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                      La produzione di pesche in Europa si prospetta difficile da stimare, soprattutto per il fatto che ad oggi è in alcuni casi ancora impossibile quantificare le perdite potenziali, come nel caso della tremenda inondazione subita dall’Emilia Romagna o a causa dello spettro siccità che pende come una spada di Damocle in alcune regioni della Francia e della Spagna. Inizia con queste premesse il webinar sulle previsioni dei raccolti 2023 di pesche in Europa moderato da Eric Hostalnou, responsabile di reparto della Camera dell’Agricoltura dei Pirenei Orientali, che sottolinea: “Vi presenteremo il potenziale di produzione più che il raccolto previsto, in quanto la situazione è ancora in divenire”. In definitiva le proiezioni (precedenti all’alluvione in Emilia Romagna) vedono in Italia una produzione di pesche stimata a 933.000 tons, in Spagna 1.548.700 tons, in Francia 231.000 e in Grecia 665.800 tons

                      Dalla Redazione

                      pesche

                      “Quest’anno è ancora più difficile stimare le perdite potenziali causate dagli eventi climatici in corso, come la siccità in Spagna e Francia e le recenti alluvioni nel nord Italia” sottolinea Eric Hostalnou, responsabile di reparto della Camera dell’Agricoltura dei Pirenei Orientali, durante il webinar sulle previsioni dei raccolti 2023 di pesche in Europa. “Vi presenteremo il potenziale di produzione più che il raccolto previsto, in quanto la situazione è ancora in divenire” puntualizza Hostalnou. Per questo motivo, a metà giugno verrà presentato un aggiornamento dei dati.

                      Spagna

                      Il 2022 ha visto nel nord della Spagna una campagna caratterizzata dalle gelate: “Nel 2022 la Spagna ha visto una produzione di pesche di 1.033.100 tonnellate. Gelate importanti si sono verificate nel mese di aprile, soprattutto in Catalogna e Aragona, che da sole rappresentano il 70% della capacità produttiva, facendo così diminuire la produzione nazionale del 30 – 40%. Nella parte del Mediterraneo invece si sono verificate altre avversità, mantenendo una produzione comunque già più in linea. La campagna quindi è durata meno, e abbiamo assistito a un aumento dei costi” spiega Javier Basols, Federazione delle cooperative spagnole. “Di fatto nel 2022 abbiamo visto 400 mila tons di deficit nel nord della Spagna – spiega Manel Simon, Afrucat, Catalogna – e venivamo già da due anni di gelate”.

                      Per il 2023, la Spagna sta affrontando un’intensa siccità. E la regione più colpita è la Catalogna: “Stiamo iniziando questa stagione con una significativa mancanza d’acqua“, spiega Manel Simon di Afrucat. È ancora difficile fare previsioni sul volume e sulla qualità dei frutti. Dati aggiornati saranno forniti tra qualche ­settimana. Per il 2023 comunque si prevede una produzione di pesche in Spagna di 491.700 tons ad Aragona, 448.100 tons in Catalogna, 15.700 tons a Valencia, 129.100 tons in Estremadura, 338.000 tons nella Murcia e 59.500 tons in Andalusia.

                      Grecia

                      In Grecia nel 2022 la produzione di pesche e nettarine si è attestata a 699.300 tons – spiega Georges Kantzios, Cooperativa Asepop, Grecia – una campagna buona, soprattutto a metà campagna. Da agosto i prezzi sono calati a causa delle cattive condizioni meteo. In estate ha piovuto ad agosto e di conseguenza la qualità è calata. I prezzi sono aumentati a settembre ma era già fine stagione. Nel complesso possiamo dire che è stata una campagna giusta”.

                      Per il 2023 si prevede una produzione simile, anche se leggermente ridotta, rispetto al 2022. Il calo per le nettarine dovrebbe essere attorno al 5% con una riduzione più forte per quanto riguarda le percoche che già l’anno scorso hanno subito una riduzione del 4% e del 14% rispetto al la media degli ultimi 5 anni. “In Grecia aprile e maggio quest’anno sono molto freddi e piovosi. Dobbiamo aspettare un mese per vedere come andrà. Anche se per ora ci aspettiamo un totale di di 665mila tonnellate quest’anno, vicino al potenziale produttivo – sottolinea Georges Kantzios -. Resta il fatto che dal punto di vista economico gli ultimi anni non sono andati benissimo per i pescheti, per questo vediamo a uno sradicamento di pescheti in favore delle nettarine: ecco perché quest’ultime stanno andando così bene in questi anni, così come kiwi, ciliegie e albicocche: frutti verso cui la Grecia si sta orientando. Importanti per la Grecia anche le percoche”.

