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                      45 cent posson bastare? Gruppo tedesco vuole arance spagnole sottocosto

                      Arance-Valencia-Spagna-sottocosto

                      Valencia, epicentro in Spagna della produzione di arance

                      Torna di attualità lo squilibrio di potere contrattuale tra la grande distribuzione e il mondo agricolo. In questo caso siamo in Spagna, che gode peraltro di un sistema ortofrutticolo ben più organizzato di quello italiano. Da una parte una catena di supermercati tedesca presente in tutta Europa, dall’altra tante cooperative ed esportatori di Valencia, epicentro della produzione agrumicola spagnola. Il prezzo proposto dal gruppo tedesco – sì, perché ormai sempre più spesso il prezzo lo fa direttamente il compratore – è di 45 centesimi di euro al chilo, per cui non resterebbe nulla all’agricoltore. Una pratica sleale vietata dalla Legge ma per cui il gruppo distributivo avrebbe trovato un escamotage

                      Dalla Redazione

                      Arance-Valencia-Spagna-sottocosto

                      Valencia, epicentro in Spagna della produzione di arance

                      Una catena tedesca di supermercati che opera in tutta Europa, compresa la Spagna e leader in Germania, nell’ambito della della campagna agrumicola, intende acquistare arance spagnole a prezzi inferiori ai costi di produzione, quindi in perdita per i venditori. Si tratta di una pratica proibita dalla Legge. Lo riporta Las Provincias, quotidiano di Valencia in un articolo datato 19 ottobre. Come è consuetudine durante le campagne di frutta e verdura, i gruppi distributivi preparano strategie commerciali per le settimane e i mesi successivi, proponendo prezzi di acquisto ai fornitori candidati per determinate quantità e date.

                      Nell’ambito di questa azione, una catena di supermercati tedesca ha fatto offerte a cooperative e altre aziende esportatrici di Valencia per fornire arance a un prezzo di 0,45 euro al chilo per due settimane.

                      Questo prezzo è chiaramente inferiore ai costi di fornitura. È possibile che in molti casi non copra nemmeno la somma dei costi di raccolta, trasporto, movimentazione, selezione e confezionamento in magazzini, senza lasciare nulla o praticamente nulla all’agricoltore. È una situazione che viola la Legge, ma il gruppo distributivo ha trovato il modo per aggirarla, almeno a livello formale: nei contratti di acquisto vengono fatte firmare delle clausole alla parte venditrice che dichiara di vendere “al di sopra dei suoi costi”, il che però non è vero. Ma nessuno si adopera per fermare questa pratica.

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