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                      L’Uva di Emilia: a Grottaglie la prima produzione da “agricoltura organica rigenerativa”

                      Uva da tavola pugliese, nelle varietà Vittoria e Reginone, che si differenzia sul mercato puntando su una nuova “innovazione naturale”: è infatti la prima uva in Italia prodotta con le tecniche dell’agricoltura organica rigenerativa. Siamo a Grottaglie (Ta) nell’azienda agricola Blasi condotta dall’imprenditrice Emilia Blasi, che a 34 anni ha deciso di trasferirsi da Roma nella sua terra natale per inseguire un sogno agricolo e rilanciare l’attività di famiglia. La scommessa è L’Uva di Emilia, un prodotto a residuo zero, di eccellente qualità sia nella dimensione che nell’aspetto esteriore. Il nuovo sarà di circa 250 quintali: quantitativi ancora ridotti, da destinare per ora ai rivenditori locali, ma con la previsione di crescere in futuro

                      Dalla Redazione

                      L'Uva di Emilia

                      L’Uva di Emilia a residuo zero e di qualità top

                      Produrre in modo tutto naturale uva da tavola di ottima qualità, coltivata applicando insieme le tecniche dell’agricoltura organica e rigenerativa e i disciplinari dell’agricoltura biologica, e riuscire a venderla sul mercato locale a un prezzo al pubblico accessibile, uguale a quello dell’uva prodotta utilizzando i tradizionali fertilizzanti e anticrittogamici. Questa è la scommessa di Emilia Blasi, quarantenne imprenditrice agricola che è tornata da Roma nella sua terra, con marito e figli al seguito, per prendere in mano e sviluppare in modo innovativo l’azienda agricola di famiglia, situata a Grottaglie, in provincia di Taranto

                      Quella di Emilia Blasi è una storia “al contrario”. Come tanti suoi conterranei, questa dinamica grottagliese doc è partita a 18 anni per andare a studiare in un’altra città, a Roma, dove si è laureata in Scienze politiche. Nella Capitale ha poi trovato un lavoro stabile, un marito e ha dato alla luce due bambini. Ma sedici anni dopo Emilia Blasi ha deciso di tornare a Grottaglie per prendere in mano l’attività nei campi della famiglia, che rischiava di non proseguire. Nel frattempo, infatti, i genitori erano diventati anziani e i due fratelli di Emilia si erano trasferiti per lavoro in altre città. Una decisione non facile, anche perché il marito è un manager di una multinazionale con sede a Roma e così è costretto a fare il pendolare, ma Emilia Blasi è testarda e non vuole tornare indietro.

                      Il fondo dell’azienda agricola Blasi è di sei ettari, di cui due e mezzo a vigneto, coltivati a uva da tavola nelle varietà Vittoria e Reginone, e il resto a uliveto. Emilia Blasi ha deciso di diversificare radicalmente l’attività puntando su una nuova “innovazione naturale” per differenziarsi sul mercato. Nel fondo, per la prima volta in Italia in un vigneto da uva da tavola,  si legge in una nota veicolata dall’azienda, sta applicando da anni le tecniche e i disciplinari della “agricoltura organica e rigenerativa” che, nel rispetto assoluto della natura e della biodiversità, prevedono una serie di azioni per la rigenerazione del suolo, la corretta nutrizione delle piante e la piena sostenibilità.

                      L'Uva di Emilia

                      L’imprenditrice agricola grottagliese Emilia Blasi

                      Tra l’altro Emilia Blasi nella vigna ha realizzato l’inerbimento del terreno creando un ecosistema i cui microorganismi nutrono le piante, insieme a quelli dei biofertilizzanti, un piccolo santuario della biodiversità in cui volano farfalle e coccinelle, e in cui a breve installerà anche due arnie per le api. Il risultato è L’Uva di Emilia, un prodotto senza residui chimici con un sapore eccezionale, con bei grappoli i cui acini hanno dimensioni e colori perfetti; in questa uva sono presenti i semi, come natura vuole, al contrario delle tipologie apirene che hanno invaso i mercati. Di fatto questo tipo di agricoltura è la naturale evoluzione della coltivazione “biologica”, e infatti da due anni Emilia Blasi sta già applicando integralmente il disciplinare per il “biologico” la cui certificazione, aprendole nuovi mercati che richiedono questa attestazione, dovrebbe arrivare tra tre anni.

                      “Il vero salto di qualità potrebbe avvenire se arrivassero finalmente i finanziamenti regionali del bando PSR Puglia per il primo insediamento – si prosegue nella nota -, una Misura che agevola il passaggio generazionale delle aziende agricole: così nascerebbe la nuova Azienda Blasi, assistita dalle consulenti grottagliesi Carmen Valente e Maria Teresa Marangi. Per ora tutto grava sulle spalle di Emilia Blasi che da sola affronta i mille problemi che un’azienda agricola comporta, tra i quali anche quelli commerciali per vendere la produzione”.

                      In questa stagione il raccolto di uva da tavola Vittoria e Reginone dovrebbe essere complessivamente di 250 quintali, una produzione di eccellente qualità sia nella dimensione che nell’aspetto esteriore, la prima in Italia prodotta con le tecniche dell’agricoltura organica rigenerativa. Non essendo una quantità eccessiva, per il momento l’idea di Emilia Blasi è quella di riuscire a venderla sul mercato locale proponendola direttamente ai rivenditori della zona: evitando i grossisti e i mediatori, infatti, sarebbe possibile offrirla ai consumatori a un prezzo accessibile, consentendo loro di portare sulle tavole un’uva tutta naturale.

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