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                      Sicilia e Tunisia, al via la produzione di succo d’uva

                      Screen Shot 2014-05-02 at 6.35.15 PMCon il progetto “Qualimed” la Sicilia, assieme alla Tunisia, produrrà succo d’uva, inserito nel paniere dei beni per i quali sono stati certificati i disciplinari di produzione. In Sicilia poche aziende ancora producono il succo d’uva, inviato, soprattutto sfuso, per la grande industria alimentare. Questo dato è emerso oggi alla Soat di Castelvetrano, durante la presentazione dei risultati del progetto, finanziato con 800.000 euro nell’ambito dei programmi di cooperazione transfrontaliera dell’Unione Europea.

                      Nove i partner coinvolti: Confindustria Trapani, distretti Cosvap (pesca), quello vitivinicolo, quello olivicolo, la Provincia di Trapani e quattro enti della sponda sud del Mediterraneo: il Gica (Groupement des Industries de Conserves Alimentaires), l’Union tunisienne de l’agriculture et de la peche, il Centre Technique de l’agro-alimentaire e l’institut de recherche vétérinaire de Tunisie.

                      “La difficoltà originaria nel progetto è stata quella di trovare un prodotto del comparto vitivinicolo che non fosse il vino, inserito nella dieta mediterranea ma vietato dalle prescrizioni della religione musulmana – spiega Fabio Foraci, presidente del Distretto vitivinicolo della Sicilia occidentale – poi, sulla scorta della nostra esperienza a Mazara del Vallo, abbiamo condiviso con gli enti tunisini il percorso di produzione del succo puro”. Foraci è titolare a Mazara del Vallo di “Naturalia ingredients”, una delle poche aziende siciliane produttrici di succo d’uva.

                      “A margine della scorsa vendemmia abbiamo già fatto una produzione di prova con i partner tunisini. L’obiettivo della produzione italo-tunisina è duplice – dice ancora Foraci – da un lato la sfida del prodotto confezionato commercializzabile e dall’altro garantire, nei mercati del Nord Europa, una quantità di produzione sostenibile”.

                      I beni attualmente inseriti nel paniere del progetto Qualimed sono le sardine, i pomodori secchi, l’olio d’oliva, le olive da tavola e i succhi d’uva e derivati. Le aziende sulle quali si è sperimentato il progetto sono sei tunisine (Les vergers de Tunisie, Sunantipasti, Al Jazira, Carthage Olive Oil, Sotrapa, Medi Fish e Medi Mer) e quattro siciliane: Campo d’Oro (Sciacca – AG), Gruppo Curaba (Castelvetrano – TP), Carbona Società Agricola (Castelvetrano – TP), Naturalia ingredients (Mazara del Vallo – TP).

                      “Il progetto rappresenta un’opportunità concreta di sviluppo per Sicilia e Tunisia – ha detto Gregory Bongiorno, presidente Confindustria Trapani – da ambasciatori di questo Mediterraneo che produce qualità è necessario guardare con attenzione ai mercati europei e internazionali, conservando l’identità del nostro territorio e della nostra storia”.

                      Fonte: ansamed.ansa.it