Di Carlotta Benini
Vacanze in vista e non avete ancora scelto la meta? Siete indecisi fra mare e montagna? C’è chi, nel dubbio, opta per la campagna… e fa nascere un nuova tendenza. Si chiama Wwoofing e a dispetto del nome strano, quasi impronunciabile (non comapare nemmeno nei dizionari inglesi), sta diventando un nuovo modo di concepire il tempo libero tornando a un contatto diretto con la natura e i frutti della terra. Il vocabolo, in realtà, è stato inventato una quarantina di anni fa: alla lettera significa ‘World-wide opportunities on organic farms’, ovvero, tradotto, opportunità di soggiornare in una fattoria biologica in tutto il mondo.
Nato come fenomeno di nicchia, oggi questo circuito è in costante crescita, con organizzazioni in tutto il mondo e portali web da cui è possibile scoprire la rete delle strutture abilitate al soggiorno, per prenotare la propria vacanza… con la zappa in spalla. In Italia sono oltre 700 le realtà coinvolte, fra piccole fattorie, cooperative e aziende agricole di grandi dimensioni: l’unico requisito per essere parte del network è un’agricoltura rigorosamente biologica. L’elenco e i servizi si possono consultare sul sito ufficiale italiano, Wwoof.it.
“Condividere la quotidianità rurale alla ricerca di stili di vita in armonia con la natura”, è questo il claim del progetto, che offre a tutti gli interessati a una vacanza alternativa la possibilità di trascorrere un soggiorno – di qualche giorno, ma anche di qualche settimana o di un mese – convivendo con chi gestisce i campi e le coltivazioni, per dare una mano in campagna in cambio di vitto e alloggio. Ci sono anche strutture che, in cambio del lavoro volontario, offrono anche una certa formazione in materia.
Di fatto non c’è nessuno scambio di denaro. Solo relazioni umane, sudore ma anche divertimento, e scambio di saperi e di beni in natura. C’è chi nel Wwoofing ha visto anche un’opportunità per trovare lavoro, o chi se ne è inventato uno dopo avere imparato le basi.
C’è anche chi vede questa opportunità come occasione per fare una vacanza low cost e girare il mondo spendendo il minimo, giusto per i trasporti, immergendosi completamente nelle culture rurali dei luoghi visitati.
Nel nostro Paese sono quasi 5 mila, oggi, i cosiddetti ‘wwoofers’ che viaggiano e si fanno ospitare in cambio di lavoro. Di questi, circa 3 mila sono italiani che hanno scelto di abbracciare questo stile di vita alternativoe che viaggiano fra una fattoria e l’altra, spesso anche in totale solitudine. Per accedere ai servizi del network ufficiale italiano si paga una quota di iscrizione di 35 euro (che comprende una polizza assicurativa), dopodiché si può accedere online all’elenco delle strutture abilitate, con la descrizione per ognuna del luogo e delle condizioni di lavoro.
La tipologia delle fattorie? Si trova di tutto anche nel nostro Paese. Dalla tenuta nell’antico castello medievale, di proprietà della nipote dello scrittore Graham Greene, alla casa con l’orto sinergico, fino all’ecovillaggio con camping.
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