L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
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                      Quattro passi (e foto) al nuovo Eataly Milano Smeraldo

                      Eataly HP
                      Code all’inaugurazione, ieri, del nuovissimo store di piazza XXV aprile. Si conferma la formula vincente di Farinetti: un’assortimento fatto quasi esclusivamente di prodotti alimentari made in Italy, con un’attenzione particolare ai presidi slow food, al biologico, all’ambiente, all’etica, alla cultura. Tutto condito da una presentazione impeccabile e un’esperienza di acquisto unica, che fa scendere in secondo piano l’aspetto dei prezzi, che si confermano decisamente elevati. Nella nostra pagina facebook un video con un momento dell’inaugurazione

                      di Eugenio Felice

                      Eataly_Mi_ingresso_piazzaÈ conosciuto come il tempio del gusto, ma noi lo potremmo ribattezzare il tempio dell’acquisto di impulso. Una catena distributiva giovane che si differenzia nettamente da tutte le altre. Non solo e non semplicemente perché è l’unica realtà distributiva italiana che sviluppa più fatturato all’estero che non in Italia, ma soprattutto perché è riuscita a coprire un vuoto enorme, quello del supermercato di altissima gamma, in cui l’aspetto del prezzo scende in secondo piano. Chi entra da Eataly, che sia a New York, a Dubai, a Tokio o a Milano, sa di trovare un ambiente ricercato ed elegante, un’esposizione curatissima, prodotti selezionati e che spesso non si trovano nei normali circuiti distributivi, uno staff onnipresente pronto a coccolarti con gentilezza e garbo, la possibilità di bere un caffé, consumare un pasto completo, gustare solo un gelato o un buon bicchiere di vino, e perché no fare un corso di cucina o leggere un libro o ancora ascoltare un’esibizione canora, come succede nello store inaugurato ieri a Milano, nell’ex teatro Smeraldo, nella centrale piazza XXV Aprile, tirata a lucido per l’occasione.

                      Eataly_Mi_Farinetti_Vergassola

                      Oscar Farinetti e Dario Vergassola allo Smeraldo (Copyright: Fm)

                      La funzione del teatro quindi è stata in parte mantenuta. Ce ne siamo accorti quando, durante la visita che abbiamo svolto ieri, primo giorno di apertura, il patron Oscar Farinetti è salito sul palco che domina il piano terreno e ha intrattenuto uno scambio di battute divertenti con il comico Dario Vergassola (foto sopra), intervenuto per l’occasione. Ce ne siamo accorti ancora di più, quando sul palco sono saliti tre giovani (una ragazza vicina a noi ha detto entusiasta: “Ci sono i One Direction!!”. No, in realtà era un gruppo italiano ma ci scusiamo con i lettori, non abbiamo capito chi fossero) che hanno fatto vibrare l’aria e gli animi dei presenti con il loro vocione da tenori, amplificato da un impianto sonoro Bose degno di una vera discoteca: tutti si sono fermati, rapiti da quella iniezione di vita, conclusasi con uno scroscio di applausi. Certo non sono tutti così gli Eataly e Farinetti lo ha detto chiaramente: ogni store deve avere la sua identità, non ci sono format ripetitivi.

                      Eataly_Mi_mele_Gala

                      Mele Gala, vendute a 2,50 euro/kg come le Golden. Sullo sfondo tre addette al reparto (Copyright: Fm)

                      E veniamo al reparto ortofrutta. Si trova al piano terreno, subito dopo il reparto libri. Richiama le bancarelle dei mercatini, i prodotti sono venduti per la stragrande maggioranza sfusi, con una presentazione curatissima, che giustifica una presenza sorprendente di personale addetto al reparto: noi abbiamo contato 6 persone, in maggioranza quote rosa. Nessun frutto ammaccato, tutto impeccabile (del resto parliamo del giorno di inaugurazione). Una nota sui cartellini (la classica lavagnetta nera con scritta a gesso bianco): molto chiari, indicano anche la regione di provenienza e una motivazione c’è: da Eataly – qui in Italia, all’estero le cose cambiano un poco nel reparto ortofrutta – si trova, ove possibile, solo prodotto made in Italy. Quindi scordatevi fragole spagnole, agrumi marocchini o asparagi grechi. Addirittura abbiamo trovato dei pompelmi rosa siciliani. Ridotta all’osso anche la frutta di importazione: ieri abbiamo visto solo le banane equo solidali di CTM Altromercato (che peraltro è una società italiana). Nella parete sotto le scale mobili, sul perimetro del reparto, ci sono poi i banchi frigo, uno per la quinta gamma, uno per la quarta gamma. Discreta presenza di prodotti biologico, sacchetti in Mater-Bi della Novamont, il volto sorridente e rassicurante del buyer Sergio Fessia in un manifesto che guarda il reparto.

                      Eataly_Mi_pomodoro_costoluto

                      Oltre ai pomodori, ampio assortimento di radicchi e insalate, carciofi, cipolle, aglio e asparagi (Copyright: Fm)

                      Riguardo ai prezzi, bisogna dire che Eataly si conferma carissima, almeno per la frutta e gli ortaggi venduti sfusi. Nei murali refrigerati dedicati a quarta e quinta gamma invece i prezzi sono il linea con quanto si può trovarte nelle catene distributive “tradizionali”. Se guardiamo infatti ai prodotti di largo consumo, come le mele, il prezzo è di 2,50 euro/kg (abbiamo riconsciuto sia le mele Marlene della VOG che le Val Venosta della VI.P), con un buon numero di referenze, che coprende anche Renetta (3,90 euro/kg) e mela Annurca campana Igp (3,90 euro/kg). Per continuare con i frutti di stagione, un tripudio di agrumi, dalle arance rosse siciliane (Tarocco Igp a 2,90 euro/kg), alle arance bionde a foglia siciliane (2,20 euro/kg), ai limoni a foglia campani (2,90 euro/kg), alle clementine siciliane a marchio Poma (3,50 euro/kg),  ai mandarini a foglia siciliani (2,90 euro/kg), a vere nicchie come le arance bionde Vaniglia (2,70 euro/kg), i pompelmi rosa siciliani a marchio “ego” (2.90 euro/kg), i cedri campani (4,90 euro/kg) e i mandarini tardivi siciliani “presidio Slow Food” (1,90 euro/kg). Tra gli altri prodotti segnaliamo sei referenze di pere di origine Emilia Romagna,  Piemonte e Valle d’Aosta (varietà Martins) con prezzi variabili tra 2,90 e 4,00 euro/kg, i kiwi Hayward dell’Emilia Romagna (3,00 euro/kg), i nashi piemontesi a marchio Trybeca (3,90 euro/kg) e le fragole (siciliane in cestino a 1,50 euro a pezzo, della Basilicata vendute a 6,90 euro/kg). Per l’assortimento degli ortaggi invitiamo a guardare la gallery fotografica qui sotto. Per chiudere una curiosità: in tutti i cartellini era segnata “categoria seconda”.

                      Copyright su testo e foto: Fruitbook Magazine