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                      VI.P-Mela Val Venosta: più automazione, più qualità. Il caso della Texel di Naturno

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                      Siamo stati in Val Venosta per visitare una delle sette cooperative del consorzio VI.P, la Texel di Naturno, che oltre ad avere un magazzino automatico da 16 mila bins presenta degli automatismi unici in Europa: praticamente la manodopera è presente solo nella sala di confezionamento e nell’area destinata al carico dei camion. Il direttore della Texel, Christoph Tappeiner: “Dal 2017 rinnoveremo anche la sala di lavorazione”. Il responsabile marketing della VI.P, Michael Grasser: “La tecnologia è più o meno la stessa in tutte le nostre cooperative, tutto è finalizzato ad elevare la qualità e il servizio, nel rispetto dell’ambiente”

                       

                      di Eugenio Felice

                       

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                      Una veduta dall’esterno dello stabilimento Texel a Naturno

                      È fine ottobre quando ci rechiamo in Val Venosta per visitare una delle maggiori cooperative melicole d’Italia e d’Europa, la Texel di Naturno, che in un’annata normale lavora 75 mila tonnellate di mele. In valle la supera solo la Mivor di Laces con le sue 85 mila tonnellate di prodotto. Parliamo di annata normale perché purtroppo quest’anno una gelata nella notte tra il 27 e il 28 aprile si è portata via il 20 per cento della produzione. L’invito è arrivato da Christoph Tappeiner, il direttore della cooperativa, desideroso di farci vedere fin dove si è spinta l’automazione all’interno dello stabilimento. La Texel dal 2012 dispone infatti di un magazzino automatico da 16 mila bins (vale a dire oltre 5 mila tonnellate) e dal 2015 di una nuova calibratrice da 10 corsie e 66 canali di uscita collegata in modo automatico allo stesso magazzino automatico. Da quest’anno poi è stata automatizzata anche la fase che va dal magazzino automatico alle 12 linee di confezionamento. In particolare questa automazione è unica in Europa.

                       

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                      Christoph Tappeiner, direttore della Texel di Naturno

                      “Dal prossimo anno – ci spiega Tappeiner – gli investimenti si concentreranno sulla sala di lavorazione. A quel punto ci piacerebbe potenziare lo spaccio  aziendale e aprire lo stabilimento ai turisti per far vedere tutta l’attenzione che riserviamo alle mele e all’ambiente. Naturno è infatti il comune della valle con il maggior flusso turistico. Tutti gli interventi sono finalizzati al miglioramento della qualità. Il magazzino automatico ci ha permesso, ad esempio, di abbattere il numero di carrelli in movimento nello stabilimento e quindi il rischio di incidenti, ma allo stesso tempo, cosa ancora più importante, ci ha permesso di dare al cliente la partita giusta con tempi veloci nell’evasione dell’ordine. La temperatura costante a 2,5 gradi poi si traduce in maggiore shelf-life del prodotto. In altre parole lavoriamo meglio e diamo un servizio e un prodotto superiori ai nostri clienti, cercando un impatto ambientale sempre più  basso. Abbiamo anche salvaguardato la manodopera, che è stata spostata nelle fasi di confezionamento e logistica”.

                       

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                      “L’innovazione in campagna, con tecniche agronomiche sempre più rispettose dell’ambiente, deve andare di pari passo con l’innovazione negli stabilimenti”, ci spiega Michael Grasser, responsabile marketing della VI.P, il consorzio delle cooperative frutticole della Val Venosta di cui fa parte anche la Texel. “Sperimentiamo con i nostri fornitori tecnologie nuove – continua – e quando siamo certi della loro efficacia le applichiamo nei diversi nostri stabilimenti. L’esempio più evidente è il magazzino automatico: tre stabilimenti (Texel, Mivor, Geos) lo hanno già, altri due lo avranno nei prossimi anni, l’investimento è già stato pianificato. Un altro esempio è il controllo interno dei frutti in fase di calibrazione: se non lo abbiamo ancora adottato è perché non siamo ancora sicuri che con la tecnologia di oggi dia i risultati che cerchiamo noi. Tutto questo lavoro e queste attenzioni nei frutteti e negli stabilimenti sono finalizzati a dare ai nostri clienti una qualità superiore e per questo abbiamo deciso di rinnovare anche l’immagine con le due coccinelle, sinonimo di naturalità e qualità”.

                       

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                      La fase di confezionamento, in cui la manodopera è ancora fondamentale

                      “Quest’anno – anticipa Grasser – avremo tra il 15 e il 20 per cento in meno di mele. I conteggi finali potremo farli a fine raccolto verso metà novembre. Il danno maggiore si è verificato in zona collinare, a causa del forte vento e della temperatura a -6 gradi nella notte tra il 27 e il 28 aprile. Per la Val Venosta significa che se la media degli ultimi 5 anni è stata di 350 mila tonnellate, saremo quest’anno poco sopra le 300 mila tonnellate. Al marchio con le coccinelle dedicheremo il prodotto top, mentre dove si presenterà qualche imperfezione, come della ruggine, il marchio utilizzato sarà Amélie. I nostri clienti consolidati comunque possono stare tranquilli, il prodotto per loro c’è, solo avremo minore necessità di spingere su nuovi mercati. Le vendite sul mercato italiano saranno sostenute da campagne di comunicazione focalizzate sui nuovi canali, come i social media, per raccontare la storia che sta dietro a ogni singola mela”.

                       

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