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                      Cibi con “veleni”, nella top ten patate, ciliegie, basilico e prezzemolo

                      Patate
                      Il sito agrodolce.it, in un articolo del 23 febbraio, ci svela quali sono i cibi che contengono al loro interno delle sostanze velenose. Tra questi anche alcune piante aromatiche, come il basilico e il prezzemolo, bisogna fare attenzione ai solfiti in alcuni tipi di frutta come l’uva da tavola, ma forse il prodotto più insidioso di tutti è la patata

                       

                      dalla Redazione

                       

                      Patate“La questione dei veleni nel cibo – si legge nell’articolo a firma Walter Farnetti – non è soltanto un fatto letterario. Molti alimenti, assunti in quantità eccessive, manifestano la propria natura tossica, altri sono trattati in modo da diventare nocivi. Nel primo caso dovremo soltanto badare alle quantità ingerite e prendere alcune precauzioni; nel secondo, interrogarci sulla nostra superficialità di consumatori, disposti a sacrificare naturalità e bontà pur di vedere un prodotto gonfio, lucido, smagliante, e sull’onestà di produttori e venditori, poco attenti alla qualità se si tratta di aumentare i volumi. Ecco alcuni dei rischi più diffusi che di solito ignoriamo”.

                       

                      Ecco allora che affianco al pesce al mercurio, indicato come il più pericoloso di tutti, ci sono anche i solfiti in crostacei, vino, frutta e pane, usati come conservanti. Gli effetti dannosi dei solfiti sono molteplici: con la distruzione di molte vitamine, impoveriscono le proprietà organolettiche degli alimenti, ma soprattutto appesantiscono il nostro organismo agendo come allergeni, all’origine di eczemi, orticarie, reazioni asmatiche. I solfiti, si legge nell’articolo, possono nascondersi anche nei succhi di frutta, nelle uve da tavola e in altri frutti, nelle conserve e nelle merendine confezionate.

                       

                      BasilicoC’è poi la carne e gli insaccati, che possono contenere dosi massiccie di ormoni e antibiotici ma anche idrocarburi policiclici che sono sostanze inquinanti dalle potenzialità cancerogene. Per affumicarli, prodotti come speck, salmone, pesce spada, wurstel, provola sono sottoposti a processi di disidratazione, essiccazione e soprattutto contatto con fumi senza fiamma, che penetrano gradualmente nell’alimento. Oltre alle sostanze aromatiche, tuttavia, il cibo incorpora così anche quelle dannose, come il benzopirene e il benzoantracene. Per una alimentazione equilibrata gli alimenti affumicati devono dunque acquisire un ruolo occasionale.

                       

                      C’è poi lo zucchero raffinato, che contiene prodotti sintentici. Subendo meno processi di raffinazione chimica – si legge nell’articolo – gli zuccheri di canna integrali risultano maggiormente sani e mantengono un più alto valore di nutrienti. Tra gli elementi dannosi anche i coloranti usati in moltissimi prodotti alimentrti come le bibite gassate. Ma torniamo alla frutta: guai ingerire i noccioli delle ciliegie, hanno l’acido cianidrico, veleno potentissimo in grado di bloccare la respirazione cellulare. Anche altri tipi di semi contengono questo veleno: albicocche, pesche, susine, prugne.

                       

                      CiliegieL’articolo cita poi il prezzemolo e il basilico. Il prezzemolo tra le pinte più usate in cucina, in dosi massicce può sviluppare effetti tossici, a causa della miristicina. Per il basilico i rischi sono legati alla presenza naturale di metileugenolo, a cui recenti studi attribuiscono potenzialità cancerogene; la concentrazione è maggiore nelle piante piccole. In corso d’approfondimento anche il ruolo dell’estragolo, ravvisabile nel basilico essiccato. Come per il prezzemolo, bisogna considerare le quantità ingerite, spesso molto ridotte, e comunque prediligere la foglia fresca e non troppo giovane.

                       

                      Infine le patate. La solanina è un glicoalcaloide che può provocare una serie variegata di effetti negativi: da stati di stanchezza e sonnolenza, a emicranie, fino a irritazione della mucosa gastrica e emorragie; in dosi importanti può addirittura rivelarsi letale. Tale sostanza tossica si concentra soprattutto nella buccia, nei fiori e nelle parti esposte al sole che assumono colorazione verde. Affinchè le patate non abbiano alcun effetto nocivo basterà dunque non utilizzare esemplari vecchi e ossidati, eliminare le porzioni deteriorate e verdi, i germogli e rimuovere la buccia.

                       

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