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                      Caro energia, aziende agricole annientate dalla bolletta di luglio

                      Energia elettrica e gas metano, nella bolletta di luglio 2022 è arrivata una vera e propria stangata per le aziende, che – se parliamo di agricoltura – sono già abbastanza provate dalle difficoltà degli ultimi periodi, fra siccità, avversità climatiche e altre calamità naturali, calo di produzione, costi alle stelle. “Non possiamo accontentarci della spiegazione banale che tutto questo accade perché c’è la guerra in Ucraina o perché l’Europa non riesce a calmierare i prezzi del metano che arriva dalla Russia”, è la condanna dell’azienda La Fiammante (pomodori da industria), che dai 120 mila euro di luglio 2021 è arrivata oggi a dover pagare un milione di euro per 20 giornate di lavoro. Di canoni quadruplicati per l’energia elettrica e di speculazioni parla anche l’azienda Marmocchi di Argenta, specializzata in patate e cipolle, che punta il dito anche sulla Gdo

                      Dalla Redazione

                      Le bollette di luce e gas delle due aziende

                      Non è stato solo il caldo infernale degli ultimi due mesi a fare – triste a dirsi, quasi in senso letterale – terra bruciata in agricoltura. A incendiare la situazione già gravosa delle aziende provate dai costi, dai cambiamenti climatici e dall’inflazione sono state le ultime bollette dell’energia elettrica e del gas, da quattro a otto volte più alte rispetto a luglio 2021. Cosa che, per alcuni imprenditori agricoli, significa non sopravvivenza.

                      I giorni scorsi ha fatto il giro del web e delle tv locali e nazionali la denuncia dell’azienda La Fiammante, storica realtà del salernitano che si occupa di trasformazione e commercio di pomodori attraverso una filiera etica completamente tracciata, sull’ultimo canone del gas metano. Il manager dell’azienda, Francesco Franzese, ha pubblicato sui social l’incendiaria bolletta di luglio 2022, che sfiora il milione di euro. A fianco fotografa quella di luglio 2021: il confronto è fra i 120 mila euro di anno scorso contro gli attuali 978 mila euro. Una bolletta otto volte più alta. “Mentre i nostri politici litigano per una poltrona calda, gli imprenditori sono lasciati soli in mezzo alla giungla energetica – scrive amareggiato Franzese -. Per lavorare 15 giorni di luglio, mi tocca pagare una bolletta di gas di 978 mila euro, a fronte di circa 120 mila dello scorso anno (per 20 giorni di lavoro). Non era meglio andare al mare?”.

                      “Questo non è un aumento ma un salasso. Anzi, usiamo i termini giusti: è una speculazione”, denuncia l’imprenditore su Fortune. “Non possiamo accontentarci della spiegazione banale che tutto questo accade perché c’è la guerra in Ucraina o perché l’Europa non riesce a calmierare i prezzi del metano che arriva dalla Russia – continua – e che noi rifiutiamo perché ci sono le sanzioni e abbiamo dunque bisogno di approvvigionarci altrove con costi che lievitano a dismisura. Questa situazione va presa di petto perché sta diventando una grave emergenza sociale nazionale”.

                      Venendo al comparto del fresco, un altro post sul caro energia che sta facendo il giro del web in questi giorni è quello dell’imprenditore ferrarese Davide Marmocchi, titolare dell’azienda Marmocchi di Argenta che lavora, confeziona e vende patate e cipolle. Anche nel suo caso, la bolletta di luglio – in questo caso dell’energia elettrica – è un salasso: ammonta a 50.951,64 euro, più che quadruplicata rispetto a luglio 2021, quando sfiorava i 12 mila euro.

                      “E poi dicono che i prezzi dell’ortofrutta aumentano! – scrive Marmocchi su Linkedin – È arrivata la tempesta perfetta! Mancanza d’acqua per irrigazione, siccità, caldo torrido, cali delle produzioni anche del 30/35% e adesso ulteriori aumenti dell’energia elettrica!”. “È vero che il caldo ha fatto il suo gioco e i consumi per le celle frigorifere sono più alti – precisa in un commento del post -. Ma qui ci sono solo 5000 kw in più rispetto alla stessa bolletta dello scorso anno, relativa a due mensilità. Per fortuna che abbiamo il fotovoltaico che ci aiuta! Ma anche quello non ce lo hanno regalato!”.

                      “Mi dispiace dirlo, ma i signori della Grande Distribuzione devono capire che se andiamo avanti così saremo costretti a chiudere – continua nel suo sfogo amareggiato l’imprenditore ferrarese -. Allora sì che non avranno più da discutere per qualche centesimo di aumento, perché non ci sarà più nessuno con cui discutere, ma per loro gli scaffali rimarranno vuoti! Non possiamo più fare da ammortizzatori!”.

                      E intanto sul fronte delle energie e di chi le fornisce, Eni ha appena mandato in archivio il primo semestre del 2022 con profitti che fanno un balzo in avanti del +670%. L’utile netto del gruppo da gennaio a giugno è di 7,398 miliardi, in crescita dagli 1,103 miliardi dello stesso periodo del 2021, e l’utile netto adjusted ammonta a 7,08 miliardi dagli 1,199 miliardi del 2021, come riporta Il Sole 24 Ore. Come dire, il perdurare della guerra e la crescente tensione nei prezzi del metano e del petrolio parrebbero non essere un problema per tutti…

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