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                      Pokémon GO: catturiamo anche più visitatori per le fiere e più consumatori?

                      Come sarebbe la Pokémon mania nel mondo di frutta e verdura? In più di 100 punti vendita Carrefour in Italia arriva la caccia agli animaletti virtuali. Si trovano ovunque: sugli scaffali, nei banchi frigo e nei reparti ortofrutta. E mentre sui canali social del gruppo gli utenti sono aggiornati in tempo reale sulla caccia a Pikachu fra le pesche e le albicocche o i meloni, dall’universo ortofrutticolo inizia a levarsi un certo interesse per quello che, da semplice gioco, potrebbe diventare un’opportunità di marketing vera e propria. Il direttore di Bestack Claudio Dall’Agata immagina uno scenario fantastico post Macfrut, in cui la fiera ha incrementato del 50% le proprie visite grazie solo alla presenza dei “cacciatori” di Pokèmon

                       

                      Dalla Redazione

                       

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                      Carrefour Italia ha lanciato la caccia ai Pokémon in oltre 100 punti vendita

                      La Pokémon GO mania è arrivata anche lungo le corsie del supermercato. In particolare ha coinvolto Carrefour Italia, che da fine luglio ha lanciato una vera e propria caccia all’animaletto virtuale in oltre cento punti vendita della Penisola. Ogni giorno gli utenti possono trovare un vero e proprio “raduno” di Pokémon da catturare: si trovano ovunque, sugli scaffali, nei banchi frigo e nei reparti ortofrutta.

                       

                      Il colosso francese della grande distribuzione è la prima insegna in Italia a lanciare iniziative vere e proprie dedicate a Pokémon GO. Questo grazie all’attivazione di moduli esca nei dintorni dei punti vendita: dei veri e propri punti di aggregazione per i cacciatori di Pokémon. Grégoire Kaufman, direttore commerciale e marketing di Carrefour Italia ha così commentato: “Grazie a Pokémon GO, è stata rivoluzionata  l’esperienza di gioco così come Carrefour, attraverso i suoi formati e servizi, ha rivoluzionato il mondo della grande distribuzione. Anche per questo siamo soddisfatti di attuare un’iniziativa che in modo simpatico e innovativo può coinvolgere giocatori e non solo”.

                       

                      E mentre sui canali social di Carrefour i millennials sono aggiornati in tempo reale su come procede, in ogni supermercato, la caccia a Pikachu fra le pesche e le albicocche o i meloni, dall’universo ortofrutticolo inizia a levarsi un certo interesse per quello che, da semplice gioco, potrebbe diventare – forse? – un’opportunità di marketing vera e propria.

                       

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                      Il direttore di Bestack Claudio Dall’Agata

                      Claudio dall’Agata, direttore di Bestack, il consorzio dei produttori italiani di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta, fantastica su Linkedin di uno scenario immaginario post Macfrut. “Visitatori rabdomanti al seguito del proprio smartphone hanno setacciato le sale convegno dei padiglioni della fiera di Rimini. – scrive – La leggenda narra che Dragonite, 149esimo nel Pokèdex, abbia fatto la sua tana nella sala Diotallevi. Per non dire che in tanti si sono ritrovati all’ingresso Sud perché nello spazio Fruit&Veg c’è una palestra segreta dove potersi sfidare. Altri ancora hanno visto Pikachu aggirarsi tra la frutta bio di Almaverde, mentre nello stand di Valfrutta Fresco c’è un Pokè Stop dove procurarsi Pokè Ball, Mega Ball, Ultra Ball e Master Ball”.

                       

                      Ecco allora che, nell’immaginario di Dall’Agata, un fiera B2B che nel 2015 è stata visitata da 40 mila persone, nel 2016 è cresciuta del 50%, toccando i 60 mila visitatori e diventando una vetrina consumer per le aziende e per i loro marchi.

                       

                      “Una fiera, quindi – continua il direttore di Bestack – che ha rimesso al centro il prodotto fresco, lo ha fatto vedere valorizzandolo, presentando tipicità, profumi, colori e (quasi) tutti i marchi della produzione italiana. Talmente tanto che i grandi marchi che nel 2016 non erano presenti, hanno già prenotato gli spazi per l’edizione 2017, per contribuire a ricompattare in un’unica fiera tutta la produzione ortofrutticola italiana e insieme presentarsi al mondo con sempre più servizi di promozione per le aziende verso il consumatore finale”.

                       

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                      Un’immaginaria invasione di Pokèmon a Macfrut

                      Purtroppo, però, questo resta solo un sogno, verrebbe da dire. “Ci avete creduto? Peccato che la notizia non sia vera ma frutto di pura fantasia, posto che siamo ancora a più di un mese prima dall’evento – prosegue Dall’Agata – In ogni caso, sapete certamente che stiamo parlando di una possibile applicazione di un fenomeno che nel solo mese di luglio, ha raccolto 75 milioni di seguaci in tutto il mondo, ultimo incredibile strumento di marketing passivo che sta modificando abitudini e stili di vita e facendo nascere professioni”.

                       

                      Il 31 luglio, riporta Dall’Agata, è stato organizzato il primo campionato del mondo a Varsavia, Mercedes Benz sta utilizzando dei moduli esca vicino ai Pokè Stop per attirare clienti nei concessionari, Niantic (la casa di produzione di app di Nintendo, che ha lanciato il gioco) sta pianificando l’impiego commerciale prevedendo piazze sponsorizzate per attirare i Pokèmon, e soprattutto i loro cacciatori.

                       

                      Quindi? “La mia vuole essere solo una piccola divagazione per ribadire che, per ridare slancio al settore, riaccendere i consumi, rendere cool il consumo di frutta e verdura, forse occorre utilizzare qualsiasi strumento di comunicazione, non tralasciando neanche i più innovativi. Così come il consumatore, probabilmente, deve essere messo costantemente al centro degli eventi di promozione di settore – fiere in testa – da parte delle aziende, con i servizi che esse propongono, con gli ambiti stampa e media su cui si posizionano, oggi esclusivamente specializzati e autoreferenziali. Per nulla rivolti con costanza al grande pubblico, palcoscenico tra l’altro che poche aziende ortofrutticole possono permettersi. Se fosse così in un sol colpo Pikachu sarebbe riuscito nell’impresa dove politica e enti fiera rischiano di fallire”.

                       

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