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                      Volumi e qualità top, Pomgrana valorizza la melagrana made in Italy

                      La cooperativa Pomgrana non è stata solo la prima a partire, nel 2011, con la melagrana, è anche oggi la realtà con la più estesa e specializzata coltivazione italiana dedicata a questo frutto. I soci si trovano nel Meridione: 300 ettari piantati, con il piano di arrivare a 500. Il socio con l’estensione più grande, 140 ettari di proprietà, di cui 30 a biologico in produzione l’anno prossimo, è la Nature di Nardò, cui fanno capo anche gli stabilimenti per lo stoccaggio, la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento delle melagrane. E mentre crescono le forniture alla Gdo, sia italiana che estera, parte l’e-commerce in collaborazione con FruttaWeb. Pomgrana, con Nature, è stata tra i dieci espositori di Fresh Retailer 2017

                       

                      di Eugenio Felice (articolo completo su Fm, edizione di ottobre 2017)

                       

                      Pomgrana conta già 300 ettari piantati a melograni

                      (…) A capire per prima, in Italia, le potenzialità di questo superfood è stata la Pomgrana, una cooperativa che conta una cinquantina di soci produttori concentrati in Puglia ma presenti anche in Basilicata, Calabria, Lazio e Sicilia. I primi impianti risalgono al 2011 e sono proseguiti anno dopo anno fino ad arrivare oggi a 300 ettari, con la previsione di crescere fino a 500. Non sono tutti in piena produzione, ma il raccolto nel 2017 dovrebbe superare le 1.000 tonnellate, valore che fa di Pomgrana il maggiore produttore nazionale. La campagna inizia i primi di settembre con tre varietà precoci – Aco, Shany ed Emek – mentre da metà ottobre inizia la campagna della Wonderful One, la varietà più affermata sul mercato mondiale. Grazie a moderni sistemi di conservazione i frutti arrivano fino a fine marzo.

                       

                      La commercializzazione fa capo a Nature, che a Nardò (Lecce) dispone di due stabilimenti per lo stoccaggio, la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento delle melagrane. È anche il maggior socio produttore di Pomgrana, avendo piantato 140 dei suoi oltre 1.000 ettari di proprietà con questo frutto tanto antico quanto attuale (produce anche mini anguria, melone giallo, patata dolce e diversi tipi di ortaggi). All’interno degli stabilimenti si trovano le linee per calibrare e selezionare i frutti e una sgranatrice per ottenere gli arilli. Nei programmi c’è anche una linea per produrre gli estratti, così da poter coprire il mercato a 360 gradi, con il brand Pomgrana. La tecnologia è tutta di origine israeliana, sono loro infatti i più avanti per questa coltura, anche per la parte vivaistica.

                       

                      Melagrane-mani

                      Presto Pomgrana venderà anche gli arilli ready to eat

                      E proprio a un italo-israeliano, infatti, si deve l’affermazione del melograno in Italia. Uzi Cairo del vivaio Cairo&Doutcher è andato anche su Striscia la Notizia, il 26 novembre 2016, per raccontare la sua esperienza. Dopo sette anni di sperimentazione, nel 2011, ha spiegato all’inviato Luca Sardella, ha fatto il suo primo campo di melograni, con la tecnica che prende il suo nome e che viene adoperata anche dai soci di Pomgrana: senza scendere in aspetti agrotecnici, possiamo dire che permette di moltiplicare le rese grazie all’impiego di nuovi metodi di coltivazione, irrigazione e concimazione delle piante. A favorire naturalmente la resa nelle coltivazioni, che varia a seconda del periodo e della varietà tra 25 e 45 tonnellate a ettaro, è il clima meridionale, ideale per le varietà selezionate, in particolare la Wonderful One.

                       

                      (…) Le melagrane non sono solo frutti dalle innumerevoli proprietà nutrizionali, antitumorali, antinfiammatorie e anti-aging, sono anche piante rustiche, poco soggette all’attacco di infestanti, per questo l’impiego di sostanze chimiche è quasi assente, a tutela dell’ambiente e della salute dei consumatori. Un frutto insomma che si presta molto bene alla produzione biologica e per questo, considerando anche la domanda crescente in Italia e all’estero, una parte della produzione di Pomgrana è già in conversione al biologico: Nature, che è il socio con la maggiore estensione, già dal prossimo anno potrà contare su 30 ettari in produzione a regime biologico.

                       

                      Petrelli-Nature-Annicchiarico-Pomgrana

                      Da sinistra: Alessio Petrelli di Nature con Chiara Vacca e Domenico Annicchiarico di Pomgrana (Copyright: Fm)

                      In tal modo, considerando anche l’arrivo prossimo degli arilli di quarta gamma e degli estratti – e una parte della produzione andrà anche all’industria farmaceutica e della cosmetica – l’offerta della cooperativa potrà dirsi completa. Oggi le melagrane griffate Pomgrana si trovano in un numero crescente di insegne della grande distribuzione, sia italiana che estera. L’interesse è sempre più alto, così come le attività messe in campo dalla cooperativa per farsi conoscere. Nel mese di novembre, tra le altre cose, è partito anche l’e-commerce: grazie alla collaborazione con FruttaWeb, gli italiani possono ordinare direttamente on-line le melagrane in scatole da 4,5 chili studiate ad hoc. I colli partono direttamente dallo stabilimento di Nardò della Nature, con corrieri veloci che li consegnano al consumatore finale.

                       

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