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                      Saponi della Lush? No, pasti veg completi che salvano la verdura brutta

                      A una prima, rapida, occhiata possono sembrare le famose cialde di sapone o bagnoschiuma solido della Lush. In realtà sono degli involucri realizzati da una lamina di verdure, tagliate a fette sottili, che contengono all’interno cereali, pasta, legumi o bulgur per garantire un pasto veg completo, adatto a una pausa pranzo per chi ha poco tempo, visto che basta scaldare questa “capsula” in microonde con un po’ di acqua calda. L’idea è di Anina Culinary Art, Ltd, start up israeliana che non solo ha ideato e brevettato la tecnologia che consente di creare da delle fette di verdura dei fogli capaci di contenere un pasto all’interno (e di essere loro stesse parte del pasto), ma soprattutto ha voluto valorizzare tutti quegli ortaggi e frutti brutti ma buoni, che nel mercato “normale” verrebbero scartati, proponendosi di risolvere – in parte – il gravoso problema dello spreco alimentare

                      Di Valentina Bonazza

                      Anina veg

                      Ogni anno, nel mondo, si sprecano 74 kg di cibo a testa. All’incirca un terzo di tutto il cibo destinato al consumo umano viene sprecato ogni anno. Nella sola Europa, il 50% dello spreco alimentare generati dalle famiglie è costituito proprio dall’ortofrutta. Anche se sono gli Stati Uniti a scartare più cibo di qualsiasi altro Paese, con circa 60 milioni di tonnellate che vanno sprecate ogni anno, soprattutto per motivi estetici. Spreco che ha un impatto fortemente negativo sul pianeta e che si traduce in perdite di reddito per gli agricoltori e in prezzi più alti per i consumatori.

                      È proprio cercando una soluzione a questi problemi che è nata Anina Culinary Art Ltd, start up israeliana che ha trasformato gli ortaggi brutti da vedere in veri e propri pattern artistici che vanno a formare dei bellissimi e avveniristici piatti veg pronti in 8 minuti.

                      Anina veg

                      In che modo? Tutto parte dalla tecnologia di laminazione brevettata da Anina: di fatto gli ortaggi “brutti ma buoni” vengono tagliati a rondelle sottili, per poi essere distribuiti creando una lamina, o per meglio dire un foglio, di verdure o frutta stratificate che andranno a costituire l’involucro del piatto pronto. Il guscio costituito dal foglio realizzato da rondelle di ortaggi all’interno può contenere pasta, legumi o cereali, per garantire un pasto equilibrato e completo.

                      Il risultato è un guscio ripieno che basterà mettere nel microonde all’interno di una ciotola con un po’ d’acqua per 8 minuti, o in padella, sempre con un po’ d’acqua, per “reidratare” il contenuto e riuscire a gustare un piatto pronto, perfetto per chi ha bisogno di consumare piatti veloci senza rinunciare a una dieta sana. Di fatto, con queste capsule veg, Anina cambia il modo di mangiare, aiutando anche tutti quei consumatori che nella vita frenetica di oggi devono scendere a compromessi sulla dieta che vogliono condurre, perché spesso un piatto veg poco si adatta ai tempi ridotti che ci ritagliamo per i pasti.

                      L’idea è stata sviluppata da Esti Brantz e Meydan Levy, due studenti di design industriale attenti all’ambiente che vivevano vicino a un mercato agricolo di Gerusalemme. I due studenti hanno acquistato degli avanzi di verdure al mercato per sviluppare una soluzione allo spreco alimentare. Dopo due anni di ricerca e sviluppo è nata Anina. Gli ortaggi che Anina utilizza per creare i suoi “gusci” sono destinati a essere scartati per motivi estetici: principalmente per la loro forma irregolare, le dimensioni non conformi a quelle che il mercato richiede o per eventuali imperfezioni, che di fatto sono le principali fonti di spreco alimentare. Tutte caratteristiche che però non hanno nulla a che fare con il gusto e la qualità dei prodotti, ma solo con l’estetica.

                      Anina veg

                      Anina risolve questo problema estetico presentando le verdure in un modo artistico che conferisce loro una nuova bellezza, pur mantenendone gli aspetti nutrizionali. “Produciamo questi fogli vegetali con una lavorazione minima, preservando i sapori, gli aromi, i colori e la consistenza della verdura originale – ha dichiarato Mor Wilk, vicepresidente della divisione R&S di Anina -. Il cuore della nostra tecnologia è la creazione di fogli vegetali. La flessibilità di questi fogli ci permette di formare qualsiasi struttura 3D e di creare qualsiasi ricetta in una capsula decorativa, ognuna impostata su un tempo di cottura unico e controllato”.

                      In Israele, la startup produce tre gusti di pasti: Pasta Primavera (verdure, erbe aromatiche “italiane” e pasta); ciotola mediterranea (verdure, bulgur e lenticchie nere) e ciotola vietnamita (spaghetti di riso e verdure). Ogni pasto contiene due tazze di verdure, che rappresentano il 40% del fabbisogno nutrizionale giornaliero di un adulto.

                      Attualmente l’azienda produce e distribuisce i suoi prodotti in Israele, ma sta cercando di espandere la produzione e la distribuzione in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti. “Dopo il successo del lancio del prodotto in Israele e il feedback positivo ricevuto dai millennial americani, siamo pronti a portare i nostri prodotti negli Stati Uniti”, ha dichiarato Anat Natan, cofondatore e ceo di Anina in un comunicato.

                      Anina ha un impatto reale sull’industria alimentare: è in grado di ridurre gli sprechi alimentari in quanto trasforma ortaggi e frutti brutti ma buoni in un nuovo prodotto innovativo, a base vegetale, dall’aspetto completamente nuovo ed esteticamente entusiasmante – prosegue Anat Natan -. Il risultato è un pasto equilibrato e delizioso con tutti i nutrienti necessari. Anina infatti risponde alla crescente domanda di sfruttare al meglio gli ortaggi brutti ma buoni e di trasformarli in qualcosa di artistico, che sia piacevole per gli occhi e per il palato”. A questo link il video di come funziona Anina. Di recente, la start-up israeliana ha raggiunto vinto il primo posto a “The Pitch”, il principale concorso israeliano per start-up organizzato da EY.

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