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                      Tesco: altissimi gli sprechi di frutta e verdura

                      Nel settore ortofrutticolo, due terzi di quello che si produce viene perso lungo la filiera. Questo quanto emerge dalla ricerca zero waste realizzata da Tesco, la più grande catena di supermercati inglese e resa pubblica a fine ottobre. Il 25% dell’uva da tavola raccolta va persa, così come il 40% delle mele, fino al 68% delle insalate in busta

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                      Il 65 per cento delle insalate di IV gamma presenti sugli scaffali dei punti vendita è finito tra i rifiuti. Anche il 40 per cento delle mele e poco meno della metà dei prodotti da forno, come il pane e i dolci, vengono gettati nella spazzatura. Ancora, per quanto riguarda la frutta, gli sprechi alimentari riguardano il 25 per cento dell’uva e il 20 per cento delle banane. Per la prima metà del 2013 gli sprechi del retailer Tesco hanno raggiunto quota 28.500 tonnellate di cibo.

                      Tesco sta pensando a soluzioni per arginare il fenomeno, ad esempio annullando le offerte sull’acquisto di più confezioni di insalata e migliorando il sistema di refrigerazione per le banane. Secondo Matt Simister, direttore commerciale dell’azienda, tutti stiamo contribuendo agli sprechi alimentari e non esiste un’unica soluzione al problema.

                      Il retailer evidenzia che in larga parte queste perdite dipendono dalle cosiddette “multi buy promotion on large bags”, ovvero le classiche promozioni “buy one get one free”: le stesse generano convenienza sui secchi, ma producono scarti sui freschissimi. Una soluzione potrebbe essere quella di pensare tali promozioni su misura per i fresh products, ad esempio vendere un melone abbinato al prosciutto crudo o l’insalata e i pomodori alla mozzarella e alle mozzarelline.

                      Una recente ricerca del Consiglio dell’Industria per la Ricerca sugli Imballaggi e l’Ambiente (Incpen) ha inoltre rivelato che al vertice dei 20 prodotti alimentari maggiormente sprecati o buttati nella fase logistica tra l’arrivo nei depositi dei negozi di vendita all’ingrosso e la vendita al dettaglio figura la frutta (40 per cento). Carne e pollame (20 per cento) sono al secondo posto, seguiti da vicino dalla verdura e dai prodotti da forno.

                      “Pochi prodotti confezionati compaiono nella top 20,” ha detto il direttore dell’Incpen, Jane Bickerstaffe. “Vale la pena notare che la maggior parte dei cibi maggiormente sprecati sono in genere venduti sia sfusi che preconfezionati. Varrebbe quindi la pena indagare se confezionare maggiormente i prodotti venduti sfusi possa ridurne lo spreco”.