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                      Agrumi e ‘ndrangheta, catturato boss cosca Pesce. “Agromafie, business da 22 mld”

                      Catturato il boss latitante Antonino Pesce, membro della omonima cosca attiva nel trasporto degli agrumi da Gioia Tauro alle regioni italiane. “Questa importante operazione dà fiducia all’imprenditoria onesta e incoraggia a investire nel frutteto calabrese”, dichiara Coldiretti nazionale, che sottolinea come la ‘ndrangheta nel settore agricolo abbia un business che vale 21,8 miliardi di euro nel 2017 (+30% sul 2016). Coldiretti Calabria aggiunge che la piana di Rosarno-Gioia Tauro, con i suoi oltre 25 mila ettari di frutteto, è a rischio abbandono a causa della piaga delle agromafie, “che penalizza l’imprenditoria onesta e distrugge il libero mercato”

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      agromafie

                      La piana di Rosarno-Gioia Tauro, con i suoi 25 mila ettari di frutteto, soggiace alla piaga delle agromafie

                      Le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel settore agroalimentare sono un business che vale 21,8 miliardi di euro. Lo sottolinea Coldiretti in una nota ufficiale veicolata a seguito della cattura di Antonino Pesce, pezzo grosso della omonima cosca attiva nel trasporto degli agrumi da Gioia Tauro alle regioni italiane. Il boss latitante, ricercato da un anno, è stato catturato nella notte del 10 marzo a Rosarno.

                       

                      “Anche per effetto delle infiltrazioni della malavita nelle attività di autotrasporto, che soffoca l’imprenditoria onesta, si distrugge la concorrenza e il libero mercato legale, con il risultato della moltiplicazione dei prezzi che per l’ortofrutta arrivano a triplicare dal campo alla tavola”, scrive Coldiretti. L’operazione portata a termine dalla Squadra mobile di Reggio Calabria “è solo un’ultima conferma dell’interesse della criminalità per il settore agroalimentare, dove sviluppa un volume d’affari complessivo che è salito a 21,8 miliardi di euro nel 2017, con un balzo del 30%”.

                       

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                      L’arresto di Antonino Pesce

                      Gli aspetti patologici dell’indotto agroalimentare, come la lievitazione dei prezzi di frutta e verdura sono la conseguenza non solo dell’effetto dei monopoli, ma anche delle distorsioni e speculazioni dovute alle infiltrazioni della malavita nelle attività di intermediazione e trasporto mentre – conclude la Coldiretti – l’ortofrutta viene sottopagata agli agricoltori”.

                       

                      La divisione calabrese di Coldiretti aggiunge che l’importante operazione contro le agromafie portata a termine dalle forze dell’ordine e dalla magistratura “dà fiducia all’imprenditoria onesta e incoraggia ad investire nel frutteto calabrese”.

                       

                      È infatti anche a causa delle infiltrazioni della malavita nel settore agricolo locale che l’ortofrutta viene sottopagata agli agricoltori, secondo Coldiretti Calabria. “Gli squali della criminalità organizzata che fiutano il business contribuiscono notevolmente alla moltiplicazione dei prezzi, che per l’ortofrutta arrivano a essere triplicati dal campo alla tavola. – conclude l’associazione di categoria locale – La piana di Rosarno-Gioia Tauro, con oltre 25 mila ettari di frutteto (arance, clementine, limoni, kiwi, melograni e piccoli frutti) è a rischio abbandono e con circa 2 milioni e mezzo di giornate lavorative soggiace a questa piaga, che penalizza l’imprenditoria onesta e distrugge il libero mercato”.

                       

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