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                      Aromatiche “Questo l’ho fatto io”: in Gdo il basilico sostenibile e solidale

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                      Sono arrivate sui banchi della Gdo le erbe Aromatiche “Questo l’ho fatto io” di Agribologna, prodotte dalla cooperativa reggiana Il Bettolino che dà lavoro a persone svantaggiate occupandosi di colture idroponiche o biologiche. Il basilico è il cuore della produzione, nel 2020 ne sono stati commercializzati 60 mila chili, in ulteriore incremento per il 2021. È coltivato con la tecnica del floating system, di cui Il Bettolino è pioniera, nei 10 mila mq di serre riscaldate grazie al biogas. Le Aromatiche “Questo l’ho fatto io” sono anche attente all’ambiente: sono infatti confezionate nel nuovo vassoio in cartone, riciclabile e biodegradabile

                      Dalla Redazione

                      aromatiche Agribologna Il Bettolino

                      Sono arrivate in questi mesi autunnali sugli scaffali della GDO le Aromatiche “Questo l’ho fatto io”, linea del Consorzio Agribologna che valorizza i migliori produttori locali. Sono prodotte dalla Cooperativa sociale Il Bettolino, socia del consorzio, nel segno della sostenibilità e dell’inclusione sociale. Le erbe fresche, pronte per l’utilizzo in cucina, sono infatti confezionate in nuovo packaging in cartone, in vassoi da 25 grammi, riciclabili e biodegradabilil, e sono frutto del lavoro di un team di oltre 60 soci composto per circa il 40% da persone con fragilità.

                      Nata nel 1989 a Reggiolo (RE) e attiva in otto comuni della provincia, la Cooperativa Sociale Il Bettolino è dal 2016 socia del Consorzio Agribologna: produce erbe aromatiche sostenibili o biologiche, ma si occupa anche di floricultura, servizi ambientali e altro ancora, nel solco dell’impegno nel sociale. Il 2021 si chiude con risultati e novità importanti per Il Bettolino. Nonostante le difficoltà dettate dalla pandemia, che ha costretto per diverso tempo a casa gran parte dei lavoratori, perché in condizioni di fragilità, restano positivi i dati relativi al 2020, con un valore della produzione pari a oltre 3 milioni di euro e proiezioni in nuovo incremento per il 2021.

                      aromatiche Agribologna Il Bettolino

                      Al centro della produzione della cooperativa reggiana c’è il basilico, aromatica di ampia commerciabilità, che Il Bettolino produce tutto l’anno, destinandolo a GDO, ristorazione collettiva e industria. Un basilico di prima qualità, coltivato dedicando grande attenzione all’ambiente con la tecnica – di cui la cooperativa è stata fra i pionieri in Italia – del floating system (idroponica). In vasche di calcestruzzo riempite con acqua e soluzioni nutritive, vengono adagiati plateaux di polistirolo – riutilizzabili – su cui viene seminato il basilico, permettendo alle radici di entrare in contatto con acqua e soluzioni nutritive per la crescita della pianta.

                      Al centro del ciclo produttivo, le serre riscaldate, all’interno della discarica intercomunale, che sfruttano il gas prodotto dai rifiuti, per convogliarlo all’interno dei motori dedicati a produrre energia elettrica e acqua calda. Il Bettolino è certificato ISO 14001 (Certificazione Volontaria per la Gestione Ambientale), e può vantare coltivazioni a lotta integrata, che non prevedono l’uso di pesticidi. Grazie ai 10 mila mq di serre riscaldate 365 giorni l’anno, sono oltre 60 mila i chili di basilico prodotto nel 2020 dalla cooperativa, in ulteriore incremento per il 2021.

                      “Impegno sociale e ambientale vanno da sempre di pari passo per il Bettolino – dichiara Francesca Benelli, presidente della Cooperativa Sociale Il Bettolino -. Il recupero della dignità sociale, attraverso il lavoro, è la nostra missione. Poterlo fare in un contesto e con delle metodiche di grande attenzione e cura per l’ambiente, in cui possiamo dire di essere stati fra i pionieri, è per noi una necessità. Per i consumatori, i nostri partner e il territorio è la garanzia di un impegno che intendiamo ulteriormente sviluppare, fra l’altro, con l’implementazione di sempre nuove colture biologiche”. “Il lockdown ha rappresentato un momento di grande difficoltà per noi – continua -. Gran parte dei nostri lavoratori, date le condizioni di fragilità, è dovuto restare a casa. La ristorazione collettiva, fra i nostri clienti più consolidati, ha molto sofferto. Ma abbiamo tenuto duro, guardiamo avanti, con sempre nuovi obiettivi e progetti: il bio in incremento, nuove attività di comunicazione e una nuova coprogettazione con l’Unione dei Comuni, per continuare a offrire possibilità alle persone con fragilità, soprattutto ai ragazzi e alle ragazze in uscita dalle scuole superiori”.

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