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                      Bio marchiato a laser per Delhaize: in Europa avanza il “natural branding”

                      La catena di supermercati belga Delhaize introduce il “natural branding” per alcuni prodotti bio: grazie a un laser ad alta precisione che disegna loghi e scritte “scolorando” l’area della buccia, senza alcun contatto diretto con la polpa e senza l’utilizzo di inchiostro, si potrà fare a meno di etichette e imballaggi per distinguere i prodotti bio da quelli convenzionali, come previsto dalla normativa europea. Secondo il gruppo belga, l’innovazione porterà a risparmiare fino a 13 tonnellate di imballaggi all’anno. Delhaize non è la prima ad adottare questa soluzione, ma il suo ingresso nel mondo della marchiatura laser dimostra lo sviluppo crescente di  questa tecnologia in Europa per i prodotti bio, all’insegna della sostenibilità ambientale

                       

                      di Massimiliano Lollis

                       

                      “13 tonnellate di imballaggi risparmiati” recita il claim di Delhaize in questa immagine promozionale

                      Dal 2007 la normativa europea prevede che i prodotti bio nei supermercati siano contrassegnati affinché al consumatore risulti facile distinguere frutta e verdura bio da quella convenzionale. Finora la soluzione maggiormente adottata da produttori e catene distributive per raggiungere questo scopo è stato il confezionamento singolo, spesso in plastica o in cartone, o l’apposizione di etichette adesive ad hoc: il tutto contrassegnato dall’obbligatorio logo bio UE. Basta dare un occhio allo sterminato assortimento di confezioni dedicate al bio nei nostri supermercati per immaginare quale sarebbe il risparmio per l’ambiente se solo fosse possibile fare a meno di tutto questo.

                       

                      Una risposta è arrivata in questi giorni dal gruppo belga Delhaize, che con un comunicato stampa ha annunciato l’introduzione del “natural branding” per i prodotti bio del proprio comparto frutta e verdura, che d’ora in poi saranno marchiati direttamente sulla superficie grazie a un laser ad alta precisione. Si tratta – assicura l’azienda – di un metodo naturale e rispettoso dell’ambiente, dal momento che il laser non fa altro che scolorare le aree della buccia desiderate, “stampando” così loghi e scritte sul prodotto senza alcun contatto diretto con la polpa e senza l’utilizzo di inchiostro. Dall’azienda belga si apprende che inizialmente sarà la zucca butternut a essere marchiata a laser, mentre il processo verrà esteso in un secondo momento a una ventina di referenze, tra cui zucchine, cetrioli, zucche gialle, finocchi e sedani rapa.

                       

                      Certo il sistema non è privo di limiti – pare non possa essere utilizzato sui pomodori, data la buccia troppo fragile, così come su limoni, dato il tipo di scorza – ma i vantaggi sarebbero davvero molti: nessuna confezione né etichette che spesso rischiano di staccarsi, massima sostenibilità e ridotto consumo energetico. Secondo Delhaize, nel proprio comparto frutta e verdura il 10% della verdura e il 7% della frutta provengono da produzione biologica. In base a questo calcolo, l’adozione di questa tecnologia porterà quindi a risparmiare fino a 13 tonnellate di imballaggi all’anno.

                       

                      Alcuni prodotti marchiati a laser dall’azienda Laser Food e JBT Corporation

                      Il “natural branding” di per sè non è una novità assoluta, essendo conosciuto e utilizzato in diverse realtà nel mondo: per esempio, in Nuova Zelanda e in Australia viene utilizzato già dal 2009, mentre l’UE ha approvato la marchiatura laser nel 2013. Un accordo tra l’importatore olandese specializzato in prodotti bio Nature & More / EOSTA e la catena di supermercati svedese ICA ha introdotto il natural branding lo scorso dicembre, seppure in via sperimentale, per le sole referenze avocado e patate dolci, mentre la britannica Marks&Spencer lo utilizza da tempo per marchiare arance (leggi qui) e più recentemente il cocco. Anche in Italia ci sono produttori che utilizzano la marchiatura laser, come Zerbinati (leggi qui), anche se non al fine di contrassegnare i prodotti biologici rispetto a quelli convenzionali.

                       

                      Alla base di questa tecnologia c’è l’azienda spagnola Laser Food, che con il suo partner strategico JBT Corporation produce e commercializza macchinari per l’etichettatura laser, dal costo molto elevato. Nel lungo periodo, però, i vantaggi possono essere maggiori rispetto all’etichettatura tradizionale, stando a quanto dichiarato al quotidiano britannico The Guardian da Michaël Wilde, responsabile comunicazione e sostenibilità della stessa Nature & More: “Si tratta di un investimento per il futuro, visto che parliamo di macchinari molto costosi. Noi crediamo però che sempre più supermercati decideranno di investire in questo senso, poiché si risparmia in termini di risorse, di CO2 e di energia”.

                       

                      “Fino ad oggi – continua Wilde – nessuno aveva utilizzato questa tecnologia allo scopo specifico di ridurre l’utilizzo di imballaggi: per molti rappresentava solamente una curiosa novità. Oggi invece vogliamo dire ai nostri clienti: comprando questo prodotto state risparmiando plastica”.

                       

                      È precisamente in questo quadro di sviluppo tecnologico che si inserisce la mossa di Delhaize, certificando così la diffusione della marchiatura laser per prodotti bio nel continente. La palla passa ora ai consumatori: saranno loro a decretare il successo di un’innovazione che potrebbe presto arrivare anche sugli scaffali dei nostri punti vendita.

                       

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