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                      Biologico anticrisi: in 12 mesi consumi in Italia in crescita del 7,9%

                      MeleBio
                      Pare inarrestabile il trend positivo del biologico da alcuni anni a questa parte. Negli ultimi 12 mesi, da settembre 2012 a settembre 2013, i consumi domestici presso la GDO di prodotto confezionato biologico è aumentato del 7,8% a fronte di un calo dell’1,8% per i prodotti alimentari convenzionali. Intanto in Europa gli ettari investiti a biologico sono raddoppiati in 10 anni

                      Organic“Il 2013 è stato un buon anno per il biologico italiano”, dice Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB (importante organismo di certificazione con sede a Bologna). Dicembre è tempo di bilanci grazie ai dati pubblicati in questi giorni da Ismea e dalla Commissione Europea. Nel suo ultimo bollettino Ismea scrive che i consumi domestici di prodotti bio confezionati nella GDO sono cresciuti in un anno del 7,9 per cento rispetto a settembre 2012. “La crescita del bio è una costante consolidata degli ultimi anni – spiega Piva – importante tanto più se confrontata con i dati generali sui consumi alimentari, che invece continuano a calare a causa del perdurare della crisi economica”. È sempre Ismea a registrare, nello stesso periodo, un calo complessivo delle vendite dell’1,8 per cento rispetto al 2012.

                      Sulla stessa linea di sviluppo anche il nuovo “Facts and figures on organic agriculture in the European Union”, il rapporto 2013 elaborato dalla Commissione sullo stato dell’agricoltura biologica nella Ue. In un decennio, dal 2002 al 2011, la superficie coltivata bio è quasi raddoppiata: da 5,7 milioni di ettari a 9,6 (il 5,4 per cento del totale). Le aziende sono 186 mila, decuplicate dal 2003 al 2010, e in generale sono più grandi e guidate da manager più giovani rispetto alle aziende convenzionali. “Il rapporto dell’Ue si apre dicendo che sempre più europei vogliono che il loro cibo sia diverso – conclude Piva – noi crediamo che l’agricoltura biologica possa produrre un cibo migliore, più salubre, più rispettoso dell’ambiente ed essere una risorsa per l’economia europea”.

                      Secondo i dati Ismea i comparti frutticolo e orticolo hanno contribuito in maniera abbastanza simile all’incremento, con un rialzo lievemente maggiore per la frutta. Per quanto riguarda quest’ultima, l’incremento complessivo tendenziale è stato determinato in modo particolare dalle mele e dalle pesche. Nell’ambito degli ortaggi si registrano discreti incrementi percentuali rispetto a settembre dello scorso anno per le cipolle e i peperoni. Per le cipolle il buon andamento deriva da una discreta domanda, soprattutto per la varietà rossa. Quanto ai peperoni, si rileva un aumento dei prezzi in Sicilia a causa della scarsa disponibilità di prodotto e la notevole richiesta da parte del mercato. Dal confronto tra l’andamento dei prezzi all’origine dei prodotti bio e convenzionali, emerge che a settembre i prodotti biologici sembrano in lieve prevalenza meno inflattivi rispetto ai corrispondenti non bio.

                      In riferimento ai prezzi al consumo, rilevati presso le più importanti catene della grande distribuzione, la dinamica tendenziale di settembre mostra in media un lieve aumento (a fronte di una leggera flessione congiunturale), che dipende soprattutto dai rialzi registrati dalle carote e dalle pesche gialle e, in misura minore, da zucchine e susine. Per quanto riguarda i prezzi al consumo rilevati presso i negozi specializzati, si evidenzia anche in questo caso un incremento (con sostanziale stabilità congiunturale), dovuto in prevalenza alle pere, alle zucchine e ai cetrioli. Sul fronte dei consumi domestici, nel frattempo, l’ortofrutta fresca e trasformata confezionata nella GDO ha registrato nei primi nove mesi del 2013 un incremento del 9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2012.

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