Dalla Redazione
Sarà Salvini a prendere il posto della dimissionaria Bellanova come ministro dell’Agricoltura? In questi giorni sui giornali – e non solo – si sta scatenando il toto-ministri e, mentre si avvicina il giorno della lista dei ministri del governo Draghi, i nomi dei papabili – tra tecnici e politici, a seconda di come sarà il governo – continuano a circolare. Mario Draghi dal canto suo non si sbilancia e per ora sembrano possibili solo Daniele Franco a rivestire il ruolo di ministro dell’Economia e Marta Cartabia per la Giustizia, come scrive La Repubblica del 9 febbraio.
Resta il fatto che Salvini sembra spingere sull’acceleratore per riuscire a entrare nell’esecutivo. Si dichiara come una persona “pragmatica e pratica”, mentre altri parlano di conversione europeista, visto che per una volta tace davanti a uno sbarco di migranti e di fronte al voto a Bruxelles sul recovery plan, se in passato la Lega si era astenuta, ora si spacca e sembra prevalere il sì. Se Salvini diventasse ministro dell’Agricoltura di fatto sarebbe il terzo della Lega (tra Lega Nord e Lega), dopo appunto Luca Zaia, che nell’ancora Lega Nord ha coperto questo ruolo dal 2008 al 2010 sotto il governo Berlusconi IV, e Gian Marco Centinaio, della Lega, ministro sotto il Conte I dal 2018 al 2019.
Salvini, così, dopo aver tolto la maglietta “no euro” e aver indossato giacca e cravatta per dare il supporto “senza veti” alla formazione di un governo Draghi, sembra ora essere in lizza per il posto di ministro dell’Agricoltura, o della Difesa. E benché sabato, dopo le consultazioni in cui la Lega confermato l’appoggio a Draghi, Salvini abbia affermato: “Siamo a disposizione, non poniamo veti, non è il momento dei no. Dalla Lega un si convinto, non chiederemo posti”, è anche vero che i posti, per la Lega, potrebbero arrivare, anche se più probabile di Salvini all’Agricoltura c’è il nome di un altro leghista: quello di Giancarlo Giorgetti, in stretti rapporti con Draghi, che potrebbe rivestire il ruolo di responsabile allo Sviluppo economico o delle Infrastrutture, o proprio la poltrona di ministro all’Agricoltura.
A meno che Draghi non opti per un esecutivo più tecnico e meno politico. Per saperlo bisognerà aspettare, forse giovedì o venerdì, o anche più tardi, per vederlo salire al Colle e consegnare al presidente Sergio Mattarella la lista dei ministri e far giurare il nuovo governo.
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