Dalla Redazione
I frutti saranno di buona qualità, pezzatura e tenore zuccherino e, complice, il generale calo di produzione tra i competitor italiani ed europei, le prospettive commerciali sono buone. Quella che si prospetta è dunque un’annata positiva per il kiwi scaligero, secondo i dati rilevati da CSO Italy presentati il 13 ottobre scorso alla Camera di Commercio di Verona, nell’annuale incontro con gli agricoltori.
Il kiwi si vende e il mercato è positivo, soprattutto all’estero, dove l’Italia ha esportato 400 mila tonnellate di frutti: il 70% della produzione nazionale e il 21% in più rispetto al 2015: questo è emerso, in sintesi, dai dati previsionali per la campagna 2016-2017 presentate da Tomas Bosi di CSO Italy.
“Come ogni anno – ha spiegato Claudio Valente, componente di Giunta della Camera di Commercio di Verona – diamo ai produttori uno strumento in più: le informazioni necessarie a orientare le loro scelte di commercializzazione. L’annata è buona e i prezzi spuntati dovrebbero essere buoni, anche se resta l’incognita sulle rese”. Il momento rimane infatti difficile per il possibile insorgere delle fitopatologie. “Siamo con i produttori – continua Valente – nel chiedere con forza alla Regione e al Governo l’istituzione di un centro sperimentale per l’ortofrutta scaligera che possa dare risposte adeguate alle esigenze di affrontare le varie forme di fitopatie. Ma anche per sperimentare nuove cultivar e tecniche agronomiche sul territorio scaligero che, lo ha ricordato lo stesso assessore all’agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan, pesa per il 72% sulla produzione regionale di ortofrutta ”.
In Veneto la produzione di kiwi si contrarrà del 17% attestandosi sulle 52mila tonnellate per 2.520 ettari coltivati. La produzione regionale, si concentra prevalentemente nella provincia veronese. “La produzione si è ridotta per le malattie del kiwi che – ha spiegato il presidente del Consorzio di tutela kiwi, Fausto Bertaiola – hanno inciso sulla contrazione degli ettari coltivati. Chi ha, però, un buon prodotto potrà avere soddisfazioni, in questa stagione, senza dimenticare di puntare sulla qualità perché a livello globale si va verso un riequilibrio tra domanda e offerta. Il kiwi non è più una produzione di nicchia come negli anni 2000 e la concorrenza è forte”.
Con l’occasione Lorenzo Tosi di Agrea ha fatto il punto sulla Psa, la fitopatologia che ha colpito i kiwi negli ultimi anni. Se presa in tempo appare più controllabile. Non sono però ancora chiare le origini di questa malattia, la cui recrudescenza di quest’anno pare essere stata legata alle abbondanti piogge di questa primavera. Preoccupa, inoltre, la cimice asiatica che aggredisce i frutti incidendo sulle rese.
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