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                      Esselunga in vendita? Blackstone offre 6 miliardi di euro per la parte retail

                      Le future sorti del colosso privato della Gdo sono di nuovo al centro del dibattito sui media. Dai rumors pare che ci sia una possibilità remota di cessione per la catena guidata da Bernardo Caprotti. A rilanciarle nei giorni scorsi la notizia è stato il quotidiano Milano Finanza, che riferisce di un interesse del fondo americano di private equity Blackstone per la sola parte retail dell’azienda. L’offerta di Blackstone sarebbe nell’ordine dei 6 miliardi di euro

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      esselunga

                      Il fondo americano Blackstone offrirebbe 6 miliardi solo per la parte retail di Esselunga

                      Un fatturato di 7.312 milioni di euro (+4,3% rispetto al 2014) e un margine operativo lordo di 625 milioni di euro (+20% rispetto all’anno precedente): con questi numeri Esselunga ha portato a segno un bilancio 2015 decisamente positivo. Forte di questo risultato brillante, la catena di Bernardo Caprotti (91 anni il prossimo 7 ottobre) è tornata al centro dell’interesse del mondo economico-finanziario, che da anni guarda con attenzione al futuro e alle sorti del colosso privato della grande distribuzione.

                       

                      La prima a farsi avanti è stata la catena americana Wal-Mart, il primo retailer al mondo, poi è arrivato l’interesse dell’inglese Tesco e dell’insegna belga Delhaize, ora protagonista di una fusione con l’olandese Ahold che ha dato vita a un colosso europeo della grande distribuzione (leggi qui). L’ultimo a sondare la disponibilità a vendere di Bernardo Caprotti sarebbe stato il retailer spagnolo Mercadona.

                       

                      Ora, secondo quanto riportato in un articolo di MF Milano Finanza, pare ci sia un interesse del fondo americano di private equity Blackstone, per la sola parte retail dell’azienda. La valutazione di Esselunga secondo addetti ai lavori del mondo finanziario corrisponderebbe a 9,5-10 volte il margine operativo lordo. Sei miliardi di euro, quindi, cioè quanto il fondo Blackstone starebbe pensando di offrire per aggiudicarsi l’insegna.

                       

                      La notizia è stata ripresa online anche dal magazine Food, che sottolinea come – teoricamente – dall’operazione sarebbe escluso il patrimonio immobiliare messo insieme dal gruppo di Limito di Pioltello negli anni. Dei 153 punti vendita Esselunga un’ottantina sarebbero ospitati da immobili di proprietà dell’azienda, o, meglio, riconducibili a un’altra società della famiglia Caprotti, La Villata Partecipazioni.

                       

                      Che siano solo dei rumors? Qualche settimana prima dell’articolo di Milano Finanza, anche La Repubblica aveva parlato di un presunto interessamento di due fondi, Advent International e Texas Pacific Group. Sul futuro del gruppo, Esselunga, contattata da Food, ha rifiutato di rilasciare qualsiasi commento sull’ultima ‘ondata’ di indiscrezioni.

                       

                      A prescindere dalla fondatezza o meno della notizia, resta il fatto che questo interesse di grandi operatori finanziari è l’ennesimo attestato di stima nei confronti di Esselunga, del suo modello di retail, della sua capacità di creare valore nel tempo. Una storia di successo, merito dell’indiscutibile talento imprenditoriale di Bernardo Caprotti e della leva di manager che gestisce quotidianamente l’azienda, con competenza e professionalità. C’è d’augurarsi – come conclude anche Food – che se un giorno ci sarà un nuovo proprietario di Esselunga, estraneo alla famiglia Caprotti, questo abbia rispetto per la sua storia e per le sue grandi competenze.

                       

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