L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
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                      Quarta gamma di frutta: un grande potenziale

                      A inizio giugno abbiamo partecipato a un retail tour presso diversi punti vendita della grande distribuzione a Londra, con lo scopo di scoprire le tendenze in atto: display accattivanti ed eleganti, tanta comunicazione che spinge agli acquisti di impulso, frutta matura al punto giusto, vendita a pezzo e non a chilo, prendi due o tre pezzi e paghi meno, tanti banchi frigo refrigerati, molta private label, servizi gratuiti come il caffè, ma soprattutto tantissima frutta di quarta gamma

                       

                      di Eugenio Felice (da Fm, edizione luglio 2014)

                       

                      WholeFoods IV gamma

                      Vaschette di frutta pronta al consumo da Whole Foods in UK (Copyright: Fm)

                      Lo ammettiamo: siamo andati al London Produce Show and Conference anche per il retail tour. Quale migliore occasione per fare una visita guidata nei punti vendita delle catene distributive inglesi. Il nostro obiettivo è vedere quali sono le differenze con i punti vendita italiani e quali le tendenze in atto. Nel tour sono previste tutte le maggiori insegne, ad esclusione di Morrisons, Aldi e The Co-operative. Partiamo da Lidl, canale discount, presente dal 1994 nel Regno Unito. Assieme ad Aldi, pur avendo quote di mercato ancora basse (siamo attorno al 5 per cento), è la catena che sta registrando i tassi di crescita maggiori degli ultimi anni, a spese del leader Tesco. Il punto vendita appare più curato rispetto a quelli italiani: il reparto ortofrutta è proprio all’ingresso del punto vendita ed è decisamente ampio. Ci ha sorpreso ad esempio la grande segmentazione dedicata al pomodoro, presente in un po’ tutte le tipologie e con diversi imballaggi. Come succede da noi, è parso accentuato il legame con il Paese. Se da noi vicino all’insegna campeggia uno scudetto tricolore in stile calcistico, nel Regno Unito c’è un cuore con i colori della Union Jack che segue la tendenza, accentuata oltre la Manica, di dare enfasi ai prodotti locali. Camminando tra le corsie abbiamo notato due prodotti italiani: le ciliegie dell’azienda pugliese Di Palma e l’aglio dell’azienda veneta Cervati.

                       

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                      È la volta del mitico Sainsbury’s. Visitiamo il punto vendita di Cromwell Road, di grande formato. Molto bello, tutto curato, lo sforzo per comunicare al consumatore e spingerlo all’acquisto è notevole, sia nel packaging che nei manifesti sopra i banconi. Notiamo qui che vicino alle casse (e all’ingresso), ci sono le isole con le riviste, i frigo con le bevande fresche e quelli con i prodotti pronti al consumo, tra cui un assortimento molto ampio di buste e vaschette di quarta gamma di frutta. C’è proprio di tutto ed è difficile non cedere alla tentazione di acquistare qualcosa per fare uno snack veloce. Acquistiamo una busta da 80 grammi di uva rossa seedless per 0,65 sterline e una vaschetta di semi di melograno con tanto di forchettina e salvietta. Osserviamo un’altra cosa: se prendiamo tre pezzi ci fanno uno sconto, 1,5 sterline al posto di 1,95, vale a dire il 23 per cento di sconto, una bella alternativa (per il distributore) al tre per due. Sainsbury’s è il terzo distributore inglese – anche se si gioca ogni anno la seconda piazza con Asda – con una quota nel grocery del 16,5 per cento. Anche qui è accentuata e valorizzata la presenza del prodotto made in UK, la private label ovviamente è onnipresente, come nelle altre insegne e c’è anche lì una segmentazione: la premium line si chiama Taste the difference. Una curiosità: ci sono anche i meloni Galia, quelli gialli fuori e bianchi dentro, un top di gamma da noi sconosciuto.

                       

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