Dalla Redazione
Come migliorare i controlli di filiera sui prodotti alimentari che finisco sui banchi della grande distribuzione e garantire ai consumatori la massima tracciabilità e sicurezza alimentare? Con le nuove tecnologie digitali, che in questo caso rispondono al nome di Blockchain. È Carrefour il primo gruppo della Gdo a introdurre questo sistema in Europa: il colosso distributivo francese, come riporta un articolo su EconomyUp, ha infatti annunciato che punterà gran parte dei due miliardi di dollari che investe annualmente in ricerca e sviluppo su soluzioni Blockchain, oltre che su piattaforme di distribuzione online. L’iniziativa, patrocinata dal Ceo del gruppo, Alexandre Bompard, riguarda come primo passo i sistemi per la tracciabilità dei prodotti.
Si parte con i polli della linea Carrefour Quality Line Auvergne, ma entro la fine del 2018 questo sistema innovativo verrà esteso anche all’ortofrutta (per arance e pomodori) e ad altri sei prodotti quali uova, formaggio, latte, salmone e bistecche.
La Blockchain è un database digitale sicuro e non falsificabile nel quale gli utenti possono inviare informazioni da immagazzinare. Di conseguenza può essere usata nel settore del food per far sì che ciascun componente della supply chain (produttori, trasformatori e distributori) possa fornire informazioni di tracciabilità relative al suo particolare ruolo e a ciascun lotto (date, luoghi, edifici per bestiame, canali di distribuzione, potenziali trattamenti ecc. ecc.).
In termini concreti, nell’etichetta di ciascuno dei prodotti di Carrefour citati sopra sarà presente un codice QR che i consumatori potranno scannerizzare con il loro smartphone. Le etichette forniranno informazioni sul prodotto e sul viaggio che ha intrapreso, dal momento in cui è ‘nato’ a quando è stato collocato sugli scaffali. Per esempio, per il pollo di Auvergne Carrefour Quality Network, il consumatore sarà in grado di conoscere il luogo e il modo di allevamento, il nome dell’allevatore, il cibo somministrato (nutrito con cereali francesi e soia, senza Ogm…), l’assenza di trattamento (senza antibiotici…), le etichette e il luogo del macello.
Se Carrefour è la prima insegna in Europa ad applicare la Blockchain nel retail, negli Usa è stata pioniera in questo senso Walmart, che a metà 2017 ha annunciato una partnership con IBM per il sistema di tracciabilità hi-tech, che coinvolge anche altri big della supply chain agroalimentare tra cui Dole e Kroger (leggi qui la notizia dedicata). La Blockchain ha consentito di seguire tutte le fasi di lavorazione dei cibi in tutti gli spostamenti lungo la supply chain, dalla produzione agli scaffali dei negozi. Tra l’altro un test di Walmart ha mostrato come con la Blockchain si sia ridotto da giorni o settimane a due secondi il tempo necessario a tracciare il percorso di una confezione di mango dalla fattoria al negozio.
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