Dalla Redazione
Nel corso di un meeting della Società di medicina comportamentale a Washington, un gruppo di psicologi dell’Università del Colorado di Boulder ha presentato i risultati inediti di uno studio sugli effetti che un piccolo incentivo economico può avere nello stimolo delle persone a scegliere una dieta verde. Il team universitario, coordinato da Casey Gardiner, dottoranda dell’ateneo Usa, ha nello specifico illustrato i risultati di una ricerca condotta su un campione di 60 consumatori adulti, alcuni dei quali hanno ricevuto un premio in dollari per ogni pozione di frutta e verdura acquistata e consumata quotidianamente.
Il campione è stato diviso in tre gruppi, spiega un articolo su AdnKronos Salute. Ogni componente del primo gruppo riceveva 1 dollaro per ogni porzione di frutta e verdura, consumata ogni giorno durante un periodo di tre settimane, con un pagamento corrisposto quotidianamente via PayPal. Le persone del secondo gruppo ottenevano lo stesso premio alle stesse condizioni, ma i soldi arrivavano alla fine dello studio; per il terzo gruppo, infine, non era prevista alcuna ricompensa economica per la scelta di una dieta verde.
È risultato che il primo gruppo, cioè quello pagato giorno per giorno in base alla quantità di frutta e verdura messa in tavola, mostrava l’aumento maggiore nel consumo di vegetali. Questa ‘conversione salutista’ si manteneva anche a distanza di due settimane dalla fine dell’esperimento: gli effetti sono a quanto pare duraturi nel tempo e si mantengono anche quando chi ha cambiato abitudini smette di essere retribuito.
Secondo gli autori dello studio, “l’aumento del consumo di frutta e verdura nei partecipanti al test si associava allo sviluppo di un atteggiamento più positivo e a una maggiore fiducia nella propria capacità di riuscire a mangiare meglio”. Naturalmente, per continuare a mangiare sano anche ‘gratis’, deve scattare dentro ad ogni individuo qualcosa di più profondo e duraturo. Una motivazione interiore, questa sì, senza prezzo.
Gli psicologi di Boulder sono convinti che questi risultati potranno essere utili alle ricerche che indagano sui fattori psicologici legati ai cambiamenti comportamentali. Quindi alla messa a punto di programmi di prevenzione più efficaci. La ricerca sarà anche oggetto di uno studio in pubblicazione, firmato da Gardiner con Angela Bryan, docente del Dipartimento di psicologia e neuroscienze dell’università di Boulder.
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