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                      Pink Lady, Mellenotte (dir. Aple) “Entro il 2025 raggiugeremo le 280 mila tonnellate”

                      Il direttore dall’Associazione Pink Lady Europa ha partecipato il 20 ottobre all’open day dedicato alla mela dal bollino a forma di cuore che si è tenuto nello stabilimento di Ferrara di Salvi Unacoa e Afe. L’occasione è stato il primo Pink Lady Day svoltosi in contemporanea in 100 stazioni di confezionamento europee: una giornata volta a far conoscere meglio un sistema eccellente e sostenibile che ha unito tre Paesi produttori (Italia, Francia e Spagna) e 2.800 agricoltori. Dopo una dimostrazione di tutte le fasi di lavorazione, confezionamento e imballaggio presso lo stabilimento ferrarese, visita ai meleti dell’azienda Volpin Riccardo. L’annata 2017/2018 parte con tutti i buoni auspici: a livello europeo saranno commercializzate 180 mila tonnellate di Pink Lady. E l’obiettivo è di crescere ogni anno dell’8-10%. “Come Salvi Unacoa prevediamo di raccogliere 15-16 mila tonnellate di prodotto”, dichiara il presidente Marco Salvi. L’80% viene esportato, con un particolare interesse per il Far East. “Ci sono tre dossier in corso: – rivela a questo proposito – Vietnam, Taiwan e Thailandia”

                       

                      di Carlotta Benini

                       

                      Da sinistra Sonia Volpin, Marco Salvi, Riccardo Volpin, Thierry Mellenotte, Silvia Salvi (copyright: Fm)

                      È una mela elegante e profumata, con un bouquet ricchissimo e una polpa compatta, croccante e succosa. Si raccoglie per ultima, in campagna, e non è una varietà facile da coltivare, richiede importanti investimenti, grande esperienza tecnica e know how. Ma la sua è una filiera sostenibile, anche in senso economico. Stiamo parlando di Pink Lady, la mela dal bollino a forma di cuore, che sotto l’egida dell’associazione europea ha unito tre Paesi (Italia, Francia e Spagna) e un’intera filiera produttiva, che va dai vivai, alle aziende melicole, fino alla distribuzione e commercializzazione. Il filo rosso – anzi, rosa – che tiene insieme tutte queste realtà? Passione e innovazione nella coltivazione di un prodotto “a sviluppo controllato”, i cui elevati standard qualitativi sono un impegno e una sfida che si rinnova anno dopo anno, rappresentando al contempo una certezza di remunerazione per i produttori stessi.

                       

                      La mela club è stata al centro del primo Pink Lady Day, il 20 ottobre: una giornata che si è svolta in contemporanea nelle 100 stazioni di confezionamento presenti in Europa per far conoscere al pubblico gli attori di una filiera equo-solidale basata su un modello unico. Per l’occasione ha aperto le porte ai produttori, alle scuole e ai giornalisti anche lo stabilimento di Ferrara di Salvi Unacoa (licenziataria del marchio Pink Lady per la commercializzazione) e Afe (O.P. che ne gestisce la lavorazione presso la sede estense). Special guest dell’open day, direttamente dalla Francia, il direttore dell’Associazione Pink Lady Europa (Aple) Thierry Mellenotte.

                       

                      Nello stabilimento di Salvi Unacoa le mele vengono calibrate in acqua (copyright: Fm)

                      “All’inizio dell’avventura Pink Lady, vent’anni fa, in Europa non si guadagnava con questa mela. – esordisce Mellenotte – È stata una scommessa, a cui tutti i soci hanno creduto fortemente fin da subito, sposando il progetto e dando fiducia all’organizzazione. Un progetto di filiera che pone al centro l’interesse del produttore, e che per la prima volta ha saputo mettere insieme tre Paesi competitor fra di loro in ambito ortofrutticolo, oggi legati da un’intesa per lo sviluppo del marchio Pink Lady”. La scommessa, oggi, si è rivelata vincente.

                       

                      A dimostrarlo sono i numeri che parlano dello sviluppo di questa varietà club:Pink Lady tornerà sul mercato a partire dal 2 novembre – rivela il direttore dell’associazione Pink Lady Europa – Quest’anno saranno commercializzate 180 mila tonnellate di mele club, il 75% di queste esportate in tutto il mondo, in oltre 50 Paesi. L’obiettivo è quello di raggiungere entro il 2025 le 280 mila tonnellate: il che significa una crescita annua dell’8-10%”.

