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                      L’ultima del Macfrut a Cesena. Nel 2015 tre fiere italiane?

                      Macfrut fiere
                      Si è chiusa l’ultima edizione di Macfrut a Cesena. Un evento storico per il sistema ortofrutticolo italiano. Il presidente Scarpellini, che ha accompagnato la fiera fin dagli esordi, ha lasciato il testimone nelle mani di Renzo Piraccini. Per il 2015 tutto lascia intendere uno spostamento di Macfrut a Bologna, anche se i giochi sono ancora aperti. Intanto Verona con Fruit Gourmet Expo e Milano con Fruit Innovation fanno sul serio e puntano a diventare la Fiera italiana dell’ortofrutta

                       

                      di Eugenio Felice

                       

                      Macfrut fiereMentre lasciamo la fiera di Cesena, nel pomeriggio di venerdì 26 settembre, osserviamo gli ultimi visitatori che risalgono sulle loro auto in sosta sull’erba e pensiamo, meno male che non ha piovuto, altrimenti sai che infangate.. Percorriamo via Dismano per avviarci all’autostrada e diamo un ultimo sguardo ai padiglioni fieristici, con quelle coperture a cono rovesciato dall’aria vagamente circense e ci viene un po’ di malinconia: probabilmente non ci torneremo più, un’apputamento che per decenni è stato riferimento per il sistema ortofrutticolo nazionale e internazionale lascia la sua storica sede per cercare di fare quel salto di qualità che da tanti anni gli operatori richiedono. Si parla di spostarsi a Bologna, dopo che i colloqui con Milano e Verona non sono andati a buon fine. Staremo a vedere, perché la proprietà di Macfrut è del Comune di Cesena, che ora si trova con una struttura fieristica senza contenuti, un’area che andrà riqualificata. Così come non è detto che abbinare il Sana a una fiera legata ai macchinari sia la scelta vincente.

                       

                      Si parla tanto di location ma ancora poco di contenuti. Abbiamo parlato con diversi operatori ed emergono delle evidenze. Innanzitutto molti non hanno ancora chiaro che nel 2015 sono in programma tre fiere italiane dell’ortofrutta: il Macfrut (dove non si sa ancora con precisione, ma è quasi certo l’abbandono di Cesena), Fruit Gourmet Expo a Verona e Fruit Innovation a Milano. Le date certe per ora sono quelle di Verona e Milano, entrambe nel mese di maggio. Se Verona è più orientata agli aspetti della gastronomia, Milano appare più focalizzata sull’intera filiera, compresi i macchinari (non per niente tra gli organizzatori c’è Fiera Milano ma anche Ipack-Ima). Allo stato attuale non è previsto alcun accordo tra enti fieristici e nulla lascia presagire che qualcuno di essi faccia un passo indietro. Un’altra evidenza che emerge è la mancanza di associazioni di categoria veramente rappresentative e riconosciute come tali. Perché la decisione finale sulla fiera nazionale dell’ortofrutta dovrebbe essere in capo alle aziende del settore, quindi agli espositori, non certo agli enti fieristici. Fruitimprese si è apertamente schierata con Milano e così Unaproa e Fedagro Mercati. Quale sia l’orientamento del CSO non è dato sapere. E nemmeno quello di Confcooperative e di Aiipa (quarta gamma).

                       

                      Il treno è già passato? Il Macfrut rischia di essere ricordato non per essere stata la prima fiera europea dell’ortofrutta ma per aver affossato le velleità dell’Italia di avere una fiera di settore di serie A. Nei fatti il Macfrut da anni non gioca più alla pari con le fiere internazionali più importanti, Fruit Logistica e Fruit Attraction solo per citare quelle europee. Il presidente di uno dei più importanti consorzi di produzione di frutta che abbiamo in Italia, con cui abbiamo avuto modo di discorrere in una colazione informale ieri, ci ha confessato che a suo modo di vedere il treno delle fiere è già passato per l’Italia, ormai gli appuntamenti internazionali sono già delineati e probabilmente non c’è spazio per averne un altro. La grande domanda allora è: ha ancora senso oggi una fiera alla produzione? Sarebbe in grado questa fiera di attirare buyer da tutto il mondo? Il Cile è il più grande esportatore di numerosi frutti ma non fa nessuna fiera dentro i suoi confini: i clienti li incontra nelle varie manifestazioni internazionali oppure organizza per loro delle visite specifiche. Le fiere che finora hanno funzionato veramente sono quelle che si svolgono nel mercato dove si vuole vendere: Fruit Logistica in Europa (ma dato che ormai è troppo grande e dispersiva funziona anche il “distaccamento” di Madrid), il PMA in Nord America e l’Asia Fruit Logistica in Oriente.

                       

                      Quindi non c’è più spazio per una fiera italiana dell’ortofrutta? Molto probabilmente è così. Ma il futuro è un mistero e non è ancora detta l’ultima. Se le aziende del settore sapranno prendere una strada univoca – il possibile spezzatino tra Bologna, Verona e Milano sarebbe un vero autogol – e ci crederanno investendo risorse ed energie, dando dei contenuti attrattivi a una location altrettanto attrattiva, l’Italia potrebbe avere quella vetrina che merita. Vi terremo aggiornati.