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                      75ª Assemblea di Fruitimprese, l’ortofrutta italiana tra passato e futuro

                      Salvi Fruitimprese
                      Salvi Fruitimprese

                      Marco Salvi, presidente di Fruitimprese

                      Si è tenuta oggi la 75esima assemblea annuale di Fruitimprese. Una storia lunga 75 anni, per un’associazione che nasceva ufficialmente nel 1949, all’indomani del periodo bellico.

                      .L’inaugurazione dell’assemblea è avvenuta con un’introduzione storica da parte del presidente Marco Salvi, che ha sottolineato: “Oggi siamo una vera  e propria associazione di filiera: dal lato produttivo aderiscono a noi alcune importanti organizzazioni di produttori e fanno riferimento ai nostri associati circa 20.000 aziende agricole, siamo operatori internazionali, rappresentiamo infatti tanti esportatori, ma anche i più importanti importatori rientrati alla base all’inizio degli anni 2000”.

                      Una crescita a tutto tondo dunque, secondo Fruitimprese, ma che deve continuamente fare i conti con i problemi nazionali e internazionali che incidono sul settore. Le guerre in Ucraina e Medio Oriente, il blocco di Suez prospettano un quadro molto preoccupante, mettendo a rischio, nel solo caso di Suez, centinaia di milioni di euro di export italiano di mele e kiwi.

                      Il 2023 si è chiuso con il record del valore delle esportazioni italiane di ortofrutta fresca che è in crescita del 9,1% rispetto al risultato dell’anno precedente. I dati Istat hanno  evidenziato un valore esportato di 5,780 miliardi di euro contro poco meno di 5,3 miliardi del 2022, in controtendenza le quantità esportate che calano di poco meno di un punto percentuale, a 3,483 milioni di tonnellate.

                      Cresce a due cifre l’import che segna un +13,6% in volume e un +15,7% in valore. Ne risente pesantemente la bilancia commerciale che vede ridursi il saldo a poco più di 543 milioni di euro, in calo del 29,7% rispetto al dato del 2022.

                      Il 2023 è stato l’anno nel quale il Green Deal ed in particolare la strategia Farm To Fork hanno mostrato tutte le loro contraddizioni: “Abbiamo scoperto – afferma Salvi – che la parola sostenibilità per i burocrati di Bruxelles ha una sola declinazione, quella dell’ambientalismo a tutti i costi, contraddicendo i principi di tutela degli agricoltori previsti dalla politica agricola comune e imponendo decisioni drastiche, figlie di una ideologia miope che non tiene conto delle conseguenze delle scelte che si intende intraprendere”. 

                      Quando si parla di consumi, in riferimento all’ scorso anno, il problema dell’aumento dei prezzi è stato l’argomento principale di tante discussioni che hanno coinvolto, ovviamente, anche il settore ortofrutticolo. La spesa media per frutta e verdura fresca rappresenta – come certificato da uno studio di CSO Italy – solo il 3,7% del budget delle famiglie. 

                      Anche quest’anno  si registra una  riduzione dei consumi di ortofrutta fresca in Italia. I dati elaborati da CSO Italy riportano un calo del 6% dei volumi acquistati ed un aumento del 4% del valore acquistato, rispecchiando quasi perfettamente l’incidenza dell’inflazione.

                      Per quanto riguarda il comparto produttivo all’orizzonte, ci sono delle innovazioni molto interessanti che promettono di rivoluzionare il settore. In primo luogo, le tecniche di evoluzione assistita, conosciute anche come NBT o NGT che hanno le potenzialità per migliorare notevolmente l’aspetto produttivo, consentendo di accelerare i processi di evoluzione che in natura richiedono decenni.

                      “Anche noi – ha concluso il presidente Salvi – sogniamo un’agricoltura ad impatto zero, ma, per favore, dateci il tempo, le tecnologie ed i giusti incentivi per ottenerla”. 

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