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                      Calzolari, Greenyard Fresh Italy: “Guardiamo ai nuovi trend”. Focus export

                      Cambia nome Univeg, ora Greenyard Fresh Italy, e chiude un bilancio 2016 con numeri in forte crescita, sfiorando i 160 milioni di euro. Il direttore generale Roldano Calzolari ci parla dell’andamento dell’import e dell’export nell’ultima annata e dei trend da seguire per orientare offerta e domanda

                       

                      di Carlotta Benini

                       

                      Greenyard Fresh Italy è una società specializzata nel trade ortofrutticolo, parte della holding belga Greenyard

                      Nuovo approfondimento sull’export ortofrutticolo nel 2016. A seguito dei dati comunicati da Fruitimprese abbiamo chiesto un commento a cinque top manager del settore, l’articolo completo si può leggere su Fm di aprile. Dopo l’intervista al direttore di Opera Luca Granata (leggi qui), al direttore di Apofruit Ilenio Bastoni (leggi qui), e al direttore di VOG Gerhard Dichgans (leggi qui), questa volta riportiamo il parere di una realtà italiana che sta vivendo una importante fase di crescita e rinnovamento: Greenyard Fresh Italy (ex Univeg). La società specializzata nel trade ortofrutticolo, con sede a Trevenzuolo (Verona), è a sua volta parte della holding belga Greenyard, leader mondiale nel settore dell’ortofrutta fresca e conservata. Ha chiuso a fine marzo il bilancio 2016 che vede una crescita di 6 milioni di euro rispetto al precedente esercizio, attestandosi a quasi 160 milioni di euro.

                       

                      Roldano Calzolari

                      Roldano Calzolari, direttore del gruppo, fa una panoramica sull’andamento delle esportazioni e delle importazioni durante le ultime campagne. “Tralasciando il discorso di ananas e banane, l’import in Italia è in diminuzione. – esordisce – Se parliamo di mele e pere, ogni anno importiamo sempre di meno, perché con le nuove tecnologie di conservazione diffuse in Europa il prodotto si conserva più a lungo, e di conseguenza la finestra per la frutta di importazione diminuisce: questo vale anche per il kiwi. Pink Lady resta la mela con cui ancora oggi lavoriamo in import”. “Il trend interessante da tenere monitorato è quello della frutta esotica, – continua – la cui domanda sta crescendo sempre di più: parlo di mango, papaia e avocado, ma anche di superfood come curcuma e zenzero. In discreto aumento è anche la domanda di piccoli frutti, anche in import, perché ancora non riusciamo a produrli per12 mesi all’anno”.

                       

                      Parlando di esportazioni, mele, pere e kiwi sono i principali prodotti destinati ai mercati lontani anche per Greenyard Fresh Italy. “Il kiwi ha avuto due annate completamente differenti in termini di prezzi – afferma Calzolari – Nella stagione 2015/2016, a causa di una sovra produzione, i prezzi sono stati più contenuti, ma l’export è proseguito di un mese oltre il normale calendario di commercializzazione, vista l’enorme quantità di prodotto disponibile. Nell’ultima annata 2016/2017 invece i quantitativi sono stati più contenuti, e i prezzi di conseguenza più alti”. I mercati di riferimento per questo prodotto, che registra una crescita costante in export, sono quelli asiatici.

                       

                      Il magazizno di Greenyard Fresh Italy

                      Anche le mele sono andate bene, in entrambe le annate. La nota negativa, conferma anche Calzolari, è Golden, una varietà “sempre più in sofferenza, da espiantare nei prossimi anni nelle aree meno vocate e da convertire in parte nelle zone più vocate, perché il mercato ormai è saturo”. Gala è mela più consumata in tutto il mondo: in India e in Medioriente Greenyard Fresh Italy esporta volumi molto importanti da ottobre a dicembre. Anche il Brasile è stato un mercato importante e strategico nell’ultima annata di produzione di mele, avendo assorbito un alto quantitativo di prodotto, tuttavia dipende molto dalle produzioni di Cile e Argentina, quindi l’andamento dell’export italiano in questo Paese è altalenante.

                       

                      Asia e America Latina sono quindi i mercati più interessanti, guardando al futuro. “In Europa non abbiamo più nulla da scoprire. – commenta Calzolari – Gli stati Stati Uniti non sono un grande mercato per il nostro prodotto. Sta mancando invece molto la Russia, dal punto di vista comunitario stiamo dormendo. C’è poi il Medioriente, ma anche in questo caso non abbiamo più niente da inventare, tutti i Paesi sono attivi su questo mercato. Cina e India, invece, sono mercati con un potenziale di assorbimento enorme, hanno miliardi di abitanti, economie in crescita e un potere di acquisto sempre più importante. Basta guardare le statistiche di quello che esporta il Cile verso questi Paesi, per comprenderne le potenzialità.

                       

                      Greenyard Fresh Italy si trova a Trevenzuolo, in provincia di Verona

                      Le sfide future per il comparto? “Abbiamo sempre guardato molto ai prodotti di consumo nazionale ed europeo, senza considerare una prospettiva di più ampio raggio. – conclude il direttore di Greenyard Fresh Italy – Abbiamo i terreni, abbiamo la stagionalità, dobbiamo considerare le potenzialità offerte dalle cultivar di tendenza, come la frutta esotica, appunto, i piccoli frutti, o le nuove varietà di pesche e nettarine, parlando di prodotto estivo. Non è necessario andare molto lontano per vedere quali sono le performance di queste produzioni: la Spagna è arrivata anni prima di noi, a coglierne il potenziale. Basti pensare a quello che ha fatto la produzione iberica su pesche e nettarine platicarpe e sull’avocado”.

                       

                      Poi c’è la questione delle barriere fitosanitarie: “Dobbiamo insistete con il Governo affinché vengano firmati dei protocolli che ci consentano di entrare in quei Paesi dell’Asia in forte crescita e dal potenziale enorme, ancora da sfruttare”.

                       

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