                      Francia

                      “In Francia dopo due anni di gelate abbiamo trovato nel 2022 un anno normale, precoce e con ondate di caldo ma con frutti di buona qualità anche se di calibro più piccolo, come in Italia – spiega Bruno Darnaud, AOP Pesche e Albicocche dalla Francia -. Nel complesso una stagione soddisfacente sostenuta dai consumatori presenti e dal supporto della GDO”.

                      Il 2023 è caratterizzato da un’incertezza idrica: “Abbiamo avuto un inverno normale seguito da una primavera senza gelate significative nelle tre zone produttive. C’è però un ritardo nella vegetazione. Abbiamo 8 giorni di ritardo rispetto agli altri due anni precedenti che sono stati comunque molto precoci. Abbiamo avuto nel sud est problemi di siccità, così come nei Pirenei orientali: oggi abbiamo un po’ di pioggia che però non risolve il problema. Per ora a livello di quantitativi possiamo dire che sono a livelli normali, anche se pende su di noi una spada di Damocle dovuta al perdurare o meno della siccità: per questo è molto difficile fare previsioni e di conseguenza non sono ancora state previste perdite di raccolto, perché la situazione è ancora molto incerta. A questo si aggiungono le incertezze dovute agli aumenti dei costi di produzione, l’inflazione e la riduzione del potere d’acquisto. L’anno scorso, ad esempio, a livello di OP si è visto un +12% in media dei costi di produzione, quest’anno siamo a +10% pertanto ci attestiamo più o meno a 2 euro di costo di produzione medio per la nettarina”.

                      Italia

                      Nel 2022 la campagna si è attestata su 1.014.200 tons: “Venivamo da due annate con problemi di gelate, soprattutto nel 2021. Nel 2022 siamo ritornati su un offerta abbastanza normale, anche se il potenziale produttivo italiano tende a diminuire anno su anno a causa di un calo delle superfici – spiega Elisa Macchi, direttrice di CSO Italy -. Nel 2022 però abbiamo avuto il problema della siccità, soprattutto al nord. In Emilia-Romagna abbiamo visto un calo del calibro ma una buona qualità di prodotto. L’Italia poi nel 2022 ha beneficiato della sfortuna della Spagna, sentendo meno la concorrenza con quotazioni buone fino a luglio, poi sono un po’ diminuite anche se si sono attestate su livelli medi”.

                      Il 2023 invece ha visto come sappiamo, dopo la siccità, due giorni di alluvione disastrosa in Emilia-Romagna (17 e 18 maggio). “Un’alluvione che ha colpito principalmente la Romagna e non tutta l’Emilia-Romagna: soprattutto Ravenna e provincia, Forlì, Cesena, Rimini e in Emilia un’area circoscritta nelle zone di Ferrara e Bologna: ad oggi non è possibile determinare le perdite reali perché in alcuni terreni c’è ancora acqua, fango e smottamenti. La produzione sicuramente sarà inferiore a quanto avevamo preventivato. Forse fra 2-3 settimane potremmo rifare delle stime – sottolinea Macchi che prosegue -. Prima dell’alluvione, che riguarda sì un’area importante per la peschicoltura, anche se comunque circoscritta ad un’area del nord, possiamo dire che le stime prevedevano a livello di superfici un calo del 3-4% rispetto allo scorso anno, soprattutto per il nord Italia mentre il sud si mantiene stabile. Per i bacini produttivi non colpiti dalle alluvioni, come il Sud che da solo rappresenta più della metà della produzione italiana, il potenziale produttivo è leggermente superiore quest’anno. Da sottolineare che in Veneto e in Piemonte, regioni colpite dal gelo e da un calo della superficie coltivate, si verifica ormai da diversi anni un calo della produzione”. Nello specifico: Piemonte: 92.300 tons, Veneto 36.400 tons, Italia centrale 55.600 tons, 641.100 tons in sud Italia e 188.800 tons in Emilia Romagna, anche se con l’alluvione il dato cambierà, soprattutto per le nettarine”.

                      A livello Europeo per il 2023 si stima una produzione di pesche di 1.548.700 tons in Spagna, 231.000 tons in Francia, 933.000 tons in Italia e 665.800 tons in Grecia.

                      pesche

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