di Eugenio Felice
Con una relazione brillante e per certi versi provocatoria Giacomo Biraghi, responsabile Digital Pr di Expo Milano 2015, ha spiegato durante un convegno tenutosi il 6 novembre al Politecnico di Milano – Bovisa cosa dobbiamo aspettarci dall’Esposizione Universale. Innanzitutto, al di là degli scandali, delle denunce, delle polemiche e dei ritardi, Expo si farà e rappresenta un appuntamento di richiamo mondiale per Milano e l’Italia intera.
È anche già un successo, perché avrà più padiglioni rispetto ai precedenti, compresi quello di Shanghai del 2010 e a quello di Saragozza del 2008 e i suoi costi sono già pienamente coperti da sponsor, Paesi aderenti e biglietti venduti. È bene poi fare chiarezza sul target dell’Esposizione Universale: sono le famiglie con bambini, le più attente oggi agli aspetti della nutrizione, e in particolare le famiglie italiane: dei 21 milioni di persone attese come visitatori, ben 13/14 milioni saranno italiani. “Tre categorie,in particolare – ha detto Biraghi – non sono invitate: politici, giornalisti e intellettuali”.
L’Expo è uno spreco di denaro? Non proprio, dato che costerà 3,7 miliardi di euro ma durerà 6 mesi quando per un olimpiade che dura pochi giorni se ne spendono dai 10 ai 15. Il format, il linea con il target, è simile a quello dei parchi divertimento: ci sarà un biglietto da pagare, orari da rispettare, una coda da fare, centinaia di attrazioni e migliaia di eventi ripetuti uguali tutti i giorni, per sei mesi consecutivi. “Expo – ha spiegato Biraghi – è di chi se lo prende. È un evento – non una fiera – che rappresenta un’opportunità per tutto il sistema Paese, che non smuoverà il PIL nazionale ma sarà l’indotto a farlo, perché il vero business per le aziende italiane sarà attorno a Expo e dopo a Expo“. Un esempio era presente in aula al Politecnico a testimoniare la sua esperienza: la società padovana OrtoRomi specializzata in quarta gamma e tra gli sponsor di ExpoExpress.
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