Nove ore inginocchiati a terra per portare a casa 15 euro al giorno, 30 i più fortunati. Molti lavoratori vengono reclutati per la giornata in nero e a prezzi bassissimi dai cosiddetti “caporali”, che lavorano per conto dei padroni delle piantagioni. Ultimamente, a causa della crisi economica, non solo immigrati, ma anche uomini di nazionalità italiana si stanno proponendo sempre più spesso

Dalla Redazione

Nove ore di lavoro, inginocchiati per terra a raccogliere fragole, per guadagnare 15 euro, 30 nel caso dei più fortunati. Il servizio delle Iene andato in onda ieri sera ha portato alla luce alcuni casi di caporalato che, secondo il giornalista, sarebbero molto diffusi in Sicilia.

Ogni mattina all’alba i migranti che hanno bisogno di un lavoro si ritrovano e vengono reclutati per la giornata in nero e a prezzi bassissimi dai cosiddetti “caporali”, che lavorano per conto dei padroni delle piantagioni. Molti lavoratori vengono pagati per un’intera giornata di lavoro massacrante anche solo 15 euro. Ultimamente, inoltre, a causa della crisi economica, non solo immigrati, ma anche uomini di nazionalità italiana si stanno proponendo sempre più spesso per questo tipo di lavoro a queste condizioni.

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“È da venti giorni che sono senza lavoro, come faccio?”, si giustifica uno di questi lavoratori che, pur di portare a casa qualche euro, ha accettato questa forma di sfruttamento. C’è anche un 65enne italiano, che lavora in ginocchio nove ore al giorno, per 35 euro. Peggiore la situazione per i tanti africani presenti, arrivati da Mali, Burkina Faso e Sengal suo barconi, e alla disperata ricerca di un lavoro. Per loro la paga prevista è ancora più bassa.

Eppure i padroni i soldi li fanno. Luigi Pelazza fa due calcoli: se un lavoratore raccoglie 50 kg di limoni in un’ora, in nove ore diventano 450 kg e quindi 225 euro al giorno, dal momento che per ogni chilo il padrone si intasca 50 centesimi. Se questi soldi vengono moltiplicati per i dieci di lavoratori che si trovano, in media ogni giorni, nella piantagione, si arriva a 2.500 euro. A fronte dei 450 euro spesi per pagare i braccianti, in nero.

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