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                      Tanta tecnologia e varietà globali: il “caso” Rivoira

                      La Rivoira Giovanni & Figli Spa è il maggiore operatore 93 privato del settore mele in Italia. Esporta ben il 95 per
cento della produzione e oggi non confeziona un chilo
(o quasi) di Golden Delicious, avendo puntato su altre varietà come la Ambrosia. Marco Rivoira: “Da cinque anni abbiamo proibito ai nostri frutticoltori di piantare Red Delicious”. Dopo un investimento da 26 milioni ha iniziato a lavorare il nuovo stabilimento che ha anche un magazzino automatico per il prodotto già confezionato

                       

                      di Eugenio Felice (da Fm, numero di febbraio 2017)

                       

                      Ci sono una decina di camion con container Maersk ordinatamente in attesa di entrare, quando arriviamo alle 9.30 del 16 gennaio allo stabilimento di Verzuolo della Rivoira Giovanni & Figli Spa. Altri quattro sono in rampa, già in fase di carico. Sullo sfondo domina maestoso il Monviso, con i suoi quasi 4 mila metri di altezza. La giornata è tersa, il sole già alto, la neve si vede ancora ai lati delle strade. La temperatura è sotto zero quando alziamo in volo il drone per riprendere dall’alto lo stabilimento (potete vedere il video completo qui). La storica azienda piemontese, giunta alla terza generazione, punta di eccellenza nel mondo ortofrutticolo non solo nazionale, ha infatti inaugurato lo scorso agosto il nuovo stabilimento per la lavorazione delle mele che è sorto a fianco di quello precedente.

                       

                      L’investimento complessivo è stato dell’ordine dei 26 milioni di euro. Non si tratta quindi di un ampliamento o ammodernamento: è tutto nuovo, la sala per la selezione, i magazzini automatici, e la sala lavorazione si trovano in un edificio eretto dove fino alla primavera 2014 c’era un frutteto.

                       

                      I primati tecnologici. Ci sono due cose che distinguono il nuovo stabilimento da qualsiasi altro che lavora mele in Italia, Trentino e Alto Adige compresi: il controllo della qualità interna dei frutti e il magazzino automatico per il prodotto già confezionato e pallettizzato.

                       

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                      Il consumatore finale, che sia in Italia, in Medio Oriente o America Latina, non può più trovare spiacevoli sorprese quando taglia la mela. Un dettaglio non secondario, soprattutto se si spedisce oltremare e un guasto non visibile può compromettere la spedizione. E di oltremare la Rivoira ne fa parecchio, da sempre. Quest’anno si parla di circa il 65 per cento della produzione spedita via nave. Un unicum a livello italiano, quello del controllo interno delle mele, che ha però dei riscontri all’estero…

                       

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                      Quello che non ha ancora nessuno in Italia e probabilmente in Europa nel settore ortofrutta è il magazzino automatico per il prodotto confezionato e pallettizzato, alto 21 metri e capace di 2 mila pallet. In sostanza dopo il confezionamento i pallet vanno su delle rotaie in questo magazzino automatico, che si trova a fianco di quello con i bins, e in base agli ordini porta i pallet nell’area di carico dei camion. Tra i vari vantaggi ci sono la riduzione so- stanziale del numero di carrellisti e della possibilità di errore nel carico e la possibilità di fare dei carichi misti, con varietà diverse.

                       

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