L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
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                      Dolomiti Fruits Srl, azienda nata nel 2008 con stabilimento a Nanno di Ville d’Anaunia in provincia di Trento, specializzata in succhi e puree di frutta, sia da agricoltura convenzionale che biologica, con clienti di primo piano nel baby food e nei prodotti trasformati come le marmellate, è stata oggetto di sequestro preventivo per un controvalore di 2,9 milioni di euro. Coinvolta anche la società controllata Dolomiti Fruits Service Srl. L’operazione è scattata l’11 dicembre 2020 su disposizione della Procura di Pisa, che sta conducendo le indagini assieme all’Ispettorato Centrale Repressione Frodi – ICQRF e alla Guardia di Finanza. il sequestro ha interessato conti correnti, beni mobili e immobili, sia delle società menzionate che dei legali rappresentanti. Ciò che viene contestato sono false fatturazioni per un importo di analogo valore, nel periodo 2016 – 2018, collegate con le società Italian Food, Bio Toscana e Green Profit Tuscany, indagate nel 2019 per succo di mela adulterato, frode, contraffazione e associazione a delinquere. Lo stabilimento di Dolomiti Fruits Srl comunque non si è mai fermato e nulla si contesta in merito alla sua produzione

                      Dalla Redazione

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                      Uno screenshot preso dal sito web di Dolomiti Fruits Srl

                      Il sequestro preventivo su disposizione della Procura di Pisa scattato l’11 dicembre 2020 su conti correnti, beni mobili e immobili, delle aziende trentine Dolomiti Fruits Srl e Dolomiti Fruits Service Srl e dei loro legali rappresentanti per un controvalore di 2,9 milioni di euro, di cui negli ultimi giorni hanno parlato anche quotidiani locali trentini e toscani, rientra nella più ampia inchiesta denominata “bad juice” che nel giugno 2019 aveva portato a numerosi arresti e sequestri di beni mobili e immobili per 6,5 milioni di euro (qui il nostro articolo). Nel corso dell’operazione venivano anche sequestrate 1.411 tonnellate di prodotto adulterato e falsamente designato come “biologico” (succhi, confetture e conserve alimentari) per un valore di 4,8 milioni di euro. Le società indagate erano la Italian Food Srl di San Miniato (PI), la Bio Toscana e la Green Profit Tuscany.

                      Le indagini sono ancora in corso e vengono portate avanti dall’Ispettorato Centrale Repressione Frodi – ICQRF, che è l’organo di controllo ufficiale del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali – MIPAAF e dalla Guardia di Finanza. I due principali indagati, accusati di essere i “dominus” della contraffazione alimentare e dell’associazione a delinquere, sono i fratelli Walter e Giorgio Buonfiglio, di 57 e 52 anni. Tra gli indagati con ruoli e responsabilità diverse – come scrive il quotidiano toscano Il Tirreno nell’edizione del 14 gennaio 2021 – c’è anche Franz Schweigkofler, 56 anni, residente in provincia di Bolzano e presidente del consiglio di amministrazione di Dolomiti Fruits Srl fino al 14 dicembre 2020, tre giorni dopo il sequestro, oltre che responsabile commerciale della stessa Dolomiti Fruits Srl. Dal 21 dicembre 2020 i legali rappresentanti della Dolomiti Fruits Srl sono Maurizio Toniolli e Hans Klotz.

                      Maurizio Toniolli, che riveste anche il ruolo operativo di responsabile di produzione, detiene il 20% della proprietà di Dolomiti Fruits Srl. Un altro 20% è in capo allo stesso Franz Schweigkofler. Alessandro Cammelli detiene un altro 20% della società e riveste il ruolo operativo di responsabile logistica e amministrazione. Hans Klotz, che riveste il ruolo operativo di responsabile acquisti, attraverso la società Haro Srl di cui è socio unico detiene il 40% e quindi la maggioranza relativa di Dolomiti Fruits Srl. Tutti i ruoli operativi sono indicati nel sito web della Dolomiti Fruits Srl. Hans Klotz a sua volta, sempre attraverso la Haro Srl, detiene il 49% della Hans Klotz Srl, con sede a Bolzano e attiva dal 1998 nel commercio di prodotti ortofrutticoli freschi. Il bilancio del 2011 – l’ultimo pubblicato e consultabile nei registri della Camera di Commercio di Bolzano – indicava un fatturato di 58,7 milioni di euro.

                      Dolomiti Fruits Srl e Dolomiti Fruits Service Srl hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame contro il sequestro preventivo. Il sostituto procuratore Giovanni Porpora, titolare dell’inchiesta, nel suo intervento ha ribadito la necessità di mantenere il vincolo del sequestro sui beni mobili e immobili a dimostrazione del profilo di responsabilità penale in capo alle due aziende e ai rispettivi legali rappresentanti. Secondo la Procura, le due aziende trentine impegnate nella produzione di semilavorati per i succhi di frutta e il baby food, “avrebbero emesso fatture false per 2,9 milioni di euro – scrive Il Tirreno – in modo da far risultare il prodotto biologico ed europeo quando in realtà era scadente e addizionato con sostanze chimiche”, oltre che di origine serba e quindi extra-comunitaria. Alle due società si contesta solo l’emissione di fatture false nel periodo 2016 – 2018, tant’è che il sito produttivo non ha mai interrotto la sua operatività.

                      Dolomiti Fruits Srl ha fatturato nel 2019 21,5 milioni di euro (-13,3% sul 2018). Nel 2018 aveva emesso un mini bond da 3 milioni di euro sottoscritto interamente dal Fondo Strategico Trentino – Alto Adige per il raddoppio della capacità produttiva e dell’occupazione, con la realizzazione del nuovo sito produttivo a Mezzocorona, presso lo stabilimento dismesso della Valman (leggi l’articolo). “L’operazione Dolomiti Fruits – affermava Cristiano Menegus di Finint Investments SGR – rappresenta nel modo migliore gli obiettivi e il contributo fattivo del Fondo Strategico del Trentino – Alto Adige all’economia locale (…) e contribuirà alla crescita sana ed equilibrata della giovane società emittente. È pertanto motivo di orgoglio poter accompagnare lo sviluppo e la crescita di Dolomiti Fruits”. In un comunicato della Provincia Autonoma di Trento del 21 maggio 2019 si parlava anche della richiesta di un finanziamento per  430 mila euro da contributo provinciale, sempre finalizzato al progetto di espansione.

                      Il sequestro preventivo e le pesanti accuse di fatturazioni false mosse a Dolomiti Fruits Srl gettano un’ulteriore ombra sull’industria italiana di trasformazione di frutta e ortaggi finalizzata alla produzione di succhi, puree e preparati, anche biologici e per il baby food. Nel 2019 era scoppiato il caso della crisi finanziaria della Industrialfrut Srl di Tassullo (TN), conclusosi con una sentenza di fallimento da parte del Tribunale di Trento il 21 luglio 2020. L’azienda fatturava oltre 20 milioni di euro. Del 2018 è invece il caso della Cooperativa Ortofrutticola Padana – parte del Consorzio Ortofrutticolo Padano di San Giovanni Lupatoto (VR) – finita sotto la lente di ingrandimento della Magistratura per un traffico di mele convenzionali di origine romena che poi venivano “naturalizzate” italiane con tanto di certificato biologico. La Cooperativa è in liquidazione. Il processo doveva iniziare nel 2020 ma è stato rimandato a seguito dell’emergenza sanitaria in corso.

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