                       

                      Quest’anno saranno commercializzate 180 mila tons.di Pink Lady, il 75% in export (copyright: Fm)

                      Ad oggi l’associazione Pink Lady conta su oltre 2.800 frutticoltori (di cui più di 1.900 in Italia) per 3.800 ettari di frutteti e assicura circa 10 mila posti di lavoro diretti in Europa. La mela dal bollino a forma di cuore è molto apprezzata in Europa ed è conosciuta da tutti i consumatori “La brand awareness e dell’80-85%”, spiega Mellenotte, tuttavia i consumatori italiani, francesi e spagnoli spesso ignorano che questa mela venga prodotta in casa. In Italia, secondo Paese produttore, la notorietà del marchio è del 40-45%: ciò significa che c’è ancora molto da lavorare”. In questo contesto nasce l’idea del primo Pink Lady Day: una giornata che, unitamente a una nuova campagna di comunicazione corporate, intende rafforzare il brand e i valori che sono alla base dell’associazione.

                       

                      Pink Lady è un prodotto che sta dando molte soddisfazioni, quindi l’obiettivo dell’associazione europea è quello di replicare nel tempo questo successo con l’apertura a nuovi mercati internazionali. “Ci sono tre importanti dossier in corso sulle mele”, rivela a questo proposito Marco Salvi, presidente di Salvi Unacoa. Oggi l’imprenditore emiliano ha preso il testimone dal padre Luigi alla guida della società consortile che, riunendo a sua volta due O.P. (AFE per il Centro-Nord e CJO per il Sud), è leader a livello internazionale nella produzione e commercializzazione di frutta. Lo affianca alla guida dell’azienda la sorella Silvia, che gestisce la parte vivaistica. “Siamo a buon punto per risolvere le barriere fitosanitarie e aprire l’export verso il Vietnam e il Taiwan, in settembre abbiamo ricevuto la visita di ispettori sanitari da questi Paesi. – precisa Salvi – Inoltre ci apprestiamo ad affrontare anche un terzo dossier dedicato alla Thailandia”.

                       

                      Sulla produzione di Pink Lady vige un rigido presidio della qualità, visiva e intrinseca (copyright: Fm)

                      Come Salvi Unacoa, la previsione produttiva per questa campagna Pink Lady appena all’inizio è di raccogliere 15-16 mila tonnellate di Pink Lady. “Fortunatamente non siamo stati toccati dalle gelate che a livello europeo hanno distrutto il 30-35% del raccolto. –continua Salvi – La qualità dei frutti è buona e il calibro sarà perfino superiore allo scorso anno. I volumi sono in linea con quelli di una normale annata. I prezzi? Vista la mancanza di prodotto in Europa, ci aspettiamo qualche soddisfazione in più”. Il 10-15% del prodotto italiano viene destinato alla Gdo del nostro Paese. Ma il grosso della produzione, anche in questo caso, viene destinato all’export: la sola filiera italiana esporta l’80% della produzione.

                       

                      “Quella della Pink Lady è una filiera sostenibile, anche economicamente, perché garantisce ai produttori la giusta remunerazione, fattore importantissimo soprattutto nelle annate particolarmente difficili del settore. Il modello associativo, poi, favorisce la condivisione delle esperienze e permette il pieno coinvolgimento dei produttori nella sua governance” sottolinea a margine dell’open Day Mauro Grossi, presidente AFE.

                       

                      Da sinistra Marco Salvi, Thierry Mellenotte, Luigi Salvi, Silvia Salvi, Riccardo Volpin, Mauro Grossi (copyright: Fm)

                      Durante la mattinata si è tenuta anche una visita al frutteto Pink Lady dell’azienda Volpin Riccardo, a Settepolesini di Bondeno (Fe). Di origini venete, poi emigrato in Venezuela, oggi Volpin si è stabilito nelle campagne ferraresi, dove nell’azienda di 100 ettari ha 25 ettari di meleti (Pink Lady, Fuji e Gala la varietà coltivate) e pereti (Abate e Kaiser). Oggi lo affiancano in azienda il figlio Stefano e la figlia Sonia. “Questa è una zona particolarmente vocata per la Pink Lady. – esordisce – Le caratteristiche del terreno e l’esposizione al sole fanno sì che i frutti sviluppino un calibro e una colorazione ottimale”. “La qualità paga”, aggiunge sottolineando l’impegno dei tanti produttori che, come lui, investono ogni anno nella cura e nella gestione degli impianti. Questo in un contesto europeo in cui vige un rigido presidio della qualità: solo il 65-70% delle mele prodotte, infatti, risponde ai requisiti del disciplinare tecnico di Pink Lady. L’impegno di Volpin, in questo senso, ha portato i suoi frutti. La sua percentuale di prodotto di prima categoria, infatti, è elevatissima: quest’anno è il 95% circa.

                       

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