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                      Germania, Aldi Nord abbassa il prezzo del burro. I contadini insorgono

                      In Germania divampa la protesta dei contadini produttori di burro contro Aldi Nord. Dalla sera del 28 dicembre sono centinaia i contadini che hanno manifestato bloccando con i loro trattori alcuni centri logistici Aldi Nord nel Paese. Al centro delle proteste c’è il taglio – annunciato dalla catena poco dopo Natale – di 60 cent al kg sul prezzo d’acquisto del burro: un’azione che rischia di mettere in ginocchio un settore che già normalmente non se la passa bene. Nel frattempo, mentre si attendono i risultati della mediazione tra i produttori e la catena e interventi da parte della politica, in un comunicato Aldi Nord e Aldi Sud si impegnano a promuovere i prodotti agricoli locali tedeschi, in un momento in cui il Covid-19 acuisce l’attenzione dei consumatori verso i prodotti locali: un buon modo per fare affari?

                      di Massimiliano Lollis e Valentina Bonazza

                      Le proteste in Germania contro Aldi Nord

                      In Germania si fa sentire la protesta dei produttori agricoli contro Aldi Nord per fermare il calo di 60 centesimi al kg nei prezzi del burro, annunciato dalla catena poco dopo Natale: e così tra il 28 dicembre e l’inizio del 2021 sono centinaia i mezzi agricoli che hanno affollato le vie di accesso ai magazzini di Aldi Nord a Greven in Renania Settentrionale-Vestfalia, di fatto impedendo ai camion della catena di raggiungere o lasciare il centro logistico.

                      Fluttuazioni di prezzo durante l’anno, va detto, non sono cosa nuova per il mercato del burro, abituato ad aumenti fisiologici nel periodo natalizio e successive normalizzazioni. Cali più consistenti si erano fatti sentire anche nel 2018, ma i 60 cent che sembrano essere stati richiesti da Aldi Nord rischiano di mettere in ginocchio un intero settore.

                      Aldi Burro

                      “Siamo noi contadini a procurare il cibo: nessuno lo dimentichi!”. Foto: Markus Scholz/dpa

                      E il caso di Greven non è isolato. Come riporta, tra gli altri, il quotidiano Die Zeit, altre proteste sono avvenute a Hesel, in Bassa Sassonia: “Nulla entra e nulla esce – ha affermato il portavoce della protesta, Anthony Lee -. I contadini presidieranno la zona fino a quando Aldi non farà proposte costruttive”. Secondo Lee, che ha affermato che sono stati quasi 500 i trattori che riuniti davanti al centro Aldi Nord di Hesel, i cali nei prezzi di fine anno si sono sempre aggirati dai 10 ai 20 cent. Un calo di 60 cent metterebbe ulteriormente in difficoltà agricoltori tedeschi che già oggi non sarebbero più in grado di pagare il mangime per i loro animali.

                      Come riporta la testata tagesschau.de, il portavoce di Aldi Nord, Joachim Wehner, lunedì 28 dicembre aveva dichiarato che è normale che i prezzi del burro aumentino nel periodo natalizio e diminuiscano all’inizio dell’anno. Comprensione è stata espressa da Aldi Nord tramite la portavoce Serra Schlesinger, che ha però ricordato che la catena non negozia i prezzi direttamente con gli agricoltori, bensì con i caseifici: “Capiamo gli agricoltori, ma non siamo i soli a poter risolvere l’intero problema. Ciò che serve – ha fatto sapere – è aprire a confronti con tutte le parti interessate, compresi i rappresentanti politici”.

                      Aldi Burro

                      Foto: Bild

                      Aldi, va detto, non è l’unica insegna a essere oggetto di proteste in questo periodo: anche Lidl, Edeka e Rewe sono infatti nel mirino delle contestazioni per le loro politiche commerciali, già dagli inizi di dicembre. È però innegabile che oggi Aldi rappresenta un player importante sul mercato internazionale, che può dettare prezzi, dal mercato delle banane (leggi qui) a quello dei prodotti agricoli tedeschi. “I prezzi imposti dai discount ci impediscono di produrre in modo adeguato. Da molti anni l’agricoltura tedesca non rientra tra le priorità dalla politica dell’UE”, afferma Ludger Theis, un agricoltore del distretto di Osnabrück, al giornale locale Stadt Spiegel. “I contadini e le loro famiglie stanno pagando per la graduale eliminazione della Germania come territorio agricolo, con redditi in costante diminuzione”.

                      La risposta di parte della politica non si è fatta attendere. “Con una quota di mercato dell’85%, Edeka, Rewe, Lidl e Aldi sono così potenti da poter dettare condizioni e prezzi. E lo fanno senza pietà”, affermano la vicepresidente del gruppo parlamentare CDU/CSU, Gitta Connemann, e il portavoce della politica agricola Albert Stegemann.

                      Aldi Burro

                      Proteste davanti a un centro logistico Aldi Nord in Germania

                      Intanto le proteste sembrano aver sortito i primi effetti, con segni di ravvicinamento da Lidl e dalla stessa Aldi. Come scrive tra gli altri il Süddeutsche Zeitung, mercoledì 30 dicembre sera il movimento degli agricoltori si sarebbe accordato con la direzione di Lidl per aprire un tavolo di confronto fino all’11 gennaio, e un accordo simile sarebbe stato negoziato anche con Aldi. La volontà di partecipare al confronto con i produttori e di “attuare ulteriori misure per migliorare la situazione dell’agricoltura tedesca a breve termine” è stata confermata da un portavoce di Aldi alla Deutsche Presse-Agentur.

                      In un comunicato dedicato Aldi Nord e Aldi Sud hanno poi annunciato di voler acquistare in futuro dalla Germania sia latte fresco convenzionale sia biologico solo da aziende agricole tedesche promuovendo contratti a lungo termine per dare agli agricoltori una maggiore sicurezza nella pianificazione.

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