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                      Avocado in Riviera: nel sanremese una pionieristica coltura di esotico

                      Si chiama Avocado in Riviera ed è la scommessa di Umberto e Cristina Vidotto, due fratelli piemontesi che hanno deciso di sperimentare la coltivazione di esotico nell’azienda agricola di famiglia, a Ospedaletti, in provincia di Imperia, vicino a Sanremo. Oggi nei terrazzamenti affacciati sulla Riviera dei Fiori crescono rigogliose le piante di avocado Hass, Fuerte e Bacon. “Le prospettive di sviluppo sono buone, soprattutto per il clima favorevole del nostro territorio e per la richiesta in aumento”, ci raccontano i due giovani imprenditori

                      di Carlotta Benini

                      Avocado… in Liguria? Non è un sogno, ma una realtà che sta prendendo forma in quella che  tradizionalmente è conosciuta come la “città dei fiori” e che presto potrebbe diventare una piccola capitale dell’esotico. È infatti situata sulle colline della riviera sanremese, in terrazzamenti affacciati sul mare, una delle prime coltivazioni di avocado nel nord Italia. Si chiama Avocado in Riviera ed è la scommessa di Umberto e Cristina Vidotto, due fratelli piemontesi che hanno deciso di sperimentare nell’azienda agricola di famiglia un nuovo tipo di coltivazione, ereditando dal padre la passione per la frutta esotica. “La nostra storia inizia nel 2005 – raccontano i due giovani imprenditori agricoli -, quando, durante un viaggio in Spagna, nostro padre Riccardo acquista e prova a piantare alcune piante tropicali nel terreno che abbiamo a Ospedaletti, in provincia di Imperia, tra Sanremo e Bordighera. Tra un agrume e l’altro alcune specie si sono ambientate bene, come l’avocado appunto. Altre invece, come ad esempio il mango e la papaya, richiedono condizioni climatiche differenti e sono difficilmente adattabili al clima ligure”.

                      Umberto e Cristina Vidotto

                      L’idea di investire maggiormente sull’avocado e di iniziare a commercializzarlo è nata nel 2019 e si è poi sviluppata durante la pandemia, quando è nato un sito web dedicato e una pagina Instagram; quindi l’anno successivo, con il raccolto 2021, sono partite le prime vendite. Abbiamo chiesto a Umberto e Cristina a che punto è oggi il progetto Avocado in Riviera e quali sono le prospettive di sviluppo per questa produzione, certamente di nicchia ma dalle grandi potenzialità.

                      Quanto si estende la vostra coltivazione di avocado?
                      Ad oggi non possiamo parlare di ettari, ma di numero di piante: siamo piccoli produttori. A causa della morfologia del terreno ligure, disposto su terrazzamenti, ci viene più comodo contarle. Al momento abbiamo circa un centinaio di piante, di cui una decina in produzione, una cinquantina di media taglia (iniziano a produrre adesso qualche frutto e entreranno in piena produzione tra tre-quattro anni) e una cinquantina di piccola taglia. Queste ultime sono piantate da seme che abbiamo innestato.

                       Che volumi produttivi riuscite a raggiungere?
                      I volumi ad oggi sono ancora molto ridotti, si parla di una media di 25-30 chili a pianta. L’avocado è una coltura estremamente ciclica, ad esempio l’anno scorso siamo arrivati a una produzione di circa 40-50 chili per pianta, quest’anno invece una decina.

                      Quali varietà producete?
                      Le tre principali varietà di avocado: Hass, Fuerte e Bacon. Abbiamo provato a piantare anche Pinkerton ed Ettinger, ma in via sperimentale.

                      Che caratteristiche ha l’avocado coltivato nella riviera ligure?
                      Rispetto al paragone che possiamo fare con il frutto comprato al supermercato, di importazione, il nostro avocado, così come in generale quello prodotto in Italia, risulta più gustoso e dalla polpa più cremosa. I nostri frutti poi sono salubri, coltivati in assenza di trattamenti antiparassitari e di post raccolta.

                      Qual è l’epoca di raccolta e commercializzazione?
                      La raccolta a grandi linee va da gennaio a maggio-giugno e la commercializzazione viene fatta in questi mesi, vendendo al momento ancora a privati e a qualche piccola realtà locale, ad esempio ai ristoranti.

                      Dove è quindi distribuito ad oggi il vostro avocado?
                      La parte della commercializzazione è, diciamo, ancora in “fase embrionale”. La piantagione è appunto vicino a Sanremo, mentre la vendita che al momento facciamo è prevalentemente in zona Torino, dove noi viviamo. Quando anche le 90 piante più piccole entreranno in produzione, poi, potremo aumentare i volumi.

                      Che prospettive di sviluppo ci sono su questa coltivazione?
                      Ci auguriamo che le prospettive di sviluppo e di crescita siano buone, soprattutto per il clima favorevole della nostra riviera e per la richiesta in aumento. Una delle possibili difficoltà potrebbe essere l’irrigazione delle piante durante la stagione estiva. Durante i mesi di giugno, luglio e agosto utilizziamo un impianto di irrigazione “goccia a goccia”, che ci aiuta a sopperire la scarsità delle piogge e il caldo. Un altro problema per lo sviluppo e la crescita della coltivazione è il tempo di cui la pianta ha bisogno per entrare in piena produzione. Si vedono i risultati nel medio-lungo termine: ad esempio, se oggi compro una pianta in vivaio (quindi già innestata) con almeno quattro anni di età, indicativamente ci metterà un paio di anni per produrre i primi frutti e ulteriori cinque-sei anni per entrare in piena produzione… insomma, ci vogliono tempo e pazienza!

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