sul Sole 24 Ore, l’operazione sposterebbe il focus di Bayer sul settore agricolo rispetto al farmaceutico, con conseguenze che gli analisti stanno ancora valutando.
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