Dalla Redazione
È in Abruzzo lo stabilimento più grande d’Europa per la trasformazione e lavorazione dei finocchi. È stato inaugurato lo scorso 6 aprile a San Benedetto dei Marsi, in provincia dell’Aquila, nel cuore della piana del Fucino, un territorio particolarmente vocato per la coltivazione di questo ortaggio. Il nuovo sito produttivo si estende su 6 mila mq e ha una capacità di lavorazione di circa 150 tonnellate al giorno: è dotato di impianti di ultima generazione, costruito con la legge 4.0, per un investimento complessivo di 8 milioni di euro.
Si tratta della nuova scommessa dell’azienda agricola Lago d’Oro dei fratelli Luigi e Nicola d’Apice, che con mille ettari coltivati tra Puglia, Basilicata, Molise, Calabria e Abruzzo è attiva da più di 15 anni nel settore della produzione, commercializzazione e lavorazione del finocchio. “Per lo più la nostra produzione è made in Abruzzo – spiega il titolare Luigi d’Apice, che è anche presidente dell’Opoa Marsia, in una nota ripresa da CertaStampa https://certastampa.it/cronaca/56251-il-record-europeo-per-i-finocchi-e-in-abruzzo.html -, attualmente abbiamo circa 130 dipendenti assunti, con il nuovo stabilimento arriveremo a 180”.
“L’Italia produce circa l’80% di finocchi mondiali e ne consuma circa il 60% – continua d’Apice -. Noi ci distinguiamo in Europa perché, grazie al terreno fertile del Fucino, lavoriamo 365 giorni l’anno, caratterizzandoci come una delle poche aziende europee che produce finocchi anche nel periodo estivo, poiché solo la Piana del Fucino lo permette”. “Questo nuovo stabilimento – precisa – ci permetterà di aumentare la capacità di lavorazione fino a 150 tonnellate al giorno, migliorando la sicurezza e la qualità dell’ambiente di lavoro per i dipendenti, ma permettendoci anche di preservare al meglio il principio di freschezza degli ortaggi”.
Lo stabilimento è campione di innovazione e digitalizzazione sulle linee produttive e dotato di impianti fotovoltaici che garantiscono l’autosufficienza produttiva di energia elettrica. L’investimento di 8 milioni di euro messo in campo è stato sostenuto in parte con fondi del PSR, del Piano Operativo della OP ma soprattutto con le misure a favore della cosiddetta agricoltura 4.0.
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