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                      Agricoltura in ginocchio: in 24 ore 46 grandinate in Emilia-Romagna e Lombardia

                      L’agricoltura è la prima a fare i conti con il cambiamento climatico: i violenti temporali e grandinate che si sono abbattuti tra il 21 e il 22 luglio nel nord Italia tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno compromesso non solo vasti campi coltivati a mais e soia, ma anche serre, mezzi agricoli, capannoni e i frutteti, soprattutto in Emilia Romagna, già duramente colpita dai temporali delle scorse settimane. Secondo Coldiretti, nelle Regioni del nord Italia si sono abbattuti in un solo giorno ben 46 grandinate tra Lombardia ed Emilia Romagna, che fanno sapere che chiederanno al governo lo stato di calamità

                      Dalla Redazione

                      grandine agricoltura

                      Grandine in Emilia Romagna (foto Confagricoltura Bologna)

                      Il forte vento, grandine e temporali causati dal cambiamento climatico che si sono abbattuti tra il 21 e il 22 luglio hanno causato numerosi danni all’agricoltura. In Emilia Romagna sono state particolarmente colpite le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna, dove le grandinate hanno pesantemente danneggiato le colture in campo, molte nella fase finale di maturazione. In special modo nella provincia del ravennate, nei primi 7 mesi del 2023 si è assistito a due gelate, due alluvioni, diverse grandinate e un tornado. Coldiretti fa inoltre sapere che da sabato mattina in 24 ore in Lombardia ed Emilia-Romagna ci sono state 46 grandinate.

                      Emilia Romagna

                      Come riporta Confagricoltura Bologna, tra Zola Predosa, Baricella, Galliera e San Pietro in Casale in provincia di Bologna si contano centinaia di ettari colpiti dal violento temporale con grandine: sono state compromesse non solo coltivazioni di mais e soia, ma anche quella poca frutta che si era salvata dai temporali delle scorse settimane. Inoltre, si registrano danni anche agli impianti dei frutteti e alle serre.

                      Quanto è accaduto tra venerdì e sabato “è soltanto l’ultimo drammatico evento di un’annata davvero complicata per la nostra agricoltura – commenta Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna -. Il fenomeno atmosferico caratterizzato dai forti venti a raffica discendente si è palesato ancora una volta in maniera devastante colpendo terreni e strutture. Inutile dire che le nostre aziende sono allo stremo delle forze e che la loro fiducia sta incominciando a vacillare. Siamo infatti dentro ad una tempesta perfetta a cui, oltre agli eventi atmosferici, vanno aggiunti anche la crisi di mercato e una politica europea che non aiuta la nostra agricoltura. Insieme alle Istituzioni e agli enti preposti, è necessario quindi rivalutare totalmente la strategia da adottare per arginare gli effetti del cambiamento climatico, considerando che dovremmo abituarci sempre di più a questi scenari. Non vorremmo infatti che tutto questo diventasse una drammatica abitudine per l’intera filiera e che, una volta spenti i riflettori sull’accaduto, gli unici a pagarne le spese fossero gli agricoltori”.

                      grandine

                      foto Promosagri

                      “Eravamo in campagna e abbiamo rischiato grosso: in pochi secondi il cielo ha cambiato colore, diventando completamente nero. Dopo circa 30 secondi di acqua è venuto a grandinare con una violenza impressionante – commenta l’ingegnere Paolo Cittadini di Cittagri Società Agricola, che possiede terreni tra Baricella, Galliera e Malalbergo -. I chicchi erano grandi quasi come arance, quando colpivano le colture erano delle piccole bombe: i danni sono stati ingenti. I miei 96 ettari di mais, ad esempio, sono stati letteralmente triturati dal ghiaccio caduto dal cielo. In precedenza, ero stato fortunato, ero riuscito a salvare un po’ di produzione dai frutteti, ma questa volta la grandine ha addirittura distrutto le reti di protezione: e questo la dice lunga sulla forza del fenomeno. Senza reti la grandine è stata libera di rovinare frutta e alberi da frutto. Un disastro”.

