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                      La patata del Fucino ottiene l’IGP. Torti: «Alta qualità ma anche volumi»

                      Patate Fucino IGP
                      La patata del Fucino ottiene il marchio IGP (Indicazione geografica protetta). Dopo tre anni di lavoro è arrivato il riconoscimento europeo che premia le peculiarità del prodotto. Oltre un milione e mezzo di quintali di patate ogni anno vengono raccolte nella piana dell’ex lago e distribuite in tutta Italia. Per Dino Pepe, assessore regionale alle Politiche agricole, si tratta di un “risultato strategico per l’economia agricola marsicana. Riconosciute le peculiarità delle coltivazioni nell’ex lago”

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Patate Fucino IGPIl riconoscimento corona la caparbietà dell’associazione marsicana produttori patate (Ampp) che proprio nel mese di dicembre ha festeggiato 30 anni di vita associativa. Dal 2012, Mario Nucci, referente per il ministero, e Battista Bianchi, agronomo, hanno lavorato intensamente per portare la patata del Fucino fino in Europa. “Abbiamo avuto il riconoscimento su tutte le varietà di patate – ha commentato Nucci, referente per il ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – le patate del Fucino hanno delle caratteristiche particolari che le rendono uniche. Per questo è stato riconosciuto il marchio IGP”.

                       

                      “Sicuramente – ha aggiunto Nucci – ci saranno delle ripercussioni sul mercato e i soci dell’Associazione marsicana produttori di patate potranno inoltre usufruire dei nuovi finanziamenti per il Psr. Ora è importante unirsi e fare squadra. I battitori liberi non andranno da nessuna parte”. Soddisfatti anche il presidente dell’Associazione marsicana produttori patate, Rodolfo Di Pasquale, e il direttore, Sante Del Corvo. Oltre un milione e mezzo di quintali di patate ogni anno vengono raccolte nella piana dell’ex lago e distribuite in tutta Italia. La produzione e lavorazione avviene in un’area geografica determinata, nel caso specifico il Fucino, che con i suoi 13.500 ettari contribuisce a generare oltre il 30 per cento del Pil agricolo regionale”.

                       

                      “Un riconoscimento importante – ha dichiarato Raffaele Torti, della omonima società commerciale con sede ad Avezzano (AQ) – per un’area di produzione di cui solitamente si parla poco ma che esprime una grande qualità per le orticole, come dimostra anche il riconoscimento IGP di cui può già fregiarsi la Carota del Fucino. Il terreno, leggero, fresco, di natura prevalentemente limosa, con suoli molto fertili, naturalmente dotati di macro e micro nutrienti, ricchi di sostanza organica e humus, fa si ché il tubero durante la crescita e la raccolta non subisca danni e/o crepe sulla superficie, sviluppando una forma regolare, un’aroma spiccato e una buccia ben aderente alla polpa”.

                       

                      “Il Fucino – continua Torti – rappresenta circa il 10 per cento della produzione nazionale di patate da conservazione. Il raccolto inizia a fine luglio e si protrae fino al 20 ottobre. Poi vengono conservate fino a maggio dell’anno successivo. La maggior parte delle vendite avviene nel centro e sud Italia, da Firenze, Perugia e Ancora in giù, isole comprese. L’IGP arriverà quindi sul mercato solo con il prossimo raccolto. Ora è prioritario procedere alla costituzione di un Consorzio di tutela e valorizzazione, che non c’è ancora, formato da organizzazioni commerciali e di produzione, strumento indispensabile per poter dare concretezza a questo riconoscimento”.

                       

                      patata-fucino-igpPer Confagricoltura il riconoscimento IGP della patata del Fucino “è il coronamento di una stagione irripetibile. Ora occorre avviare un vasto programma per migliorare alcuni aspetti legati al marchio Igp: l’aggregazione dell’offerta, una campagna promozione su larga scala, la gestione intelligente del marchio, la riconoscibilità del prodotto. Contestualmente occorre affrontare e risolvere i problemi legati al miglioramento delle tecniche di produzione, delle strutture di conservazione, alle problematiche fitosanitarie, al reperimento dei tuberi-semi.Con l’uso accorto delle risorse previste dal nuovo Psr si potranno raggiungere questi obiettivi”.

                       

                      L’elemento più importante è quello di aver ottenuto il marchio IGP su tutte le varietà pataticole prodotte nel Fucino. Ciò denota che l’aspetto caratterizzante dei tuberi si deve non tanto alla singola cultivar, quanto alle specifiche condizioni pedoclimatiche del territorio. La qualità della Patata del Fucino è legata infatti alle condizioni di coltivazione offerte da quello che era il fondale dell’omonimo lago Fucino, prosciugato e bonificato nel 1875, posto a 700 metri sul livello del mare. Le specificità del terreno consentono di coltivare le patate con naturalità tale da conferire al prodotto le tipiche caratteristiche organolettiche.

                       

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