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                      Macfrut, “coraggio e lungimiranza” in un’edizione che guarda al futuro

                      macfrut inaugurazione
                      Quest’anno gli espositori sono passati da 800 a oltre 1000, e uno su cinque proviene dall’estero in rappresentanza di 30 Paesi stranieri. Sono oltre 350 i buyers e l’area fieristica è passata dai 20mila metri quadrati dell’edizione precedente ai 33mila nella Fiera di Rimini. Tra le novità, il kiwi a polpa rossa di Origine e la riscoperta del melograno

                       

                       

                      macfrut inaugurazione“Coraggio e lungimiranza: questa è la strada che bisogna percorrere per essere concorrenziali e stare al passo coi tempi”. È iniziata con questo augurio del Viceministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali Andrea Olivero la 32esima edizione di Macfrut, organizzata da Cesena Fiera e ospitata per la prima volta alla fiera di Rimini. “Anche se i primi segnali, relativi all’inizio del 2015, nel settore dell’agricoltura sono positivi – ha continuato il viceministro – abbiamo ancora molto lavoro da compiere. Dobbiamo migliorare alcune barriere fitosanitarie, incrementare l’aggregazione della produzione e occuparci seriamente della logistica. Gli alti costi dell’energia stanno zavorrando alcune delle nostre imprese. Dobbiamo insieme all’Europa mettere a disposizione tutte le nostre risorse affinché anche l’Italia faccia la sua parte nel mercato internazionale”.“Bisogna sempre pensare in alto e mai in basso – ha aggiunto Paolo De Castro, coordinatore dell’Agricoltura al Parlamento Europeo – e i passi che sono stati compiuti dalle due fiere, Cesena e Rimini, per arrivare a questa nuova edizione, ne sono una dimostrazione concreta”.

                       

                      Anche Lorenzo Cagnoni, presidente della Fiera di Rimini, ha sottolineato come “il Macfrut sia il frutto di un’operazione sinergica, un esempio ben riuscito di dialogo tra due territori”. “La storie delle fiere nel nostro Paese – ha proseguito Cagnoni – qualche volta purtroppo è una storia di competizioni non corrette, tensioni. Quest’edizione di Macfrut propone una novità che speriamo faccia da esempio in tutta Italia”. I numeri della partenza, snocciolati da Renzo Piraccino, presidente della Fiera di Cesena, fanno ben sperare: “Quest’anno gli espositori sono passati da 800 a oltre 1000, e uno su cinque proviene dall’estero in rappresentanza di 30 Paesi stranieri. Sono oltre 350 i buyers e l’area fieristica è passata dai 20mila metri quadrati dell’edizione precedente ai 33mila nella Fiera di Rimini”.

                       

                      Origine” si è presentata ufficialmente al settore, e lo ha fatto con una novità. “Abbiamo acquisito i diritti per un nuovo kiwi a polpa rossa, molto dolce, che va incontro ai gusti del consumatore“, ha rivelato ieri il presidente Ilenio Bastoni, sottolineando le peculiarità del Consorzio: “Siamo nove aziende del settore ortofrutticolo italiano. Abbiamo deciso di unire le forze e presentarci sui mercati internazionali con un unico marchio e con una cabina di regia in grado di coordinare gli uffici commerciali. “Origine” si presenta con un obiettivo ambizioso: esportare i kiwi in Cina. Durante la prima giornata di Macfrut il Consorzio Origine si è presentato ad una platea di operatori, tecnici e buyer. “Siamo nove aziende – ha affermato il presidente Ilenio Bastoni – del settore ortofrutticolo italiano. Abbiamo deciso di unire le forze e presentarci sui mercati internazionali con un unico marchio e con una cabina di regia in grado di coordinare gli uffici commerciali. Per due prodotti, pere e kiwi, sono già pronti per affrontare i mercati di tutto il mondo. Vendere i prodotti italiani all’estero – precisa Bastoni – è una bella sfida in quanto puntiamo a mercati nuovi ed inesplorati come quelli dell’estremo Oriente“.

                       

                      Il melograno come fonte di reddito? Si, soprattutto nel Centro e Sud Italia. “I prezzi sono alti – ha spiegato ieri, durante un convegno sul tema, Marco Casalini di Terremerse – perché la domanda è più alta dell’offerta. Abbiamo in produzione un centinaio di ettari e il prodotto viene venduto sia fresco, sia per la trasformazione in succhi. Ma anche la quarta gamma lo chiede, specie per arricchire le insalate”. Ma come si fa ad aumentare il consumo e la diffusione del melograno nella grande distribuzione? Una risposta ha cercato di darla Claudio Scalise, Direttore SG Marketing Food Strategy, che ha evidenziato come nei consumatori ci sia un “ritorno alla naturalità, ai prodotti certificati e a chilometro zero, una tendenza che facilita la vendita del melograno, anche se bisogna ancora insegnare ai consumatori il corretto uso e consumo del frutto. Solo con attraverso questi insegnamenti, e solo aumentando il sostegno alla filiera, si possono abbattere le barriere al consumo del frutto”.