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                      Gdo in timida crescita, ma è boom per il discount. Esselunga al top per redditività

                      Gli ultimi studi di Mediobanca scattano una fotografia dettagliata della situazione economica della grande distribuzione in Italia. Se parliamo di redditività per metro quadro, con 15.732 euro Esselunga doppia la media italiana. Di gran lunga superiore a Coop (6.850 euro), ma il colosso cooperativo resta comunque al top della nostra Gdo per fatturato, che nel 2015 sfiora gli 11 miliardi. In generale, i ricavi del settore retail salgono del 4,5% tra il 2011 e il 2015: la crescita dunque c’è, seppure timida. Preme invece sull’acceleratore il discount, con un balzo netto delle entrate (e redditività) di Eurospin e Lidl. In affanno i big francesi, Carrefour e Auchan, che chiudono il 2015 in rosso

                       

                      Dalla Redazione

                       

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                      Esselunga ha una redditività per mq che è più del doppio della media della Gdo in Italia

                      Esselunga ha registrato nel 2015 (ultimo dato disponibile), 15.732 euro di vendite per metro quadro. Più del doppio della media italiana nella grande distribuzione alimentare, che ammonta a 7.184 euro per metro quadro. Lo dicono gli ultimi studi di Mediobanca, che confermano ancora una volta come il colosso distributivo fondato da Bernardo Caprotti sia una best practice a livello internazionale.

                       

                      Il suo modello di business non può essere paragonato a quello di Wal-Mart, leader mondiale per fatturato, con store dislocati un po’ ovunque, – come fa notare un articolo sul Corriere Economia – ma facendo un confronto con altri importanti retailer europei, Esselunga risulta comunque il top. Prendiamo l’olandese Ahold (che ha di recente acquisito la belga Delhaize): il gruppo registra vendite per 12.780 euro per metro quadro. Poi c’è la spagnola Mercadona (8.070 euro), o la cooperativa tedesca Rewe (4.470 euro).

                       

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                      Fonte: Area Studi Mediobanca, “I maggiori gruppi italiani (2011-2015) e internazionali (2014-2015) della Gdo Alimentare”

                      Se guardiamo in casa, il gruppo leader della nostra Gdo, Coop, ha un fatturato per metro quadro che è meno della metà: 6.850 euro. Resta però al vertice per fatturato aggregato il gigante cooperativo italiano, che con le varie Coop territoriali nel 2015 ha chiuso un giro d’affari di ben 10,9 miliardi. Il margine operativo del 2015 (il differenziale tra i costi e le entrate generate dalle vendite) è tuttavia in rosso, per una cifra pari allo 0,7% del fatturato. I punti vendita delle cooperative hanno però chiuso in attivo grazie alla gestione finanziaria della liquidità in cassa.

                       

                      Lo sottolinea un altro studio recente di Mediobanca, che restituisce una fotografia in dettaglio della situazione economica della grande distribuzione nel nostro Paese: il settore cresce al rallentatore, ma a due velocità, si legge su Repubblica. Il giro d’affari del settore è cresciuto tra il 2011 e il 2015 del 4,5%, scontando la frenata dei consumi nel Belpaese, ma regalandosi un +1,9% nel 2015.

                       

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                      Fonte: Area Studi Mediobanca, “I maggiori gruppi italiani (2011-2015) e internazionali (2014-2015) della Gdo Alimentare”

                      Guardando nel dettaglio ai vari retailer, la situazione è articolata. La corsa al risparmio delle famiglie italiane ha fatto vivere al discount un quadriennio d’oro. I ricavi della tedesca Lidl sono cresciuti del 43%, quelli dell’italiana Eurospin del 42,9% con quest’ultima che è riuscita a mettere insieme dal 2011 ben 635 milioni di profitti.

                       

                      Esselunga, oltre alla maggiore redditività per metro quadro ha visto crescere le proprie entrate del +11,6%, per un profitto totale di 1,1 miliardi.


                      I reatailer francesi, invece, viaggiano con i conti in rosso. Auchan ha visto il suo fatturato in Italia crollare quasi del 20% e ha accumulato in quattro anni 559 milioni di perdite. Ancora peggio per Carrefour, che ha chiuso il periodo con oltre 2 miliardi di passivo e un crollo delle vendite del 9,6%. Il riassetto del gruppo ha iniziato però a dare i suoi primi frutti: nel 2015 infatti il volume d’affari del colosso transalpino è cresciuto del 6,1%, primo segno di una possibile inversione di tendenza.

                       

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