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                      Melinda e La Trentina, è matrimonio anche sulle mele. O è un salvataggio?

                      Se ne parla da alcune settimane. Il Trentino è la regione maggiormente colpita dalle calamità naturali, con un raccolto di prima qualità di mele che dovrebbe essere di almeno l’80 per cento inferiore alla norma, complici anche gli ultimi fortunali della prima metà di agosto. Melinda è uno dei brand più noti in Italia in ortofrutta ma quest’anno avrà poco prodotto. Una situazione che ha accelerato in seno alla cooperazione trentina il processo per risolvere anche la questione La Trentina, un consorzio che negli ultimi anni ha perso alcuni pezzi (SFT) e da un mese anche il direttore generale. Intanto si parte con una sinergia commerciale, con Melinda che venderà le mele La Trentina, poi si vedrà

                       

                      di Eugenio Felice

                       

                      La notizia della partnership tra i due player della melicoltura trentina circolava già da alcune settimane tra gli addetti ai lavori, poi è arrivato l’annuncio da parte delle due aziende, che hanno indetto per lunedì 28 agosto una conferenza stampa ufficiale. In questa data sarà annunciata ufficialmente la partnership commerciale fra Melinda e La Trentina per la campagna 2017/2018. Pare sia stata la Trentina ad assumere l’iniziativa sotto la guida del nuovo presidente Rodolfo Brocchetti, che ha fatto il primo passo con una proposta scritta a Melinda, come riporta un articolo su Trentino-Corriere Alpi. Questa proposta è caduta, non a caso, nell’annata in cui Melinda si trova con una scarsissima disponibilità di mele, a causa delle gelate di aprile e maggio che hanno colpito drasticamente il raccolto (leggi qui l’intervista al presidente Michele Odorizzi). La produzione del consorzio melicolo della Val Di Non, ma anche di La Trentina, è stata poi ulteriormente danneggiata dalle grandinate dei mesi di luglio e agosto, quando i frutti erano in piena maturazione.

                       

                      La partnership fra le due aziende era già stata anticipata da una collaborazione sulle ciliegie (leggi qui). Per i piccoli frutti di montagna prodotti da La Trentina, Melinda ha potuto offrire un servizio di prim’ordine nella selezione, grazie alla nuova macchina Unitec installata lo scorso anno. Questo ha favorito la dilatazione della stagione, cosa molto positiva anche per Melinda e ha favorito la valorizzazione del prodotto per i cerasicoltori de la Trentina con soddisfazione di tutti. Ora, sulla base di questo manifestato interesse le due OP stanno lavorando riservatamente a un progetto che porti a una maggiore sinergia fra i due gruppi, anche sulle mele, per ora con l’attenzione a questa annata decisamente anomala dove La Trentina dispone di una produzione meno danneggiata rispetto a Melinda. Certo, anche nelle zone dove opera La Trentina è successo di tutto: gelo in Valsugana, poco in Valle del Sarca e quasi nullo in Val d’Adige, dove è arrivato il vento che ha fortemente danneggiato una trentina di ettari di meli che sono stati letteralmente sradicati dal suolo.

                       

                      Si parte quindi con una sinergia commerciale, sul futuro si vedrà. Il marchio La Trentina andrà quindi in pensione? Per ora si esclude che le mele di fondo valle siano marchiate Melinda, anche se potrebbe un domani  essere usato il marchio “Amici di Melinda” che ha esordito nel 2015 proprio con i piccoli frutti. La Trentina del resto negli ultimi anni ha visto il suo peso calare progressivamente nel panorama melicolo nazionale. In particolare con l’uscita di SFT, la più grande delle sue cooperative, che dopo un periodo a dir poco travagliato (leggi qui) è entrata a far parte del gruppo Apofruit Italia. Anni prima La Trentina aveva perso anche Mezzacorona, cooperativa da 20-25 mila tonnellate di mele. Infine, arrivando ai giorni nostri, dal mese di luglio è venuta a mancare anche la figura del direttore generale, Simone Pilati, mentre la figura del marketing latita già da settembre 2015. Più che un’alleanza, quindi, sembra un salvataggio da parte della cooperazione trentina per quello che rimane di La Trentina e delle sue cooperative, in un anno di straordinarie calamità naturali.

                       

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