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                      La crisi degli ortaggi siciliani, la chiamata di Martina e il salvagente di Coop

                      Pagino IGP Coop
                      Una situazione senza precedenti. Disperata. Il clima ancora una volta ha determinato una crisi di mercato e riguarda tutti gli ortaggi. “La scorsa notte c’è stata una minima di 18 gradi”, ci ha riferito un produttore siciliano. La crisi del comparto, che supera i confini nazionali e riguarda anche Spagna e Francia, è arrivata sul tavolo del ministro Maurizio Martina che ha chiesto l’intervento della distribuzione moderna italiana e di McDonald’s. Coop Italia, scottata recentemente dalla sanzione dell’antitrust per violazione dell’art.62, ha risposto con un “salvagente”

                       

                      di Eugenio Felice

                       

                      Pomodoro Pachino Coop“Stiamo irrigando i campi di carote dallo scorso novembre, ma sa che costi dobbiamo sostenere?”, ci chiede un altro produttore. Va male per tutti gli ortaggi prodotti in Sicilia, dal pomodoro alle zucchine, dalle melanzane ai peperoni. Il pomodoro è diventato il simbolo di questa crisi, con la richiesta da parte del ministro Maurizio Martina di far scattare le clausole di salvaguardia. In realtà la sovraproduzione riguarda anche la Spagna e la Francia e il problema non riguarda solo il versante della produzione ma anche quello dei consumi. “Se al nord Italia fa caldo, certi ortaggi che vanno cotti si vendono di meno e non basta abbassarne il prezzo per cambiare la situazione”, ci spiega il referente nazionale di una delle cinque maggiori catene nazionali della GDO, che ci tiene anche a sottolineare che “noi non siamo stati contattati dal Ministero e le promozioni le stiamo già facendo, non solo sui pomodori, secondo i programmi stagionali già da tempo stabiliti”.

                       

                      “Il problema – ci dice un altro produttore, fornitore di Coop Italia – è che le lattughe possiamo anche lasciarle sul campo, se manca il prezzo, ma i pomodori li dobbiamo raccogliere per forza, altrimenti si compromette la pianta. E una volta raccolti vengono messi sul mercato, anche se non si coprono i costi di produzione. Poco è meglio di niente”. Ma cosa ha portato a questa situazione straordinaria? Da una parte le temperature calde in tutta Europa hanno favorito una sovraproduzione e un accavallamento produttivo tra le diverse zone di produzione e hanno rallentato i consumi. Dall’altra, se guardiamo al caso del pomodoro, stanno pesando gli accordi commerciali tra l’Unione Europea e il Marocco e la decisione della Russia di bloccare l’import dalla Turchia (leggi news) che è uno dei maggiori produttori europei di pomodori (l’output è tre volte superiore a quello spagnolo).

                       

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                      Il 18 febbraio si è tenuto il tavolo di crisi presso il Ministero delle Politiche Agricole alla presenza del ministro Maurizio Martina, del sindaco di Pachino Roberto Bruno, dell’assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana Antonello Cracolici, del presidente del Consorzio del Pomodoro di Pachino Igp Sebastiano Fortunato e di alcuni rappresentanti di aziende produttrici. Dal tavolo ne è uscita la richiesta alla distribuzione moderna mettere in atto interventi a sostegno del pomodoro. La prima catena che ha risposto è stata Coop Italia, che dal 20 al 28 febbraio ha in corso una promozione sul Pomodoro di Pachino Igp in tutta la rete vendita, con le confezioni da 500 grammi in vendita a 1,28 euro e quelle da 300 grammi a 0,98 euro, garantendo ai fornitori un prezzo di acquisto di 1,05 euro per la confezione da mezzo chilo. “Un salvagente per due week-end – ha dichiarato Claudio Mazzini, referente nazionale ortofrutta di Coop Italia – una promozione che è a tutti gli effetti una valorizzazione della convenienza”.

                       

                      “Un aiuto – continua Mazzini – che non risolve questa situazione e i problemi strutturali della produzione siciliana su cui la Gdo poco o nulla può fare. Non essendo passato per l’interprofessione, non abbiamo predisposto materiali ad hoc, anche perché non conosco il grado di adesione delle altre aziende della distribuzione”. Sull’interprofessione non facciamo commenti. Non ce n’è bisogno. Le altre catene della Gdo le abbiamo interpellate e più o meno la risposta è stata: le promozioni quando c’è sovraproduzione le abbiamo sempre fatte, ma preferiamo agire coi fatti più che con le parole. Certo non basterà il salvagente di Coop Italia a cambiare le sorti di questa campagna. Anche perché nel Ragusano c’è la maggiore produzione di ortaggi di tutta la Sicilia e di Pomodoro di Pachino Igp non se ne può certo produrre. Restano poi tutti i dubbi sull’efficacia, oggi, di una promozione di prezzo su una referenza che dovrebbe essere di fascia premium.

                       

                      Sconfortante il quadro che ci ha fatto su Linkedin Giuseppe Iasella, responsabile ortaggi di Coop Italia: “Quaranta giorni con prezzi di cessione al limite dei costi di produzione, a prescindere dalle cause siano esse di natura interna alla filiera o di natura congiunturale più addebitabili a fattori climatici, devono rappresentare un “problema” serio per tutti gli operatori che hanno a cuore i produttori e non solo di ciliegino di Pachino e dintorni. L’azione di Coop, ne hanno consapevolezza i produttori, non è la panacea dei mali del sistema e di certo non li scagiona dalle loro responsabilità che non sono poche, per la atavica lentezza nella innovazione, per scarsa vocazione alla aggregazione, per le storiche difficoltà nella internazionalizzazione, per la pressoché totale dipendenza dai bizzarri mercati domestici. Nel nostro Paese ci sono tuttavia produttori eccellenti che non possono essere lasciati “soli” ad affrontare una crisi che non solo mette in discussione per così lungo tempo il punto di pareggio dei costi ma, e sarebbe molto grave, la loro capacità di investire per i futuro. Perderemmo tutti! La Coop ha deciso di essere al loro fianco consapevole tuttavia che l’importante incremento nei volumi nel periodo non è la soluzione della crisi del pomodoro se non un attestato concreto di vicinanza”.

                       

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