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                      Salvi a Futurpera: interesse per le 4 nuove varietà sviluppate con il CIV

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                      L’azienda ferrarese è stata protagonista al salone internazionale dedicato alla pera che si è svolto alla Fiera di Ferrara. Le quattro nuove varietà di pere sviluppate dal CIV, di cui Salvi Vivai è tra i soci fondatori, hanno destato la curiosità del pubblico. Lucy Sweet, Early Giulia, Debby Green e Lucy Red, sviluppate supportando il programma di breeding dell’Università di Bologna, sono pere innovative per aspetto e gusto, ma anche per le loro performance in campagna e in post raccolta. Permettono di ampliare il calendario varietale, nel periodo precoce e tardivo, ottenendo frutti di alta qualità e più resistenti ai patogeni, con un’ottima conservabilità nelle celle frigorifere. Marco Salvi, presidente di Salvi-Unacoa e di Fruitimprese, è stato protagonista al World Pear Forum con un intervento sull’export e sui nuovi mercati

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Il team di Salvi Vivai a Futurpera: al centro Silvia Salvi

                      A pochi giorni dalla conclusione della seconda edizione di Futurpera (16-18 novembre), Salvi, azienda ferrarese leader a livello internazionale nella produzione e commercializzazione di frutta, con la sua divisione dedicata al settore vivaistico, fa un bilancio sulla tre giorni dedicata al prodotto principe della pomicoltura emiliana. Salvi Vivai è stata protagonista alla kermesse ferrarese, che ha coinvolto quest’anno 120 aziende specializzate del comparto pere, il 15% delle quali provenienti dall’estero. ”

                       

                      Il comparto ha subito flessioni importanti negli ultimi 10-15 anni in termini di superfici produttive: una fiera di questo tipo quindi era necessaria considerando che non ce ne sono altre a livello europeo e che l’Italia è il principale produttore in Europa”, esordisce Silvia Salvi, amministratore di Salvi Vivai. “Per quanto riguarda il ritorno economico per la nostra azienda – continua – bisognerà attendere ancora qualche settimana. Siamo comunque già soddisfatti di questa edizione, che rispetto alla precedente ha avuto un respiro più internazionale. Oltre a essere presenti con uno stand, abbiamo partecipato alla tavola rotonda del primo giorno incentrata sulla varietà regina nel panorama delle pere, l’Abate Fetel”.

                       

                      Durante questo appuntamento infatti il commerciale della Salvi Vivai, Michele Giori, insieme ad altri relatori hanno approfondito gli aspetti legati all’aumento delle rese produttive e al miglioramento delle tecniche di coltivazione. “Il concetto importante che abbiamo voluto sottolineare – sottolinea Giori – riguarda l’assoluta necessità di attente pianificazioni e studi preliminari sul terreno, la scelta del portinnesto più adatto, l’impianto di irrigazione più idoneo, l’impostazione del corretto drenaggio, e quindi in generale di un’attenta programmazione per realizzare un pereto di qualità e di successo”.

                       

                      Da sottolineare il grande interesse del pubblico anche per le quattro varietà di pere sviluppate dal CIV (Centro Innovazione Varietale) di cui l’azienda vivaistica ferrarese è tra i soci fondatori. Si tratta di PE1UNIBO/Lucy Sweet, PE2UNIBO/Early Giulia, PE3UNIBO/Debby Green e PE4UNIBO/Lucy Red  sviluppate supportando il programma di breeding dell’Università di Bologna. Queste nuove pere coprono un periodo di maturazione che spazia dal periodo precoce (poco dopo Carmen) al periodo medio-tardivo (poco prima di Abate) e si distinguono per le loro caratteristiche estetiche (buccia bicolore e colore rosso vivo) e organolettiche (dal gusto dolce aromatico al leggermente acidulo). Ma soprattutto sono innovative per le loro performance, in campagna (alta produttività, precoce messa a frutto e facilità di gestione dell’albero) e in post raccolta (hanno una lunga conservabilità, di circa 5 mesi senza atmosfera controllata), anche per le varietà precoci.

                       

                       

                      Ad inaugurare la seconda giornata della fiera è stato l’appuntamento del World Pear Forum, durante il quale sono stati presentati i dati relativi alla produzione italiana di pere ed è stata fatta una panoramica sui mercati, nazionali e internazionali, insieme a istituzioni, produzione e grande distribuzione (leggi qui). Marco Salvi, presidente di Fruitimprese e di Salvi-Unacoa, relatore per l’Italia al convegno, ha messo in evidenza come primo punto l’esigua percentuale di esportazione di pere che riguarda soltanto il 20% della produzione.

                       

                      Marco Salvi, presidente di Fuitimprese

                      “Se vogliamo restare leader produttivi in Europa dobbiamo aumentare le esportazioni, copiando da chi è più bravo di noi, olandesi e belgi tra tutti o, per restare in Italia, guardando ai comparti delle mele o del kiwi, dove invece esportiamo oltre l’80% della quantità prodotta. – ha sottolineato salvi – Storicamente ci siamo rivolti ai mercati dell’Unione Europea, più facili da raggiungere perché geograficamente più vicini, ad esempio la Germania, dove infatti è indirizzato il 40% del volume esportato. Oggi dobbiamo lavorare insieme per conquistare nuovi mercati che siano o diventino, consumatori di pere di qualità. Abbiamo perso il principale mercato d’importazione di pere al mondo, la Russia, a causa dell’embargo, quindi dobbiamo rivolgere lo sguardo verso Oriente, all’Asia. La Cina con 1,4 miliardi di consumatori, ma anche il Vietnam con oltre 90 milioni, rappresentano le sfide principali da cui ci dividono le barriere fitosanitarie; si rendono quindi indispensabili accordi bilaterali da sottoscrivere tra il nostro Paese e i due Paesi asiatici nel più breve tempo possibile.”

                       

                      Anche il Messico, un mercato di oltre 120 milioni di consumatori, risulta ad oggi irraggiungibile dagli esportatori italiani per qualsiasi prodotto ortofrutticolo, sempre a causa della mancanza di dossier fitosanitari aperti. come ribadisce il presidente di Fruitimprese. Certamente hanno inciso negativamente le crisi politiche e diplomatiche internazionali che hanno causato da un lato la chiusura del mercato russo per i prodotti dei paesi europei e dall’altro instabilità politica in molti paesi del Nord Africa, provocando un impoverimento generale degli stessi, e conseguentemente una notevole riduzione dei volumi importati di mele ma anche di pere, come nel caso della Libia, storico consumatore delle pere Abate italiane.

                       

                      Il presidente Salvi ha concluso affermando con fermezza la necessità per il settore frutticolo italiano di una “strategia-Paese” che sappia individuare i Paesi obiettivo verso i quali sviluppare accordi commerciali e quindi far crescere le esportazioni, attraverso una stretta e sistematica collaborazione tra soggetti istituzionali, politici, e le imprese di settore.

                       

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