di Massimiliano Lollis
Segnali positivi dall’ortofrutta in Italia: per il secondo anno consecutivo crescono i consumi domestici che nel 2016 registrano un +1,4% nel fresco, dopo la crescita del 3% del 2015. Nel 2016, infatti, in termini assoluti, l’acquisto di ortofrutta è stato pari a 8,27 milioni di tonnellate generando una spesa totale di oltre 13,7 miliari di euro a fronte di prezzi stabili nell’ultimo triennio. Se si prendono poi in considerazione gli ultimi 10 anni, si osserva un aumento notevole, non tanto dei volumi (+0,4%), quanto dei prezzi medi di acquisto, che da 1,55 euro/kg sono passati agli attuali 1,66 euro/kg (+6,8%). È quanto emerge dalle rilevazioni GfK elaborate da CSO Italy per Macfrut Consumers’ Trend, l’osservatorio sui consumi innovativi promosso da Macfrut, la Fiera dell’ortofrutta in programma alla Fiera di Rimini dal 10 al 12 maggio 2017 prossimo.
L’incremento nella frutta è diffuso (+2,1% dei volumi) e il podio per il consumo fresco nel 2016 vede tre specie vincenti: le mele hanno totalizzato 825 mila tonnellate di consumo (+2% sull’anno precedente) confermando il trend di ripresa per il terzo anno consecutivo; 550 mila invece le tonnellate di arance consumate (+2% sul 2015), mentre al terzo posto le banane, che ricoprono ben il 10% dei consumi totali di frutta, confermando il dato del 2015 con 453 mila tonnellate.
Fuori dal podio, la situazione è variegata: il consumo di pere nel 2016 è cresciuto del 4% passando da 377 mila tonnellate nel 2015 alle attuali 393 mila, così come le clementine, che crescono dell’8,5% con quasi 21 mila tonnellate in più rispetto al 2015 e i limoni (+8%). Meloni e kiwi rimangono fondamentalmente in linea con gli ultimi anni, mentre l’uva, in lenta crescita, aggiunge un punto percentuale sul 2015. Le fragole riprendono invece a crescere dopo un 2015 in contrazione. Eccezioni negative le angurie, che perdono circa 4.200 tonnellate di acquisto scendendo a 367 mila tonnellate (-1%) e le pesche che perdono il -1% dei volumi attestandosi a 267 mila tonnellate. Miglioramenti invece per le altre drupacee: nettarine +1%, albicocche +2%, susine +7% e ciliegie +9%.
Situazione poco omogenea per gli ortaggi, cresciuti di un moderato +0,6%. Nel 2016 l’ortaggio più acquistato è la patata (+3%); registrano una crescita più moderata i pomodori e per le carote (+1%). Meglio le cipolle (+4%), mentre registrano segno meno le insalate (-1%) e le zucchine (-2%). Si registra infine un aumento del 13% per asparagi, mentre i radicchi si attestano al +4% sul 2015.
Per quanto riguarda invece i canali di vendita dell’ortofrutta, secondo la ricerca il 62% degli acquisti avviene nella GDO, con un particolare sviluppo del canale discount. Se infatti i supermercati hanno ancora la quota maggiore delle vendite con il 35% dei volumi movimentati, a fronte del 14% del discount, dell’11% degli ipermercati e del 2% delle superette 2%, è il canale low cost a registrare il maggiore sviluppo nel corso del 2016. Il discount cresce a volume del 13%, per un totale di 1,17 milioni di tonnellate, mentre il supermercato si deve accontentare di un magro +1% (oltre 2,85 milioni di tonnellate di ortofrutticoli movimentati). Il dato risulta perfino negativo negli ipermercati, dove le vendite scendono a -3%. Le fonti tradizionali rivestono ancora importanza: i fruttivendoli accentrano il 22% dei quantitativi di frutta e verdura fresca e con 1,81 milioni di tonnellate di prodotti movimentati crescono sul 2015 del +9%. Sorte diversa per mercati rionali e ambulanti (13% la quota delle vendite), che non superano l’1,1 milioni di tonnellate e si fermano al di sotto dell’annata scorsa del -13%.
È invece un quadro molto più omogeneo quello dei prezzi medi del 2016 in confronto al 2015: salgono tutti quelli della grande distribuzione, discount compresi, mentre sul fronte dei canali tradizionali si equivalgono come nel caso degli specializzati, o calano come per ambulanti e punti vendita tradizionali.
“Due anni di crescita dei consumi domestici in Italia sono indubbiamente un segnale positivo, soprattutto perché testimoniano un più generale spostamento dai prodotti di origine animale a quelli di frutta e verdura”, osserva Renzo Piraccini, presidente di Macfrut, commentando lo studio. “Ciò non toglie – continua – che le sfide che il settore ha di fronte sono essenzialmente due: innovazione di prodotto e crescita sui mercati internazionali. Sono le due scommesse che il sistema ortofrutta ha davanti, e che Macfrut, fiera di filiera, ha raccolto con numerose novità e iniziative in programma nella prossima edizione”.
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