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                      Insetti commestibili sempre più vicini alle tavole degli italiani? Sembrerebbe di sì, anche se forse non vicini ai loro cuori. Come reso noto dalla Coldiretti in occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio, a partire dal primo gennaio 2018, il nuovo regolamento Ue sui “novel food” riconoscerà pienamente gli alimenti a base di insetti, aprendo quindi alla loro produzione e vendita anche in Italia. Per molti si tratta di abitudini alimentari sane che fanno bene all’ambiente. Ma il 54% degli italiani non ha nessuna intenzione di mettere alla prova il proprio palato, mentre sarà sempre più necessario verificare qualità e provenienza dei prodotti in arrivo nel nostro Paese

                       

                      di Massimiliano Lollis

                       

                      Polpette a base di larve con ceci, aromi e spezie (credits: Coop Svizzera)

                      Nel mondo sono almeno 2 miliardi le persone che apprezzano gli insetti come alimento, anche perché la scelta è molto vasta: secondo l’organizzazione FAO sarebbero quasi 2 mila  le specie di insetti considerate commestibili. E dalla cucina etnica alla moda, il passo è breve: mangiare insetti inizia ad avere successo anche in Occidente. Certo, la tendenza è in atto da tempo, e sono diverse le realtà commerciali e della grande distribuzione che a livello europeo si stanno muovendo in questa direzione. Un caso su tutti, la Coop Svizzera, che a partire dallo scorso agosto ha dato il via alla commercializzazione di hamburger e polpette a base di insetti nei propri supermercati (leggi qui).

                       

                      Ora però, con il via libera del nuovo regolamento Ue sui “novel food”, che dal primo gennaio 2018 riconosce gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi, aprendo quindi alla loro produzione e vendita in Ue, il fenomeno assume contorni sempre più reali e vicini alla nostra quotidianità. Alla base spesso c’è la volontà politica delle istituzioni – europee e internazionali – che ne incentivano il consumo soprattutto per la causa ambientalista. Spesso si ricorda infatti quanto il consumo di carne animale “tradizionale” possa minacciare la sostenibilità demografica del pianeta negli anni a venire e a tal proposito si citano le numerose qualità nutrienti – perlopiù proteiche – di diversi insetti che è possibile allevare con un ridottissimo utilizzo di acqua e di energia.

                       

                      Il palato degli italiani non si dimostra però così aperto alle novità. Secondo una indagine Coldiretti/Ixé, ben il 54% degli italiani si dice contrario agli insetti nel piatto, considerandoli estranei alla cultura alimentare nazionale, mentre il 24% si dice indifferente e il 6% non sa fornire una risposta. I favorevoli alla nuova tendenza gastronomica sarebbero il 16%.

                       

                      Le opinioni sono molto più nette quando si tratta di stabilire in che modo consumare questi insetti: una ricerca dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) – citata dalla stessa Coldiretti – dimostra quanto pochi siano gli italiani favorevoli alla possibilità di mangiare insetti interi. I test di degustazione organizzati dall’ateneo per testare il gradimento hanno però riscontrato una maggiore apertura nei confronti dei prodotti che contengono insetti nel preparato, come per esempio, farina di grilli o pasta con farina di larve: una modalità di consumo decisamente più soft.

                       

                      Coldiretti ha quindi presentato in anteprima al forum una serie di alimenti a base di insetti: dalla pasta all’uovo artigianale ai grilli, ai millepiedi cinesi croccanti arrostiti in forno; dalle tarantole arrostite senza conservanti né coloranti dal Laos ai vermi giganti della farina dalla Tailandia, che si dice abbiano un gusto simile alle patatine con un leggero aroma di pollo. Ma la lista di leccornie è ancora lunga: baco da seta all’americana, farfalle delle palme dalla Guyana francese fritte e condite, cimici d’acqua dalla Thailandia, e gli “aperinsetti”: vermi della farina aromatizzati alla paprika, al curry e al sale marino. I più coraggiosi al forum di Cernobbio hanno potuto degustare scorpioni dorati dalla Cina e neri dalla Thailandia, oltre a spiedini di scarabei. Vastissima, infine, la scelta di grilli, da quelli al curry e cocco a quelli piccanti al gusto barbecue, fino a quelli al peperoncino dolce, tutti prodotti in Thailandia.

                       

                      Con il via libera del prossimo gennaio da Bruxelles possiamo quindi considerare assolutamente sicuro mangiare insetti in EuropaIl presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo esprime cautela ricordando che “la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come la Cina o la Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”. Necessario quindi, più che mai, fare attenzione alla qualità e alla provenienza degli insetti edibili: “Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla nostra cultura alimentare – afferma  Moncalvo – l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità degli insetti”.

                       

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