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                      APO novembre 2008 084

                      Entra nel vivo la campagna degli agrumi di Apofruit Italia. Ernesto Fornari: “Grazie alle tecnologie dello stabilimento di Scanzano Jonico, valorizziamo al massimo il clementino calabrese. E piacevoli sorprese potrebbero arrivare dalle varietà tardive, con Tango/Tang Gold”. Per l’annata 2022/2023, Apofruit Italia stima di lavorare, calibrare e confezionare circa 50.000 quintali di clementine, 20.000 quintali di arance e 5.000 quintali di limoni

                      Dalla Redazione

                      Apofruit

                      Dopo un avvio in sordina, dovuto alle temperature ancora molto elevate che si sono registrate in pieno autunno, è entrata nel vivo in questi giorni la campagna agrumicola di Apofruit, cooperativa specializzata nella produzione di ortofrutta italiana di qualità. A gestire in particolare questa fase è l’innovativo stabilimento di Scanzano Jonico (Matera), che su una superficie complessiva di 40.000 metri quadrati ospita 3.000 metri quadrati di sala di lavorazione (dotata di calibratrice ottica e di macchine per diversi formati di confezioni) e altrettanti di celle frigorifere. In questa struttura lavorano stabilmente 80 persone su 2 turni di lavorazione (160 i dipendenti diretti), che garantiscono le forniture di clementine, arance e limoni alla Grande Distribuzione italiana ed europea, componendo sia carichi interi sia – soprattutto – quote di carico.

                      A fare il punto della situazione è Ernesto Fornari, direttore generale del Gruppo Apofruit, che oltre a offrire una panoramica sull’attualità, getta uno sguardo anche sui prossimi mesi, quando entreranno in commercio promettenti varietà tardive, le quali potranno allungare la campagna delle clementine fino a marzo inoltrato.

                      “Nello stabilimento Apofruit di Scanzano Jonico – spiega Fornari – continuiamo a lavorare a pieno ritmo 12 mesi all’anno, e per questo devo ringraziare tutti i dipendenti e le maestranze impiegate in questo stabilimento, che stanno dimostrando grande flessibilità e indiscussa capacità di far fronte ai carichi di lavoro. Ora, archiviato il periodo dell’uva da tavola e smontati i relativi macchinari, ci stiamo concentrando sulle clementine, per le quali ci troveremo a gestire una produzione sostanzialmente analoga a quella dello scorso anno, proveniente in gran parte dalla Piana di Sibari, quindi dal nord della Calabria, e per il resto dai nostri soci in Basilicata e in Puglia. L’80% delle nostre clementine, peraltro, sono biologiche. A Scanzano, così, prevediamo per l’annata 2022/2023 di lavorare, calibrare e confezionare circa 50.000 quintali di clementine, 20.000 quintali di arance e 5.000 quintali di limoni”.

                      Focalizzandosi poi sulle clementine, Fornari prosegue: “In questi giorni la clementina comune è entrata nella sua fase migliore. Se da un lato, infatti, l’andamento stagionale ha generato calibri mediamente piccoli, è aumentata allo stesso tempo la cosiddetta sostanza secca all’interno dei frutti, con il risultato di un elevato grado brix e una aromaticità particolarmente intensa. Sul fronte commerciale, i prezzi sono attualmente soddisfacenti e la Grande Distribuzione ha compreso la situazione, accettando anche il calibro 5, normalmente non commercializzato in altre annate, proprio per l’alta qualità che comunque siamo sempre in grado di garantire. All’estero, peraltro, apprezzano particolarmente le nostre clementine: abbiamo infatti all’attivo forniture di prodotto biologico presso insegne della Grande Distribuzione di Svizzera, Germania, Francia, Svezia e Danimarca, che rappresentano circa il 60% di tutte le nostre clementine biologiche. Il restante 40%, assieme alla produzione convenzionale, è destinata al mercato nazionale”.

                      La grande sorpresa, sempre sul fronte delle clementine, potrebbe però arrivare dopo l’inizio del nuovo anno. “Da quattro anni – continua Fornari – abbiamo spinto tra i nostri soci l’adozione di una varietà Club naturalmente più costosa rispetto ad altre a causa delle royalty, ma molto redditizia. Si tratta di Tango/Tang Gold, una cultivar tardiva che, dalla seconda metà di gennaio e fino alla seconda metà di marzo, garantisce sul mercato una pezzatura elevata, grado brix eccellente e ottima pelabilità. Anche la produttività è decisamente superiore: da una media di 200 quintali per ettaro del clementino comune, si passa infatti a 300 quintali per ettaro. E, quest’anno, la produzione di Tango/Tang Gold dovrebbe pressoché raddoppiare rispetto al 2021, per cui ci potrebbe essere quel recupero rispetto a ciò che è stato l’andamento a inizio stagione, per la lenta partenza legata alla situazione meteo”.

                      Per quanto riguarda le arance Naveline, Fornari rileva: “Questo tipo di arancia va un po’ in alternanza, per cui quest’anno ci attendiamo una produzione più scarsa rispetto alla buona produzione del 2021, attorno al -30%. Il calibro che abbiamo è però ottimale, non esagerato, quindi ci auguriamo di riuscire comunque a fare una buona stagione, grazie a una proposta che si presenta a conti fatti di ottima qualità”.

                      Ultimi ma non per importanza, i limoni “La coltivazione del limone – conclude Fornari – è una delle ultime proposte, in ordine cronologico, che abbiamo fatto ai nostri soci Apofruit dell’areale calabrese e lucano, nell’ottica di differenziare i loro investimenti e di presentarsi sul mercato quando c’è meno disponibilità di prodotto. In questo senso, abbiamo puntato sulle varietà Interdonato, che inizia già a fine settembre, e su 2KR, che arriva a metà novembre. Normalmente questa coltura è più delicata degli altri agrumi, perché teme molto gli sbalzi di temperatura e quindi va solitamente praticata negli areali costieri. Tuttavia, con i cambiamenti climatici in corso, è stato possibile anche iniziare con appezzamenti nell’entroterra. Attualmente siamo ancora in fase iniziale, ma il nostro obiettivo, per i prossimi 5 anni, è di passare da 5.000 a 20.000 quintali”.

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