                      In fumo 8 ettari di frutteti dedicati alla produzione di pere di CAB Massari a Conselice, corrispondente a un investimento di 400.000 euro, stroncati dalla furia del vento. Sarebbero dovuti andare in produzione per la prima volta quest’anno dopo tre anni di allevamento. Crollati inoltre diversi filari di vigneti, scoperchiata una casa, divelti decine di alberi, una serra e un intero orto, appena ripristinati dopo l’alluvione di maggio” fa sapere Promosagri.

                      “Le realtà coinvolte dal maltempo degli scorsi giorni erano già state colpite e devastate dall’alluvione: se il Governo non decide in fretta di sostenere in maniera determinante e concreta le aziende agricole distrutte dalle calamità, anche il modello agricolo romagnolo, che vanta una lunga storia di solidarietà e cooperazione, purtroppo rischia di perdere produttività e capacità di dare lavoro”, dichiara il presidente di Promosagri, cooperativa di consulenza alle CAB aderente a Legacoop Romagna, Stefano Patrizi.

                      L’assessore all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca, Alessio Mammi fa sapere che la Regione Emilia Romagna darà sostegno a chi ha perso il raccolto e che è già stata attivata l’emergenza regionale. “Chiederemo l’emergenza nazionale, confrontandoci con le altre Regioni colpite, in modo da poter garantire la ripartenza tramite fondi destinati” conclude.

                      Lombardia

                      Grandine, vento e pioggia si sono abbattuti con violenza anche in Lombardia, regione nella quale si sono abbattuti in un giorno ben 27 tempeste di vento, grandine e pioggia su un totale di 38 che hanno colpito le città e le campagne delle regioni del Nord Italia. Dall’inizio di luglio, inoltre, in Lombardia ci sono state 70 tempeste. Tanto che la Regione sta avviando la ricognizione dei danni per chiedere al governo “lo stato di calamità e la deroga al Decreto Legislativo 102, per essere vicini alle aziende agricole che hanno visto raccolti devastati in un periodo cruciale dell’attività nei campi” ha fatto sapere l’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi.

                      Nubifragi, chicchi di ghiaccio e raffiche di vento che si sono abbattuti in diverse zone della Lombardia provocando danni ai campi di grano pronto per la raccolta e di mais in piena crescita, oltre che problemi ad ortaggi e ad alcune strutture, dove si contano tetti scoperchiati e serre danneggiate, oltre alle coltivazioni in campo rase al suolo. In provincia di Brescia è stata colpita in particolar modo la zona della Valle Camonica nei comuni di Pisogne e Malonno e anche l’alto Garda a Salò e Gardone Riviera.

                      Veneto

                      In Veneto il forte nubifragio con violente raffiche di vento ha causato danni alle piante da frutto, agli ortaggi ma anche ai cereali e vigneti. Coldiretti fa sapere che è ancora troppo presto per le stime dei danni anche se le perdite sin da subito sembrano numerose. Il conto si aggrava in quanto sono stati danneggiati anche tetti di magazzini, pannelli solari, serre e mezzi agricoli. E dopo una breve tregue, tra lunedì 24 e martedì 25 l’allerta meteo prosegue con rischio di violenti rovesci e temporali sulla Regione.

                      Il contesto

                      La grandine è l’evento climatico avverso più temuto dall’agricoltura in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle colture. Un fenomeno che si ripete sempre con maggiore frequenza, ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis.

                      Gli eventi estremi sono alimentati dall’energia termica che si accumula in atmosfera in un 2023 che – spiega Coldiretti – si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,43 gradi la media storica, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nel primo semestre del 2023. E per il nord Italia, dove si concentrano gli eventi estremi dell’ultima settimana, si è trattato – continua Coldiretti – del terzo anno più caldo, con l’anomalia del periodo che è stata di ben +0,80 gradi superiore la media.

                      Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che nel 2023 supereranno complessivamente i 6 miliardi dello scorso anno.

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