L’azienda siciliana, storico fornitore di Coop e ambasciatore dell’arancia rossa nel mondo, anche sotto forma di spremute fresche, ha messo a dimora sette ettari di melograni, un frutto ricco di antociani e sempre più apprezzato dal mercato globale, e si propone come capofila aggregante per l’offerta siciliana, pugliese e calabra

La produzione siciliana di melograni si attesta oggi attorno ai 45 ettari. Tra i produttori di maggiori dimensioni c’è Oranfrizer, conosciuta al grande pubblico per le arance prodotte nella Piana di Catania dalla tipica pigmentazione rossa che le rende uniche nel mondo. Come riferisce il presidente Nello Alba (foto sopra) nel video che potete vedere sotto, Oranfrizer sta lavorando per riunire tutti produttori delle aree più vocate (Sicilia, Puglia e Calabria) in un consorzio così da aggregare l’offerta e raggiungere più agevolmente i mercati di consumo in Italia e all’estero. La nuova realtà consortile dovrebbe essere costituita nei primi mesi del 2014. “I maggiori Paesi di produzione – riferisce Alba – oggi sono fuori dall’Europa, e penso a Israele e all’Iran. Con un’attenta politica di sviluppo anche l’Italia può dire la sua. Proprio la presenza di antociani, nel melograno elevatissima, rende il frutto simile alle nostre arance rosse”. “Svilupperemo nei prossimi anni la produzione e la commercializzazione di questo frutto – conclude Alba – ma attenzione, non tanto per diversificare, ma perché la salute può trarre dal consumo dei melograni dei benefici enormi“.

La campagna agrumicola appena iniziata intanto dovrebbe tornare alla normalità dopo un anno di produzione scarsa. Solo i calibri saranno mediamente più piccoli ma di buona qualità. I mercati che si appresta ad approcciare Oranfrizer sono la Norvegia, in cui sono già stati buoni i risultati nella passata campagna, la Svizzera e la Russia, in mimore minore la Francia e il Regno Unito, come riferisce Salvo Laudani nell’intervista che potete vedere nel video. Continua a preoccupare invece la diffusione del virus della Tristeza che sta falcidiando gli agrumeti siciliani (sono esclusi solo i limoni). Ad oggi sono già stati aggrediti 15 mila ettari, potenzialmente potrebbero essere colpiti 70 mila ettari. La malattia è irreversibile, non ci sono cure, ma piante resistenti. La Sicilia è quindi alle prese con una immensa e costosa operazione di riconversione varietale.