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                      La “Dolcissima” va a ruba: al via le ronde per salvare la cipolla rossa di Breme

                      La cipolla rossa di Breme è un prodotto unico, coltivata esclusivamente nei terreni pianeggianti e sabbiosi del Pavese tra Breme e il fiume Po. All’anno ne vengono coltivate circa 200 tonnellate su 10 ettari di superficie complessiva seguendo la tradizione dei monaci che per primi l’hanno portata in questo borgo nel 906 dc. Da qualche anno la Dolcissima, così viene chiamata dagli estimatori, viene letteralmente rubata nei campi nelle prime settimane di giugno, mese in cui è praticamente pronta per essere colta. Il suo prezzo non è certo quello del caviale, visto che viene venduta a circa 2/2,50 euro al kg, ma richiama comunque guadagni facili per chi la ruba, visto che in una notte riescono a ricavarci anche 1.000 euro, di conseguenza i coltivatori si sono organizzati in ronde notturne per stanare questi “avvoltoi”

                      Dalla Redazione

                      cipolla rossa

                      Dal sito: www.comunebreme.it

                      Ronde e fototrappole per difendere dai ladri i campi di cipolla rossa presidio Slow Food. Accade nei territori di Breme, piccolo borgo medioevale nella bassa Lomellina, polmone verde del pavese vicino a dove il fiume Sesia incontra il Po: habitat ideale per questa cipolla, chiamata la Dolcissima, dove i produttori hanno già subito diversi furti di questa prelibatezza unica al mondo e coltivata solo in questa zona. In un caso i ladri se ne sono andati con una decina di chili, in un altro addirittura con un quintale e mezzo. È per questo che il sindaco e presidente dell’Associazione dei produttori della cipolla rossa di Breme, Francesco Berzero, ha deciso di formare ronde da tre produttori ciascuna, in modo da coprire le ore dal tramonto all’alba nelle zone fra il centro abitato e il fiume Po.

                      Il suo prezzo non è certo equiparabile a ad altri frutti o ortaggi venduti letteralmente a peso d’oro come l’anguria Densuke o il melone Yubari (160 dollari per un frutto) visto che in zona il suo prezzo si aggira attorno ai 2 euro o 2,50 euro al kg, poi ovviamente maggiorato nella vendita al dettaglio. Però bastano cinquanta chili di cipolle per raggiungere la somma di cento euro: un guadagno facile, che attrae i malintenzionati specialmente durante le ore notturne. Per questo i coltivatori, in tutto circa una ventina e spesso con appezzamenti piccoli, si sono organizzati spontaneamente per presidiare i campi.

                      I furti maggiori si concentrano proprio all’inizio di giugno, quando le cipolle sono ancora nei campi, praticamente pronte per essere colte, visto che solitamente la raccolta avviene da fine giugno. I ladri – riporta anche la Stampa – sono di vario genere, dai privati che rubano giusto qualche chilo a ladri più organizzati che di notte arrivano con i sacchi pronti a rubarne in quantità. Il mercato nero infatti è molto fiorente, così come la sua contraffazione.

                      cipolla rossa

                      Dal sito: www.comunebreme.it

                      La cipolla rossa di Breme, presidio Slow Food, può essere prodotta solo a Breme, in una sottile lingua di terra che si estende fino al Po: per questo la produzione massima arriva a 200 tonnellate coltivate su circa 10 ettari di terreni, tra l’altro con numeri in diminuzione a causa dei cambiamenti climatici. Anche le rese sono in calo perché il metodo di produzione non prevede l’utilizzo di mezzi meccanici ma viene fatto tutto a mano, con gli stessi procedimenti che utilizzavano i monaci benedettini, i primi a coltivare questa varietà nell’orto sul retro dell’abbazia. Le prime notizie di questa coltivazione risalgono al 906 dC, quando alcuni monaci dell’abbazia di Novalesa (nel torinese) che si trasferirono a Breme per sfuggire alle incursioni barbariche saracene, vi trovarono non solo la nuova sede per la loro congregazione, ma anche l’habitat ideale per la coltivazione degli ortaggi, e in particolare di due varietà di cipolla, dette la bianca (o dorata) e la rossa.

                      La rossa, o la “Dolcissima” per gli estimatori, è una cipolla di circa 600/ 800 grammi, dalla forma schiacciata e dal colore rosso intenso, il cui seme, certificato, viene prodotto in proprio dagli stessi agricoltori, ricavandolo dalle migliori cipolle raccolte a fine giugno. Grazie alla sua dolcezza, alla croccantezza e all’alta digeribilità, è sopravvissuta nei secoli. Le sue caratteristiche organolettiche sono in larga parte legate alla composizione morfologica dei terreni (pianeggianti, sabbiosi e di medio impasto), alla loro origine golenale e al microclima della zona. La cipolla rossa di Breme è l’ingrediente ideale di confetture, composte e mostarde e in agrodolce. In cucina, è ottima sia cruda, ad esempio nell’insalata alla bremese, sia cotta e trasformata in zuppe e frittate.

                      Celebrata ogni anno durante la Sagra della cipolla Rossa di Breme (Covid permettendo), la cipolla rossa di Breme viene confezionata in retine con etichetta DeCo che ne certifica l’autenticità e un numero progressivo che permette di risalire al produttore (rintracciabilità). Venduta anche dai magazzini Harrods e a Buckingham Palace, la dolcissima è stata anche protagonista a Expo 2015 dove, nell’orto lombardo di Slow Food, circa 150 piantine sono state esposte per rimanervi fino alla maturazione.

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